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Dopo cinque anni dalla sua ultima apparizione su Open Channel for Dreamers, Alex Picone ritorna sulle scene con “Late Labyrinth EP”, una release solida dal fascino squisitamente nineties che è pronta a conquistare i dancefloor di tutta Europa.

Open Channel for Dreamers inizia il 2023 con la pubblicazione della sua release numero nove. Il protagonista sarà di nuovo Alex Picone, dj e producer che da anni contribuisce alla crescita della scena underground internazionale come artista, label manager e co-founder della distribuzione Small Black Dots. Dopo essersi conquistato la fiducia di una grandissima fascia di pubblico ed essersi esibito in ogni angolo del mondo, Alex Picone ritorna in studio per dare vita alle quattro tracce che compongono “Late Labyrinth EP”.
Il nuovo O.C.D. si distingue per la varietà delle sonorità proposte, esplorando le differenti sfaccettature che la musica elettronica offre. Alex infatti, ha dato alla release una dimensione musicale autentica e difficilmente collocabile nel tempo, utilizzando una tecnica compositiva puramente analogica.

Oggi vi presentiamo in anteprima “Playground”, una produzione dal ritmo avvolgente che si caratterizza per l’orientamento a metà tra l’house music e la techno; la sua bassline decisa e il tema melodico dal gusto retro la rendono una traccia versatile, perfetta sia per il club che per l’afterparty.

La tracklist di Late Labyrinth EP si completa con altre tre tracce, due delle quali dalle note più deep e squisitamente club oriented, “Chocolate Rushes” e “Road Rage Record”, mentre in “Swinder” possiamo apprezzare il calore di un approccio più tradizionale all’house music, candidandosi come la scelta ideale per una morning session.

In occasione del nuovo Open Channel for Dreamers firmato Alex Picone, abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Nick (all’anagrafe Niccolò Paccagnella), fondatore e direttore artistico di Open Channel for Dreamers. Ecco cosa ci ha raccontato.

Ciao Nick benvenuto su Parkett. Qual è stato il tuo primo approccio con la musica elettronica e cosa ti ha spinto a voler creare una tua etichetta?

Ciao ragazzi grazie a voi per l’ospitalità! È difficile individuare quale sia stato il primo approccio… Nei primi anni ’90, nonostante fossi più interessato a generi come il metal, il rock e l’alternative,  credo che MTV, VideoMusic e la radio abbiano giocato un ruolo fondamentale nel pormi in contatto con la musica elettronica. Qualche anno dopo, la collezione di cassette con le registrazioni delle serate dei DJ “nostrani” della sorella del mio miglior amico ha aggiunto un altro tassello a questo cammino.

Da lì in poi l’esperienza nelle discoteche, l’avvento di Internet, l’inizio del mio percorso come DJ e l’entrare in contatto con persone con le quali ad oggi, a distanza di 20 anni, tuttora condivido la passione per la musica, mi hanno immerso completamente all’interno della scena elettronica. Nell’intraprendere questo percorso ho avuto la possibilità, tra le varie cose, di gestire un’etichetta molto importante a metà degli anni 2000 (Be As One Imprint), di aprire una distribuzione di dischi e un negozio, Small Black Dots, e di fondare etichette come OCD, Lowkey, RKOD, per poter dare spazio alla musica che mi piace e agli artisti che incontro. Direi quindi che gestire delle label sia una cosa abbastanza organica per me più che una scelta “premeditata” o fatta a tavolino.

Qual è l’obiettivo che ti sei prefissato quando hai fondato O.C.D?

In realtà non ho iniziato con un piano ben definito. L’aver creato Small Black Dots con Alex (Picone) mi mette costantemente in contatto con dj, producer e con una quantità ingente di musica, tutte variabili che nel tempo mi hanno spinto a fare qualcosa di mio. Mi sono sempre visto nel ruolo di “executive producer” piuttosto che in quello di produttore, focalizzandomi sul creare uno spazio per la musica che mi piace e per gli artisti che reputo interessanti.

All’interno del catalogo O.C.D. abbiamo notato che, accanto a release firmate da artisti attivi nei giorni nostri, troviamo anche una reissue di brani già usciti in passato, come nel caso dell’OCD006 firmato da Bo. Ci racconti un po’ quali sono i criteri che utilizzi nella scelta delle release che pubblicherai?

Quello di Bo è stata l’unica (ad oggi) reissue che ho fatto sul catalogo principale di O.C.D. Le tracce le conobbi qualche anno prima e mi colpirono molto perché, all’interno della discografia dell’artista – di impronta decisamente più minimale – ho trovato una specie di “anomalia”, una proposta deep house carica di emozioni e calore. Mi misi in contatto con Bo, e gli piacque l’idea della reiusse… Il resto è venuto da sé.
Più in generale, cerco di creare degli EP che abbiano un buon mix di differenti generi o sottogeneri, che non siano schiavi della moda del momento, ma che si possano suonare oggi tra dieci o vent’anni (o almeno ci provo!).

Come si gestisce un’etichetta come O.C.D. e quali sono state le difficoltà che hai trovato durante il cammino?

Ad essere sincero credo che difficoltà ne ho avute poche e di questo ne sono grato…. L’unica nota dolente per me è la mancanza di tempo da dedicare a O.C.D. Con la distribuzione, il negozio (e tutto quello che ne consegue), è difficile non desiderare di avere a disposizione giornate di 36 ore! Riuscire a pubblicare una release all’anno lo testimonia, anche se sono dell’avviso che è meglio avere poche pubblicazioni ma di qualità, rispetto a un catalogo più ampio ma mediocre. Questo è l’aspetto più importante per me; proprio per questo, non sento la pressione di dover pubblicare continuamente della musica per dovere, ma piuttosto sono libero di prendermi il mio tempo e farlo quando arriva il momento giusto.

Ci spieghi come nasce un ep e come entri in contatto con gli artisti?

Non ho una formula specifica che seguo ad hoc; fortunatamente sono circondato dalla musica e da produttori giovani e veterani… A volte possono essere amici con i quali condivido la vita di tutti i giorni, altre volte persone che conosco ad eventi o durante alcune mie date come DJ, oppure che conosco grazie al mio lavoro di ascolto e di ricerca musicale… Altre volte, più semplicemente, un ep può nascere quando si creano determinate circostanze, anche casuali se vogliamo.

Quando mi interessa un artista in particolare, lavoro con lui per poter creare un EP che abbia un buon equilibrio al suo interno, sia pensando al DJ che fruirà della musica, sia pensando al produttore, offrendogli uno spazio dove far conoscere un approccio musicale anche diverso dal solito. Ad oggi O.C.D. è una label per DJ, e come DJ sono pienamente consapevole di cosa voglio trovare in un disco quando lo acquisto… Cerco quindi di costruire le release e collaborare con gli artisti anche seguendo il mio gusto e quello che ho imparato dopo diversi anni all’interno di questo specifico settore discografico.

Parlaci un po’ del nuovo EP firmato Alex Picone. Con quali criteri hai scelto le tracce e come continui a dare la tua personale impronta alla label quando programmi una nuova pubblicazione?

“Late Labyrinth EP” rappresenta un ritorno molto atteso di Alex come produttore. È già passato qualche anno, infatti, dall’ultima volta che Alex ha rilasciato della musica sotto suo nome, e coincidenza vuole che il suo ultimo EP sia stato pubblicato proprio su O.C.D. (OCD003). Come dicevo prima, spesso il tempo è il mio più grande nemico, e non mi permette di dedicarmi come vorrei alla mia passione per la musica… e questo succede anche ad Alex. Nel suo caso, il tempo che vorrebbe dedicare alla produzione musicale è sempre molto di più rispetto alle ore che passa effettivamente in studio.

Negli ultimi anni, nonostante lo studio di registrazione si trovi proprio all’interno del nostro negozio, sono stati pochi i momenti in cui Alex ha potuto dedicarsi al 100% alla composizione senza doversi dedicare anche ad altro. Per fortuna, essendo un grande artista con una vastissima esperienza e un gusto davvero sopra la media, ha sempre ben presente quello che vuole fare e sa benissimo come farlo. In poche ore di sessione è capace di produrre dell’ottimo materiale e questo EP nasce dopo aver ascoltato tutto quello che aveva prodotto e registrato a cavallo tra 2021 e 2022. C’era davvero tanta musica tra cui scegliere e ho scelto con lui quella che ci sembrava più adatta per un ep vario, fuori dagli schemi, e con il caratteristico stile di Alex: insomma, un EP “alla O.C.D.”…

Da dove provengono le serie speciali “The Secret Sun”?

“The Secret Sun” è proprio una speciale serie dell’etichetta, uno spazio parallelo dove pubblico quella musica che non rientra in ciò che per me è la linea su cui si compone il catalogo principale di O.C.D. L’ho definita appositamente una “serie”, perché vorrei che in futuro fosse percepita come parte integrante della discografia globale di O.C.D. piuttosto che come una sub-label, che per quanto possa essere della famiglia allo stesso tempo potrebbe facilmente essere considerata come una cosa a sé stante e disconnessa.

Con “The Secret Sun” mi sto dedicando a rilasciare musica inedita di artisti che mi piace definire come “veterani”, anche se spesso risultano poco conosciuti ai più; si tratta di musica composta negli anni ‘90 che è rimasta “ferma” o nascosta circa 30 anni su DAT o tapes. Infatti, The Secret Sun è un progetto che ad oggi ha portato alla luce inediti di Ballet Mechanique (3 EP), Beyond A Void (Scott Featherstone), Alex Martin e del nostro carissimo Miki.

Per quanto riguarda il caso particolare della prossima release, la numero sette, ho momentaneamente abbandonato gli inediti per occuparmi (per la prima volta su Secret Sun) della reissue di un 12 pollici a me molto caro. Si tratta di “Trailmix – Plum Pudding EP”, un disco pubblicato nel 1996 sulla storica label di San Francisco “Sunburn Records”. Come da tradizione, la stampa avverrà su vinile trasparente (rosa in quest’occasione) e con una tiratura limitata di 300 copie

Cosa ci riserva il futuro di O.C.D.?

Sicuramente ci saranno altre serie interne alla label che mi daranno la possibilità di ampliare gli stili e le influenze musicali. Entro la fine del 2023 vorrei pubblicare un secondo EP di Beyond A Void su The Secret Sun e magari la decima uscita sul catalogo principale di OCD. Inizierò anche la produzione di merchandising e, se mi avanzeranno tempo ed energie, magari organizzerò uno showcase.

 

Late Labyrinth EP è già disponibile in pre-order sul sito di Small Black Dots QUI.

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Photo: Head Imaging