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Nell’era dei VST, degli Audio Unit, degli RTAS ha ancora senso parlare di sintetizzatori stand alone? A quanto pare si, visto che molte aziende hanno rilanciato su questo mercato.

In questo articolo però non vogliamo parlarvi di nuovi prodotti, ma riassumere, in una top 10, i sintetizzatori che secondo noi hanno segnato l’evoluzione del suono elettronico.

L’uomo ha provato a generare musica “sinteticamente” già da fine 800 ma, tolto il Theremin di inizio 900, l’epopea dei sintetizzarori inizia negli anni 60.

MOOG MODULAR

In principio fu il Moog. Quel signore che tanto assomiglia al nostro presidente della Repubblica, quando il resto del mondo andava dietro ai Beatles, progettò quella che fu la vera rivoluzione della musica elettronica.

Un sistema composto di moduli separati, ognuno con una precisa funzione, collegabili tramite cavi esterni in grado di generare suoni mai uditi prima. Il controllo della tonalità avveniva (ed avviene) in tensione. Fu infatti il primo a teorizzare il rapporto fra volt e ottave. Il suo effetto fu così dirompente che anche i Beatles iniziarono ad utilizzarlo.

I Depeche Mode, i Tangerine Dream, moltissimi artisti elettronici e soprattutto un signore che si chiama Giovanni Giorgio ma che tutti chiamano semplicemente Giorgio.

E’ un sintetizzatore di culto i cui suoni sono udibili davvero in tantissimi generi musicali: proprio per questo sono disponibili su Amazon moltissime guide e libri che vi orienteranno al meglio verso il Moog Modular.

MINIMOOG

Dopo il successo del Moog la necessità principale era chiara: ridurre le dimensioni dei sintetizzatori per renderli utilizzabili nei live. Un Moog Modular non era infatti trasportabile. Altra cosa non trascurabile costava molto, tanto che era un lusso di pochi grandi studi.

L’idea fu quella di creare una versione dello stesso trasportabile e più economica, così nel 1970 usci sul mercato il Minimoog.

Aveva sei fonti sonore: un generatore di rumore, un line input esterno, 3 oscillatori indipendenti. I 5 segnali erano miscelabili tramite un mixer che arrivava poi  in un filtro e al relativo amplificatore con i 4 comandi fondamentali (Attack Decay Sustain Release).

Questo filtro poi poteva essere fatto oscillare a sua volta creando la sesta fonte sonora. La tastiera è incorporata nello strumento.

Autobahn dei Kraftwerk fu composta quasi interamente con questo strumento. Ne fece un grande uso anche Richard Wright dei Pink Floyd.

ARP ODISSEY

La ARP Instruments nasce nel 1969 inizia a produrre diversi sintetizzatori monofonici dalle grandi dimensioni. Il successo però arriva nel 1972 con l’Odissey. Una tastiera trasportabile, una delle prime ad essere duofonica, cioè ad avere la capacità di suonare due note contemporaneamente.

Possedeva anche basilari funzioni di campionamento. Estremamente comodo da usare perchè tutti i parametri, i volumi, i valori degli oscillatori, erano governabili tramite pulsanti, fader e knob posti sul pannello superiore.

Fu uno dei sintetizzatori utilizzati dai Kraftwerk, dagli Ultravox e numerosi altri artisti.

Venne prodotto in numerose versioni ed oggi la Korg ne produce una versione contemporanea.

KORG MS 10

Un altro grande prodotto degli anni 70 fu questo synth monofonico. Composto da una tastiera con 32 tasti e un pannello nero con effetti e comandi.

La particolarità di questo synth è che permette di patchare (collegare in sequenza ndr) gli effetti come si preferisce tramite patch cord. Fu immesso sul mercato nel 1978 e fu sfruttato da artisti come The Chemical Brothers, gli Underworld.

Fu anche il synth su cui lavorò molto Juan Atkins, ritenuto uno dei padri fondatori della techno insieme a sua santità Jeff Mills.

Fairlight CMI

Presentato nel 1979 è stato in assoluto il primo campionatore e sintetizzatore digitale. Venne costruito completamente intorno a numerosi processori Motorola 6800.

Era, elettronicamente parlando, un calcolatore con diversi accorgimenti e un sistema operativo dedicato: il QDOS. Era dotato di una tastiera, un monitor a fosfori verdi ed il case contenente il computer e le connessioni audio. Le pagine mostrate a video erano paragonabili a quelle dei nostri sequencer attuali.

Le possibilità creative erano pressoché infinite, tanto che  Alan Parson scrisse un pezzo (Sirius) eseguito completamente da questa macchina. Geniale fu l’introduzione della “Page R”, una pagina in cui si potevano modificare manualmente le note sullo spartito.

Esattamente come fate oggi su Ableton. Assolutamente spaziale era la penna ottica in dotazione con  cui potevate toccare direttamente lo schermo per selezionare una nota, un comando o altre funzioni. Un prodotto davvero innovativo. Nel 2011 ne uscì un remake moderno.

ROLAND JUPITER 8

Gli anni 80 furono gli anni in cui Roland dettò le regole del gioco. Nel 1981 mise sul mercato la sua ammiraglia (femminile perchè è fisicamente una tastiera) e portava il nome di Jupiter 8. 8 sta per “8 voci”. Fu infatti uno dei primi sintetizzatori polifonici, monta 16 oscillatori controllati in tensione.

La sintesi è completamente analogica ma il sistema di gestione del synth è digitale: un processore Zilog Z80 infatti controlla tutte le impostazioni del sintetizzatore e permette di memorizzarle e richiamarle da una normale cassetta.

Purtroppo uscì pochissimo tempo prima dello standard MIDI per cui non né è dotato. Monta un particolare sistema proprietario per la sincronizzazione con altri dispositivi.

Uscì sul mercato ad un prezzo di 5300$ (del 1981). Inutile dirvi le sue quotazioni attuali: ci comprate un automobile.

E’ stato il synth d’elezione di quel periodo musicale, lo usarono praticamente tutti dal pop alla house, all’elettronica passando per la techno.

Su Amazon potete trovare la versione ‘economy’ del Roland Jupiter 8 a 468 euro.

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 YAMAHA  DX7

Avremmo voluto parlare a lungo degli altri fantasmagorici sintetizzatori Roland ma ho solo altri 3 posti a disposizione e non potevo non parlare della Sintesi FM . Che vuol dire Frequency Modulation ma in questo caso è più una modulazione di Fase.

Disponibile dal 1987 sia in versione a tastiera che in versione rack. E’ stato uno dei primi sintetizzatori a includere una porta midi che stava diventando lo standard mondiale in quel periodo.

Utilizza un lettore floppy disk per memorizzare patch, memorie e quant’altro. La tastiera è sensibile alla velocità e implementa la funzione aftertouch. Grandi utilizzatori furono i Depeche Mode, i Kraftwerk, i Talking Heads, gli Underworld. Solo per restare nel settore dell’elettronica.

Anche in questo caso, sono disponibili moltissime guide per conoscere al meglio questo fantastico sintetizzatore.

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CLAVIA NORDLEAD

Più che un solo prodotto è una serie di prodotti con lo stesso nome lanciati nel 1994 dall’azienda svedese Clavia. Chiunque è in grado di riconoscere queste tastiere grazie al colore rosso sgargiante di cui sono interamente colorate.

Fu il primo synth a utilizzare la tecnica dell’analogico virtuale: in pratica la Nordlead usa dei DSP (processori di segnale digitali) in grado di emulare la sintesi sottrattiva e FM  dei sintetizzatori anni 70 ed 80. Esiste anche una versione da rack.

E’ possibile acquistare la Nord Electro 4 su Amazon a 1.500 euro.

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ACCESS VIRUS

Sintetizzatori concepiti durante gli anni 90 e immessi sul mercato a partire dal 1997. Inizialmente disponibili in tre versioni: A, B e C. Si sono poi espansi fino al 2009 con la versione TI e TI2.

Uniscono la sintesi analogica alla sintesi virtuale. Gli oscillatori di questi sintetizzatori possono essere controllati in diverse modalità rendendo questa serie di sintetizzatori veramente completa.

Gli artisti più famosi che ne hanno fatto un grande uso sono sicuramente Paul Oakenfold, Stevie Wonder, The Prodigy. Access Virus è disponibile sul sito italiano di Amazon a 2.400 euro.

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KORG MICROKORG

Last but no least: il famosissimo Microkorg strumento che è sia synth che vocoder (ovvero quello strumento che server per fare la voce da robot).

Prodotto a partire dal 2002 è tutt’ora in commercio.

Il synth è (relativamente) molto facile da usare rispetto al resto dei sintetizzatori citati in questo articolo perchè prevede 128 programmi già pronti divisi in 8 categorie: Techno/House, Trance, Elettronica, DnB Breaks, Hip Hop Vintage, Retro, EFX e vocoder.

Il suono viene generato da due oscillatori con forma d’onda selezionabile, comprende una tastiera da  3 ottave e le connessioni general midi (in/trhu/out).

I programmi sono anche editabili più comodamente da pc con un software gratuitamente distribuito dalla Korg.

Che dire: Microkorg è in vendita su Amazon a 369 euro circa.

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Alessandro Cocco