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Un designer britannico di nome Justin Stedmans ha creato alcune illustrazioni raffiguranti gli strumenti che hanno fatto la storia della musica dance. Sono attualmente ordinabili e probabilmente perfette per essere appese in uno studio di produzione musicale.

Justin Stedmans è un graphic designer britannico, co-proprietario della Unbranded Digital insieme al suo socio. Una delle sue ultime idee è stata quella di riprodurre in vettoriale alcuni strumenti che hanno fatto la storia della musica elettronica, ottenendo così illustrazioni delle Roland TR-808, TR-909, TB-303, del Moog Prodigy, dell’AKAI MPC 2000, ma anche di strumenti più moderni già entrati nel classico, come il Native Instruments Maschine e il mixer Model 1 di Richie Hawtin.

Ammettiamolo. Gli strumenti sono anche un qualcosa di bello, esteticamente bello da vedere, oltre che da suonare. Molto spesso la bellezza o bruttezza di uno strumento vizia almeno in parte anche la predisposizione a considerarlo buono e valido e farcelo acquistare.

Per chi produce musica elettronica poi tutti quei pomelli, fader e pulsanti sono una gioia per gli occhi oltre che per il piacere di suonare. Quando la patologia del musicista elettronico si conclama, poi, in genere si passa al modulare e lì oltre che naturalmente alla crescita esponenziale di possibilità sonore si assiste in parallelo anche alla crescita esponenziale di quella componente che gli anglofoni chiamano “eye candy” – letteralmente qualcosa di piacevole da vedere.

Le illustrazioni di Justin Stedmans assecondano proprio questo tipo di amore per lo strumento e regalano una visuale frontale dei simboli degli anni ’80 e ’90, che ancora spadroneggiano nelle produzioni della musica elettronica e continuano ad essere imitate, emulate, replicate e aggiornate anche dalle stesse case produttrici. Per ordinarli si può contattare proprio l’autore tramite la pagina Facebook Analog This, ed eventualmente facendo un salto sul sito web di Unbranded Digital si possono vedere gli altri lavori di Justin Stedmans e socio.

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Paolo Castelluccio