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Spencer Parker è uno dei punti di riferimento della scena underground, con uno stile poliedrico e ricco di personalità. Riesce ad adattarsi artisticamente a qualsiasi soluzione, riuscendo a passare da scenari più morbidi, fino a sound legati alla techno. Da anni viene chiamato a suonare nei migliori club e, quando viene in Italia non vede l’ora di fare scorta di vino e formaggi prodotti nella nostra nazione. Ci abbiamo fatto una chiacchierata molto piacevole: ecco a voi Spencer Parker.

ITALIANO – ENGLISH

Sei inglese ma buona parte della tua crescita artistica è avvenuta a Berlino, cosa successa a molti altri grandi artisti della scena house e techno. Quali sono stati i motivi della tua scelta di trasferirti? Cosa credi offra in più la Germania rispetto al resto d’Europa, dal punto di vista musicale e culturale?

Ho deciso di trasferirmi a Berlino in quanto avevo appena rotto con la mia ragazza in quel periodo ed ero devastato. Ho dovuto lasciare il mio appartamento a Londra, il mio cuore era a pezzi ed un amico che mi aveva offerto un posto sul divano per dormire abitava a Berlino. Se avesse vissuto a Londra o Amsterdam o Madrid, sarei finito lì. Quindi non mi sono mai trasferito a Berlino per favorire la mia carriera da Dj o per i club. Detto questo, ci sono tanti lati positivi riguardo questa città ed amo vivere qui. Ci sono innumerevoli club che stanno aperti giorno e notte ed un gran numero di negozi di dischi assurdi. Inoltre ci sono, altrettanto, una marea di musei grandiosi, cinema, gallerie e negozi di tutti i tipi da esplorare. E’ una combinazione di tutte queste cose in una città in cui è facile circolare che mi rende felice di vivere qui.

Ti capita spesso di unire nello stesso set, o persino nella stessa traccia, stili diversi. L’impressione è che non ti interessi più di tanto delle distinzioni di genere e che l’unica cosa che ti interessa è far divertire e divertirti. È così? Credi che questo sia il tuo maggiore punto di forza?

Mi considero un “house dj” e, secondo me, significa che sei felice e capace di suonare house, disco o techno e, data l’opportunità, suonare tutte e tre per tutta la durata del mio set. Ma sono anche più che felici di suonare solo house e disco nel Panorama Bar (dato che c’è un club techno al piano di sotto) oppure solo techno se è una serata techno. Sono molto fortunato perché posso fare tutto ciò. Tra le ultime volte che ho suonato come headliner al Ribbon club, una volta mi aveva preceduto Rødhåd, un’altra volta ancora Marcel Dettman. Quando ho suonato a Madrid recentemente, le ultime guest del locale erano state Tadeo, Psyk, Adriana Lopez e Jonas Kopp. Quindi, per me è motivo d’orgoglio il fatto che posso suonare set techno nei migliori club del mondo e con dj che ammiro come Marcel e Adriana per esempio. Ma posso anche suonare nel giardino dell’Homopatik di Berlino back to back con Mr. Ties, a suonare disco, o suonare al Tenax e suonare un po’ di house, disco e Techno. Non credo ci siano molti dj che lo possano fare, e forse è per questo che piaccio alle persone, non saprei… sono solo felice di piacere a qualcuno, per qualsiasi ragione.

Rimanendo sulla questione della domanda precedente, da qualche tempo c’è questo dibattito che vede alcuni “puristi” criticare la musica tech-house, accusandola di essere un ibrido troppo mainstream e scagliandosi contro certi artisti. Tu cosa ne pensi riguardo a queste “battaglie” apparentemente inutili e contro-produttive?

Hehehe, davvero non saprei cosa dire…Ci saranno sempre persone commerciali e persone underground e tutti avranno una differente opinione su chi sia chi. Non suono tech-house quindi non saprei.

Hai lavorato con molti artisti e le tue uscite sono apparse su diverse, importanti label. Uno dei punti fermi della tua carriera sembra essere Matt Edwards, aka Radio Slave, proprietario di Rekids; qual è il tuo rapporto con lui e in che modo lui e la sua label hanno influito sul tuo sviluppo stilistico?

Si, Matt è uno dei miei migliori amici e ne sono davvero felice! Ci siamo incontrati tanto tempo fa mentre lavoravo come A&R per una label e gli chiesi di fare un remix per me. E’ uno dei miei dj preferiti, uno dei miei produttori preferiti ed una delle mie persone preferite! E’ qualcuno che ammiro perché ha un gusto così raffinato, sia per ciò che riguarda la musica, sia per i vestiti, le macchine, qualunque cosa. Ha una grande conoscenza di tanti generi musicali e questa è una grande parte di quello che lo rende un grande dj e producer, secondo me. Mi ha influenzato sicuramente, in quanto lavora così tanto per trovare nuova musica, sempre alla ricerca delle cose migliori in giro e, sebbene dovrebbe essere ovvio farlo, non così tanti dj lo fanno. Alla fine, le mode svaniscono, lo stile rimane e penso che questo sia il modo migliore per descrivere Matt.

A proposito di label: sei il fondatore di questo progetto veramente interessante, Work Them Records, caldamente supportato da dj del calibro di Ben Klock, Ryan Elliott e, ovviamente, Radio Slave. Cosa ci puoi dire su questo tuo impegno, specialmente in chiave futura?

E’ solo una piccola label in cui ho iniziato a rilasciare bella musica, a mio parere. Nella label ci concentriamo per realizzare musica fatta per i miei amici dj e per le persone sul dancefloor. Ecco perché la label si chiama Work Them Records, 2 copie dello stesso mix su di un disco, la dub mixata con la vocal o un mix dentro un altro. Per esempio, questo è quello che fece Ben Klock quando suonò la versione originale di “Rights For Men” e contemporaneamente il remix di Adriana Lopez, nel suo Essential Mix su BBC Radio 1. Sono così tante le label che ristampano soltanto vecchi dischi anni ’90, o dischi che suonano come quelli (ma non così bene!) Molte label rilasciano tracce lunghe 4 minuti e senza dj intro. Molte label rilasciano tracce distorte apposta, per non essere suonate nei club. Noi siamo l’opposto di tutto ciò. Il mio obiettivo nella label è rilasciare musica che punta al futuro, sempre. Cerco di supportare nuovi artisti che trovo interessanti e lavorare con i grandi artisti che ammiro. Ultimamente è difficile scritturare un singolo di uno come Rødhåd perché probabilmente vorrà rilasciare solo su Dystopian oppure un’altra label ed è difficile scritturare un EP di Answer Code Request perché ha la sua label e obblighi con Ostgut Ton e MDR. Quindi il modo per aggirare questi problemi è invitare artisti che ammiro a fare remix per me e finora penso abbia funzionato. Nel futuro avremo remix miei e di Antigone per l’EP di Anetha, un nuovo EP di P.Leone, per cui Kristian di Ame mi ha contattato per dire che gli piace, ed un nuovo EP di Physical Therapy, che Ryan Elliott adora e che ha suonato al Berghain la settimana scorsa. E molta altra roba super segreta.

In una tua intervista si legge della tua grande passione per i dischi. Hai detto che tutto gira attorno ai dischi, di cui non ne hai mai abbastanza. Cosa ne pensi, quindi, di questo ritorno in auge del vinile? Come credi siano cambiate le cose da quando, con internet, la musica è diventata sostanzialmente accessibile a tutti a tempo zero, togliendo il piacere della ricerca?

Per me il piacere è rimasto, è solo cambiato il modo di farlo. E’ bello sedermi a casa a Kreuzberg e controllare cosa c’è nei rack di Technique di Tokyo per la prossima settimana! Ho sempre comprato dischi, da quando ho iniziato a suonare e non ho mai smesso, quindi per me è solo business come sempre. Ma sono davvero felice di vedere nuove generazione comprare dischi e divertirsi a suonarli. Sono sicuro che gli piacerà tanto quanto piaceva a me quando ho iniziato, tanto quanto oggi. Questo può essere visto solo come una cosa bella.

È sempre interessante capire ciò che più ha influenzato un artista durante la sua carriera; lo è ancora di più nel tuo caso, dato che, come già detto, non ti si può identificare con un solo genere. Quindi, quali sono le tracce, le correnti stilistiche, i dj, le etichette che più ti hanno influenzato in passato e quali quelle che guardi con curiosità oggi?

Le prime cose che ascoltavo erano pop music, quando ero proprio un bambino! Dopodiché ho iniziato ad ascoltare hip hop e gente come Gangstarr, Organised Konfusion, Public Enemy e ATCQ e da lì ho iniziato ad ascoltare Dance Music ed House. Ci sono così tante label che amo, dalla White Material alla UR, dalla Salsoul a label techno come Amotik, e così tanti dj che amo come Danny Krivit, Mr. Ties, DJ Richard, Henning Baer, Setaoc Mass o Dan Beaumont. I trend vanno e vengono, alcuni mi piacciono, altri non molto, ma sono sempre rimasto onesto nei confronti di cosa amo e suono solo quei dischi. Ci sono così tanti dischi ormai negli scaffali dei negozi, e so che sono grandi dischi e che tutti ameranno…ma non mi fanno impazzire me, non li suono. Il mio lavoro è suonare i dischi che amo, il prossimo dj può suonare le grandi hit e farà alzare le mani a tutti facilmente. Ho sempre e solo suonato la musica che amo, e penso funzioni, perché sono ancora qui dopo tutti questi anni.

Tra tutti i locali in cui hai suonato negli anni, quali e per quali motivi ti sono rimasti più impressi? Hai qualche ricordo particolare per quanto riguarda i tuoi set in Italia?

A Berlino è normale citare sempre Berghain e Panorama Bar (e sono sicuramente due delle migliori room al mondo) ma mi sono anche divertito tantissimo a suonare all’Homopatik e ad un party fantastico chiamato AWAY (cercate questi eventi se visiterete Berlino, per farvi un idea, il prossimo evento è il lauch party del DJ Kicks di Moodymann, con Moodymann e Andres!!!). A Londra amo Dance Tunnel! E’ uno dei miei preferiti al mondo! Ho amato il Kyo a Singapore, lo Womb e l’Unit di Tokyo. Sono davvero fortunato ad aver suonato in questi posti per poi essere invitato di nuovo! In Italia penso debba menzionare il fantastico Tenax! Ho suonato all’opening questa stagione e l’ho amato tantissimo!!! Un club fantastico ed un grande pubblico che capisce bene la musica. Devo menzionare anche il grande Dude a Milano ed il Sound Department di Taranto, oltre al Ribbon di Terracina. L’anno scorso sono stato davvero fortunato a suonare tanto in Italia e sono felice ed orgoglioso di averlo fatto. Il pubblico italiano è sempre appassionato e pronto a ballare, quindi sono sempre eccitato quando ho la possibilità di fare una visita (e spendo sempre un sacco di soldi in vini e formaggi all’aereoporto!

Intervista Alberto Zannato

Traduzione Mirno Cocozza

ENGLISH

You are from England but a great part of your artistic growth took place in Berlin, as happened to other important artists in the techno and house scene. Why did you decide to move to Germany? What does this country offer more than the rest of Europe, from the musical and cultural point of view?

Well, I decided to move to Berlin as I had just split up with my girlfriend at the time and was kind of devastated. I had to leave my flat in London, my heart was broken and the friend that offered me his couch to sleep on, lived in Berlin. If he’d lived in London or Amsterdam or Madrid, I would have ended up there. So, I never moved to Berlin to help my dj career or for the clubs. That said, there are many positives about this city and I do love living here. There are countless clubs that stay open all night (and day too!) and a great amount of insane record shops. Also, equally, there are lots of great museums, cinemas, galleries and shops of all kinds to explore. It’s a combination of all these things, in one, easy to navigate city, that make me very glad to live here.

You often mix different styles in your sets and even in your tracks. It looks like you don’t care about the genres issue, but you only focus on making people have fun and enjoy yourself. Is it like that? Do you think that’s the main reason of your success?

For me, I consider myself a “house dj” and, in my mind, that means you are happy and capable to play house, disco or techno, and, given the opportunity, I will play all three in the duration of my set. But I am also more than happy to play only house and disco in Panorama Bar (because there is a techno club downstairs) or, only techno if it is a techno night. I’m very lucky because i get to do it all. The last few times I played as headliner in Ribbon Club, one time, the guest the week before me was Rødhåd, the other time, was Marcel Dettman. When I played in Madrid recently, the guests at the club in recent weeks had been Tadeo, Psyk, Adriana Lopez and Jonas Kopp. So, for me, I am very proud that I can play a techno set and play the best clubs in the world – and be a guest at the same clubs of dj’s I admire like Marcel and Adriana for example. But, I can also play in the garden of Homopatik in Berlin back to back with Mr Ties, playing disco, or play Tenax and play a bit of house, disco AND techno. I don’t think there are very many dj’s that can do this so, maybe that’s why people like me, i dont know…  – I’m just happy if anyone likes me – for any reason!

Staying on the matter of the previous question, there’s this debate seeing some “purists” criticizing tech-house music, stating that it’s getting too mainstream and discrediting lots of djs, clubs and events. What’s your opinion about this ”non-problem”, if you have one?

Hehehe, I don’t know what to say really… There will always be commercial people and underground people and everyone will have a different opinion on who is who. I don’t play tech house so i wouldn’t really know.

You worked with several artists and released tracks on lots of important labels. One of the key figures for your career seems to be Matt Edwards, aka Radio Slave, owner of Rekids; can you tell me something about your relationship with him and about the way he and his label influenced your stylistic development?

Yes, Matt is one of my best friends and i’m very happy about this ! We met a long time ago when i was working as A&R for a record label and i asked him to do a remix for me. He is one of my favourite djs, one of my favourite producers and one of my favourite people ! He is someone I admire and look up to because he has such great taste, whether its in music, clothes, cars, whatever. He has a great knowledge of so many genres of music and this is a big part of what makes him a great dj and producer, i think. For me, he has definitely influenced me, as he works so hard to find and break new music, constantly searching for the best around and, although it should be obvious to do this, not so many dj’s do this… At the end of the day – fashions fade, style remains  – and I think this is the best way to describe Matt.

Talking about labels: you’re the founder of this interesting project, Work Them Records, warmly supported by djs like Ben klock, Rødhåd, Ryan Elliott and, obviously, Rdio Slave. What can you say to us about this label, focusing on future terms?

It’s just a small label I started to release what, I think, is great music. The focus at the label is for the music to be for my fellow dj’s and the people on the dance floor. Thats why the label is called Work Them Records – it is for dj’s that really WORK records, 2 copies of the same mix of a record, the dub mixed into the vocal or one mix into another. For example, this is what Ben Klock did when he played my original version of “Rights For Men” AND the Adriana Lopez remix, in his BBC Radio 1 Essential Mix. So many labels just re-issue old 90’s records, or records that try to sound like them (but are not as good!). So many labels release records that are only 4 minutes long and have no dj intro. So many labels release tracks that are so distorted, on purpose, that you can’t play them in a club. We are the opposite of all that. My aim with the label is to release music that looks to the future, always. I try to support new artists that I find exciting and also work with the bigger artists I admire. In these times, it’s difficult to sign a single by someone like Rødhåd,  because he probably only wants to release on Dystopian or maybe one other label and it’s difficult to sign an ep from Answer Code Request as he has his own label and commitments to Ost Gut Ton and MDR. So, the way I try to navigate this problem, is to invite the artists I admire to do remixes for me, and so far, this has worked well i think. In the future we have remixes of Anetha’s EP by myself and Antigone, a new EP by P.Leone that Kristian from Ame has already mailed me to say he likes and a new ep by Physical Therapy,  that Ryan Elliott digs and played in Berghain last week.  And lots more super secret stuff too.

During an interview you talked about your passion for records. You said that everything is about records and that you can’t get enough of them. So, what do you think about the revival of the vinyls? How do you think things changed with the coming of internet, that made music accessible to everyone but kinda removed the pleasure of hunting for the records?

For me the pleasure is the same, it’s just a different way to do it. It’s nice to sit in my house in Kreuzberg and check out what’s on the racks of Technique in Tokyo this week ! 🙂 I’ve always bought records, since I started djing, and have never stopped, so for me, it’s just business as usual. But i’m very happy to see new generations buying records and enjoying playing them. I’m sure they will enjoy it every bit as much as i did when  i started, and still do now. This can only be seen as a good thing.

It’s always nice asking the djs what influenced their artistic lives the most; it’s even more interesting in your case, sincem, as said before, you can’t be included in just a single genre. What are the tracks, stylistic trends, djs, labels that mostly influenced you in the past and which ones you currently look at with curiosity?

The first music i listened to was pop music- when i was a real bambino ! 🙂 then i was into hip hop and acts like Gangstarr, Organised Konfusion, Public Enemy and ATCQ and from there i got into dance music and house, really. There are so many labels that i love – from White Material to UR to Salsoul to great new techno labels like Amotik,  and so many dj’s i love like Danny Krivit, Mr Ties, DJ Richard,  Henning Baer, Setaoc Mass or Dan Beaumont. Trends come and go, some i like, some- not so much, but i have always stayed true to what i LOVE and only ever played these records. There are many records now on the shelves of stores that i KNOW are big records and everyone will go crazy to… but if it doesn’t make ME go crazy – i dont play it. My job is to play you the records I adore  – the next dj can play the big hits and put everyones hands in the air so easily instead. I have only ever played the music I LOVE- and i guess it maybe works – because i’m still here after all these years motherfucker !!!

Among all the clubs you rocked, which ones you preferred and why? Do you have any special memory regarding a set in Italy?

In Berlin it’s natural to always say Berghain and Panorama Bar (and these two rooms are definitely two of the best in the world) but I have also had so many amazing times playing at Homopatik and also for a very great party called AWAY (check for these events if you ever visit berlin – to give you some idea- their next event is the launch party for Moodyman’s DJ Kicks album, with Moodyman and Andres !!!). In London I LOVE Dance Tunnel !!! just one of my favourites in the world ! I really loved Kyo in Singapore and Womb and Unit in Tokyo as well ! I am very lucky to play these amazing places and get invited back. In italy I think i have to give special mention to the amazing Tenax ! I played the opening this season and just loved it so much !!! an amazing club and a great crowd that understands music well. I also have to mention the great Dude in Milan and of course Sound Department in Tarranto and Ribbon in Terracina. This last year I have been very lucky to play more and more in Italy and i’m so happy and proud to do so. The italian crowds are always passionate and ready to party so, i’m always excited when i get the chance to visit. (and i always spend so much money on wine and cheese at the airport).
Interview Alberto Zannato
Translation Mirno Cocozza