La techno di Mike Parker lavora in profondità. Un tipo di sound che non cerca il colpo d’effetto, né l’urgenza del drop: preferisce insinuarsi lentamente, scolpendo geometrie ritmiche con pazienza quasi rituale. “Epilogue” è uno degli album più emblematici di questa scuola di pensiero.
Con “Epilogue”, la label olandese Field Records propone una rilettura accurata del periodo creativo di Mike Parker legato a Prologue, etichetta tedesca di culto attiva tra il 2008 e il 2015. La raccolta – disponibile dal 24 ottobre 2025 in triplo vinile e formato digitale – è molto più di una ristampa: è una curatela mirata che ripercorre, con ordine e sensibilità, uno dei momenti più coesi e significativi della carriera del producer americano.
È un disco che parla a chi c’era, ma anche a chi oggi scopre – o riscopre – il linguaggio ipnotico della techno. Un genere mai scomparso, che continua a mutare e sedimentare nelle profondità dei club e dei cataloghi più esigenti.

Prologue: il suono dell’introspezione ritmica
Per comprendere davvero Epilogue, occorre guardare al contesto in cui le tracce selezionate sono nate. Prologue è stata un catalizzatore estetico. Fondata in Germania da Tom Bonaty nel 2008, ha avuto un ruolo determinante nella definizione di una techno profonda, riduzionista e psichedelica, al tempo in cui i circuiti club europei iniziavano ad allontanarsi dai codici tradizionali del genere.
Fra i protagonisti di questa stagione troviamo Donato Dozzy, Cio D’or, Ness, Claudio PRC – e ovviamente Mike Parker. Se molti degli artisti legati a Prologue partivano da una matrice ambient o dub, Parker portava con sé un rigore geometrico e quasi architettonico, maturato negli anni precedenti attraverso la sua etichetta personale, Geophone, attiva fin dal 1997.
Il suo stile, fondato su una gestione meticolosa della sintesi analogica e un uso chirurgico del filtro, si sposava perfettamente con la visione di Prologue, tanto da diventarne uno dei pilastri.
Il percorso tracciato in Epilogue
Epilogue è strutturato in tre dischi ed una versione digitale ampliata. La tracklist include brani tratti da due EP – “Subterranean Liquid (2011)” e “Forward” – oltre a sei tracce selezionate dall’LP “Lustrations (2013)”, una delle opere più intense della discografia di Parker.
Il primo vinile si apre con “Ringing Bass (Edited Length)” e “Subterranean Liquid”, brani che incarnano pienamente l’essenza del sound di Parker: basse frequenze stratificate, ritmi a spirale e una sensazione di discesa costante. “Forward (The 5 AM Mix)” aggiunge una tensione sospesa, mentre la versione remixata da Donato Dozzy offre un punto di vista parallelo, altrettanto ipnotico ma filtrato attraverso la lente mistica del producer italiano.
Nel secondo e terzo disco emerge tutta la complessità timbrica di Lustrations, dove Parker esplora forme più astratte e sottili, come in “Lustration Eight (Contours)” o “Lustration Twelve (Derecho)”. Qui la techno si fa ambiente, non più solo struttura ritmica ma paesaggio mentale.
L’edizione digitale include otto brani aggiuntivi, tra cui la versione originale di “Ringing Bass“, la suite iniziale di “Lustrations” (con i primi tre volumi), e la misteriosa “Cio’s Underwater Track”, probabilmente legata all’universo di Cio D’or.

Un’estetica disciplinata
La techno di Mike Parker è tutt’altro che immediata. Non cerca il consenso, non corteggia il pubblico. È una musica disciplinata, costruita con logica millimetrica ma mai sterile. Ogni battito, ogni modulazione, ogni variazione di filtro è calcolata in funzione di un equilibrio più ampio. Il risultato è un suono che può sembrare statico a un primo ascolto, ma che in realtà vibra di dinamiche interne, come un paesaggio osservato a lungo in silenzio.
In particolare, la sua capacità di usare la ripetizione non come gabbia, ma come dispositivo psicologico, lo avvicina più a un artista che a un semplice produttore da club. La sua techno si ascolta con il corpo, sì, ma anche con la mente. Una macchina costruita per accompagnarti in uno spazio altro, fatto di immersione più che di movimento.
Perché Epilogue è attuale oggi?
La domanda è lecita: perché riesumare queste tracce nel 2025? La risposta sta nell’evoluzione stessa della techno contemporanea. Dopo anni di overload sensoriale – tra revival rave, bpm sempre più alti e ricerca del drop spettacolare – sta lentamente riaffiorando un desiderio di profondità. Le nuove generazioni di produttori e ascoltatori stanno tornando a esplorare sonorità più sottili, rituali, capaci di reggere l’ascolto prolungato. È il momento perfetto per riportare alla luce una raccolta come Epilogue.
Field Records, già nota per la sua linea editoriale sofisticata e coerente (basti pensare alle uscite di Artefakt, ASC, Shifted), firma con questa pubblicazione un lavoro di archivio curato, ma vivo. Propone il passato e lo reinterpreta, offrendo un ascolto ancora pienamente rilevante.
Nonostante l’apparente riservatezza di Mike Parker rispetto al panorama più commerciale della techno, la sua influenza è stata tangibile negli anni successivi. Producer come Luigi Tozzi, Amandra, Feral o Artefakt – per citarne alcuni – hanno raccolto elementi della sua estetica sonora, integrandoli in nuovi contesti e linguaggi. L’approccio riduzionista, la gestione dei filtri e delle modulazioni, l’ossessione per la forma circolare sono diventati tratti distintivi di un’intera sottoscena.La decisione di Field Records di pubblicare Epilogue nel 2025, a distanza di oltre un decennio dai brani originali, non è casuale. Arriva in un momento in cui il pubblico sta tornando ad apprezzare un tipo di elettronica più concentrata, meno gridata, più attenta alla qualità del suono e alla costruzione dell’atmosfera. I cicli si ripetono nei brani e anche nella storia della musica.

L’importanza della memoria
Epilogue non è un album nuovo e nemmeno un oggetto da collezione e basta. È un documento vivo, utile, che illumina un frammento preciso dell’evoluzione della techno contemporanea. Mike Parker, con il suo approccio disciplinato e visionario, ha contribuito a ridefinire i confini della musica elettronica da club – ed Epilogue ce lo ricorda con chiarezza.
In un panorama dove spesso l’urgenza sovrasta l’intenzione, riascoltare queste tracce ci ricorda quanto potere possa avere il suono quando è pensato, costruito e offerto con coerenza. Un’eredità che continua a parlare, in silenzio, nel cuore dei club.
Tracklist completa
Vinile – Triplo LP
- A1: Ringing Bass (Edited Length)
- A2: Subterranean Liquid
- B1: Forward (The 5 AM Mix)
- B2: Forward (Donato Dozzy Remix)
- C1: Pulse Trader
- C2: Moisture (Treatment 3)
- D1: Lustration Four (DaiKaiju)
- D2: Lustration Five (息)
- E1: Lustration Six (Megalith)
- E2: Lustration Eight (Contours)
- F1: Lustration Eleven (Sarychev)
- F2: Lustration Twelve (Derecho)
Digital only
- Cio’s Underwater Track
- Ringing Bass (Original Length)
- Lustration One (Khonsu)
- Lustration Two (Nor Easter)
- Lustration Three (Atlantic)
- Lustration Seven (Forms)
- Lustration Nine (Drums)
- Lustration Ten (Pressure Zone)
