Ci sono festival che nascono per fare rumore, e poi ci sono quelli che cambiano il modo in cui ascoltiamo. C2C Festival appartiene a questa seconda categoria.

C2C ritorna dal 30 ottobre al 2 novembre 2025. Torino accoglierà la sua ventitreesima edizione con un titolo che racchiude perfettamente la sua storia: “Per Aspera Ad Astra” — attraverso le asperità sino alle stelle.Un

Un motto antico, ma oggi profondamente attuale, scelto per rendere omaggio a Sergio Ricciardone, il fondatore e direttore del festival scomparso a marzo. Ricciardone aveva un talento raro: sapeva guardare avanti senza mai perdere il contatto con il presente. Da vent’anni, la sua visione ha fatto di C2C molto più che un evento musicale — lo ha trasformato in una bussola per capire dove sta andando la cultura contemporanea.Nato

Nato nel 2002 come Club To Club, un esperimento diffuso tra i club torinesi, è cresciuto restando fedele alla stessa idea: la musica come spazio d’incontro, di contaminazione e di libertà.

Oggi, mentre tanti festival si rincorrono su cartelloni prevedibili, C2C resta un unicum. È un luogo in cui i generi si sciolgono, le etichette si confondono e le persone si incontrano per curiosità più che per appartenenza. In questa edizione (la prima senza il suo fondatore) la direzione artistica sceglie di non guardarsi indietro con malinconia, ma di continuare il viaggio che Ricciardone aveva tracciato: una ricerca ostinata di nuove forme di espressione sonora.

La line up di C2C 2025 ne è la prova. È un mosaico di sensibilità, dove convivono il futuro pop di A. G. Cook, le sfumature spirituali di Ali Sethi & Nicolas Jaar, e la delicatezza sperimentale di Daniel Blumberg. Ci sono artisti come Blood Orange, che porta in scena l’identità come strumento politico, o Four Tet, capace di trasformare l’elettronica in poesia geometrica. E poi ancora Blawan, billy woods, Floating Points, Ecco2k, Saya Gray, Model/Actriz, Skee Mask — nomi diversi, ma uniti da un filo comune: la ricerca di un suono che non si fermi alla superficie.

Anche gli italiani IOSONOUNCANE & Daniela Pes trovano spazio in questa costellazione: la loro collaborazione segna un punto d’incontro tra voce e sintesi, tra radici e sperimentazione. È in queste scelte che si riconosce l’impronta di C2C: curiosità radicale, visione collettiva e una costante tensione verso ciò che è nuovo, ma mai fine a sé stesso.

Torino come cassa di risonanza, Torino, con la sua anima industriale e la sua storia di rinascita culturale, Torino lo sfondo ideale un percorso non per forza ma lineare ma autentico.

Le sedi del festival, dalle OGR Torino al Lingotto Fiere, da Combo Torino alle Fonderie Limone, raccontano una città che sa reinventarsi, trasformando i suoi spazi storici in laboratori creativi. C2C non arriva semplicemente a Torino: nasce da dalla sua voglia di costruire senso nel caos contemporaneo.

Non è un caso che il festival continui ad attirare un pubblico sempre più giovane e internazionale: il 40% arriva dall’estero, più della metà ha meno di trent’anni. È un segno di vitalità, ma anche di fiducia. C2C è diventato un punto di riferimento per chi cerca esperienze culturali autentiche, capaci di parlare al cuore e alla mente.

“Per Aspera Ad Astra” non è solo il tema di un’edizione, ma la metafora di un percorso umano. Ricciardone aveva capito che la musica non serve a fuggire dalla realtà, ma a guardarla con occhi diversi. E oggi, in un mondo che tende a semplificare, C2C continua a scegliere la complessità.

Ogni artista in line up, ogni set, ogni scelta curatoriale racconta un’idea di comunità fondata sull’ascolto — non solo della musica, ma delle persone, delle culture, delle fragilità. È forse questo il dono più grande che Ricciardone ha lasciato: aver creato un festival che non celebra solo il suono, ma l’esperienza dell’essere insieme, nel tempo sospeso di una performance, di una città che vibra, di una notte che diventa possibilità.

C2C

C2C Festival 2025 sarà tutto questo: un viaggio verso le stelle, ma con i piedi ben piantati nella realtà. Perché il modo migliore di ricordare chi ha saputo guardare lontano è continuare a camminare nella sua direzione — attraverso le asperità, sino alle stelle. Grazie Sergio.