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Sabato 7 ottobre Parkett è stato al Link di Bologna per la roBOt Night. Ricardo Villalobos, Dana Ruh e Digby gli ospiti della serata.

Una delle serate più attese dello scorso weekend era sicuramente la roBOt Night di Bologna. La one-night, organizzata da roBOt Festival al Link Associated, ha visto protagonisti Ricardo Villalobos, Dana Ruh e Digby, come vi avevamo già detto in questo articolo di qualche giorno fa.

Noi di Parkett siamo stati presenti all’evento, che è iniziato alle 23 di sabato sera per poi continuare fino alle 6 del giorno successivo. Arriviamo verso la chiusura del set di Digby, che è sembrato pulito, sufficientemente energico e tecnicamente ineccepibile. Almeno nell’ultima mezz’ora della sua esibizione.

L’atmosfera è già molto calda e al sound system non si possono muovere critiche; bassi avvolgenti e ben calibrati, che si distribuiscono in maniere uniforme all’interno del Link. Poco dopo l’una sale in consolle Dana Ruh. La pupilla di André Galluzzi e responsabile di Brouqade Records e Aras inizia come ci si aspettava iniziasse. I primi minuti sono un’interessante preparazione al resto della serata. Anche sulla sua tecnica non si può dire nulla.

In seguito a questa sorta di warm up, Dana inizia evidentemente a fare sul serio, sempre considerando che di lì a poco ci sarebbe stato Villalobos sul palco della roBOt Night. Il suo set acquista una particolare decisione, la selezione musicale si fa più adatta alla pista senza perdere di ricercatezza. La dj tedesca non lascia (quasi) mai spazio alla noia, anche se non si può dire che faccia strappare i capelli. In altre parole, svolge il “compito” senza prendersi rischi considerevoli.

All’apice della serata, quando l’atmosfera è estremamente calda e densa, fa il suo ingresso Ricardo Villalobos. Un abbraccio a Dana Ruh, qualche minuto per preparare i dischi e alle tre del mattino l’artista cileno è alla consolle della roBOt Night. L’inizio del set è contemporaneamente deciso e uniforme. C’è più convinzione di quanta se ne potesse aspettare, ma le sonorità non si discostano in modo considerevole da quelle tipiche di Ricardo.

Dopo i primi 45 minuti qualcosa cambia; la selezione si fa più sfacciata e audace e la tecnica emerge. La scelta di tracce apparentemente “facilone” viene ripagata dall’abilità con cui queste vengono trattate e mixate. L’ora centrale del suo set è senza dubbio il punto più alto della serata sotto tutti gli aspetti.

È la parte finale della serata a non convincere pienamente. Poco prima delle cinque, infatti, il ritmo si appiattisce e l’atmosfera si affievolisce chiaramente. Ci sono diversi minuti di stallo, in cui Villalobos non stupisce come è suo solito fare. Questa sorta di paralisi del set non dura molto, ma di lì in poi il dj cresciuto in Germania non torna sui livelli di qualche decina di minuti prima.

L’ora finale oscilla tra una non entusiasmante Tech-House, seppure di un certo livello, e qualcosa di ruvido e deciso, vicino alla Techno. Quasi sorprendente sentire un Villalobos così trascinante, ma lineare. La qualità c’è e si sente, mentre il coinvolgimento del pubblico cala lentamente e comprensibilmente.

Nel complesso la roBOt Night ha soddisfatto le attese, le quali erano molto alte. Dal punto di vista musicale, nell’insieme non si può certo parlare di una serata banale. Villalobos e Ruh, il primo in particolare, hanno offerto qualcosa di diverso da ciò che ci si aspetta da loro. Il tipico suono minimale ed essenziale non è stato il protagonista della serata, lasciando spazio a ritmi più crudi e robusti.

Qui una delle dirette della serata, mentre sulla nostra pagina Facebook potete trovare tutte le altre.