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Questa è una settimana storica per la musica, storica ma triste. Lo è perchè si chiude Music is Revolution: The Final Chapter, l’ennesima stagione di residenza ibizenca di Carl Cox allo Space Ibiza, l’ultima. Lo è perchè il 2 ottobre si chiuderà definitivamente lo Space.

Lo è fondamentalmente per le forze in gioco: da una parte Space Ibiza, il punto di riferimento della nightlife dell’isola, che dopo 27 anni decide che “basta così”, che Ibiza non è più casa e cosa sua, che forse la nightlife non è più cosa e casa sua; dall’altra Carl Cox, quell’artista così eclettico ed universale, così oltre i limiti, quell’innovatore costante, quella perenne avanguardia. Si scioglie così il connubio che in anni ed anni di party era diventato il simbolo più puro dell’Isla nel mondo, sfidiamo chiunque a dirci il contrario.

Carl Cox apre quindi la settimana che ci porterà poi il 2 Ottobre alla chiusura definitiva di un capitolo di storia dei party e lascia uno squarcio profondo, nel cuore di chi con lui e con lo Space ha condiviso momenti indelebili e nel cuore di chi non lo potrà mai fare e lo lascia in un momento nel quale la club culture necessiterebbe di punti saldi, per capire gli errori del passato e non ripeterli in futuro.

Quindi si, lo fa un po’ nel momento in cui più di tutti si aveva bisogno di lui, ma non glie ne facciamo una colpa; continuare in un altro modo, con un altro progetto, sarebbe stato innaturale e sterile, bieco merchandising, mentre chi ha seguito la vicenda sa che Carl Cox e Pepe Rosello qui si sono giocati una partita che va molto oltre il merchandising, molto oltre il brand e i conti in tasca (lo Space Ibiza risorgerà, parola di Carl Cox)

Lo fa come è giusto farlo, esplodendo con tutto il fragore della sua musica, con ore e ore di soli vinili, per dare sfogo a tutta la sua tecnica, per dare voce ancora una volta a tutta quella storia che ha scritto in quel locale, a tutto il suo amore per la musica, a tutti quei sorrisi che, ahimè, stavolta faranno posto anche a qualche lacrima.

Ci sono tante domande che uno si potrebbe fare, alla vigilia di un evento come questo, sul futuro “Ushuaia Branded” del locale (la vita dopo l’era dello Space Ibiza), su quello da part timer di Carl Cox, su quello di Space come marchio non più ibizenco, su quello stesso dell’isla, mai come quest’anno messo in dubbio da continui problemi con la legge sopratutto per quanto riguarda i colossi come Amnesia e Pacha, su quello della stessa club culture.

Ci sono tante domande da farsi, e un giorno ce le faremo, oggi no però, oggi ci godiamo, ancora una volta, Carl Cox allo Space.

Franco Amadio