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Con Plaid e Luke Vibert, Fine Fame porta al Laboratorio Crash un ventennio compresso di storia della musica, un Bignami aggiornato di innovazione sonora.
Pionieri di quella che viene generalmente definita Intelligent Dance Music (IDM), inizialmente sotto il collettivo Black Dog (di cui faceva parte anche Ken Downie) e poi in prima persona come Plaid, Ed Handley ed Andy Turner sono considerati due giganti dell’elettronica contemporanea. La techno del duo gallese è un dedalo di figure geometriche, scomposte e ricomposte in modo assolutamente imprevedibile e rifinite da una cura armonica e melodica davvero rara, degna della musica colta contemporanea. Ogni loro traccia è un’opera d’arte, in alcuni casi immediata e subito coinvolgente, in altri casi invece complessa ma non per questo meno affascinante. Colonna portante del catalogo Warp Records, la label più importante di tutti i tempi per l’elettronica, arrivano a Bologna con un set rinnovato sia nella parte audio che in quella video (frutto della loro costante ricerca di soluzioni inedite, che i Plaid sperimentano grazie all’utilizzo di nuove tecnologie), tra rimandi al loro ultimo lavoro (“Reachy Prints”), grandi classici del loro repertorio e parti ancora inedite.

Insieme ai Plaid salirà sul palco del Crash il geniale produttore e musicista britannico Luke Vibert, che in passato ha seminato il panico sotto vari moniker (Wagon Christ, Plug, Amen Andrews, Kerrier District), pioniere dell’acid nonché fratello di sangue di Aphex Twin, tornato a picchiare forte con “Ridmik”, il suo nono album uscito nell’aprile scorso. Luke Vibert è senza dubbio uno dei personaggi chiave dello sviluppo della musica ritmica degli ultimi anni. La sua enorme discografia ha abbracciato etichette come Rephlex Records, Ninja Tune, Planet Mu, Mo’Wax e le sue tracce sono apparsi su innumerevoli compilation: il leggendario chitarrista B.J. Cole lo ha definito “un giovane Mozart che sta seduto a casa rimuginando continuamente idee fantastiche”.

Buon divertimento!

Stefano Pizzigoni