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Diamo un’occhiata a questo nuovo lavoro di Lucretio & Francesco Devincent: non ci vuole grande deduzione per capire quanto questi due artisti abbiano voluto approfondire il concetto di analogico.

Tralasciando la continua guerra tra i support del digitale e quelli dell’analogico, siamo certi che tra queste due tipologie di approccio alla produzione sonora e musicale è possibile trovare un giusto equilibrio, una giusta armonia, per far si che tutti e due ‘i mondi’ abbiamo la giusta considerazione ed un ruolo ben definito all’interno di un disco.

Come si può intuire dal titolo “Tempesta di Valvole” l’immaginazione prende il sopravvento, ma attenzione, mai giudicare il libro dalla copertina, infatti ascoltando questo disco andiamo proprio a sbattere contro un muro, metrica dritta e cupa di una cassa morbida, synth acidi che ti schiaffeggiano con simpatia e per rendere il tutto un po’ più “ritmico” ci pensa questo hit hat in levare che graffia e acceca.

Mentre trascorrono i minuti, questa atmosfera ti chiude gli orizzonti e ti costringe a guardare cosa succede davanti a te, nel momento che ha ottenuto tutta la tua attenzione, ( minuto 2:40 ) ecco che arriva un ride distorto ancora più affilato e tagliente dell’hit hat precedente e in un attimo spariscono le bolle velenose dei synth lasciando tutte le frequenze alte a farsi la guerra tra loro. Siamo al minuto 3 e 20 quando arriva il taglio di tutta la parte percussiva lasciando scoperta la cassa dritta e quasi impotente di fronte al nuovo ribollimento dei sinth che sgomitano e salgono …ed ecco che ritornano le lame.

Lucretio & Francesco Devincent direttamente dai meandri della terra giocano a fare la guerra.

Ma parliamo ora del remix di Vladislav Delay.

Sappiamo che Vladislav Delay non ha bisogno di alcuna presentazione: conosciamo molto bene le sue capacità tecniche e melodiche, lo abbiamo sentito spesso giocare con la metrica e siamo consapevoli che nella scena elettronica gioca un ruolo non indifferente.

Ascoltando il remix che Delay ha fatto a Lucretio & Francesco Devincent, possiamo renderci conto fin da subito che l’original mix non viene stravolto: le pause sono quasi del tutto assenti, aumentando l’atmosfera di ‘viaggio’ del disco.

Thierry Viti