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E’ stato trovato un brano musicale del lontano 1958 contenente quelli che oggi considereremmo dei suoni “acid house”.

Esiste un brano, composto addirittura nel 1958, che incarna ciò che per l’epoca era quanto più di sperimentale si potesse immaginare, contenente quelli che oggi considereremmo dei suoni molto acid house.

Naturalmente è tutto ben lontano da ciò che a noi fa pensare a quel genere, dato che per eccellenza quelle sonorità ci rimandano alle uniche e inconfondibli linee di basso della TB-303 e il suo timbro “nasale”, ruvido e liquido allo stesso tempo.

Il brano in questione, forse da intendersi come una simpatica scoperta piuttosto che un reale documento di “archeologia” della musica dance, viene dal laboratorio della Philips – marca che tutti conosciamo per i suoi prodotti tecnologici di consumo.

C’è stato un periodo in cui, nella stanza 306 di quei laboratori, alcuni operatori avevano il permesso di comporre musica del genere. E forse, per contro, non sorprenderà sapere che proviene da Eindhoven, Olanda. Per cui, volendo essere rigorosi, sarebbe anche perfettamente coerente con le radici europee dei suoni acid house.

Musicalmente parlando, il brano è insolito per la nostra epoca, quindi figuriamoci per gli anni in cui è uscito.

Il 1958 appartiene a un’epoca addirittura precedente alla rivoluzione della psichedelia, che a partire dagli anni ’60 ha portato un’ondata di sperimentazione ed eplorazione sonora che ha pervaso letteralmente la cultura di un’epoca, complici anche i viaggi in India dei Beatles prima, e dei viaggi interiori dei Pink Floyd dopo.

Sempre nel merito della traccia in questione, non possiamo fare a meno di rilevare che suona un po’ ingenua, perchè chiaramente i limiti dell’epoca erano evidenti e come arrangiamento appare un po’ priva di senso.

Però è altresì vero che bisogna riconoscere un apprezzabile impulso avveniristico, nel tentativo di rendere popolare così presto la musica elettronica.

Indubbiamente, i suoi suoni vagamente “acidi” (o dovremmo dire “proto-acidi“) sebbene nella forma precursori di quelli che conosciamo oggi, nascono in un contesto completamente diverso e letteralmente “a tavolino” rispetto alla spontanea fisicità della vera acid house.

Ascoltate voi stessi per credere