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Ebbene si, ci ritroviamo ancora una volta a raccontare la storia di Berlino, capitale di techno e nightlife. E fa male, tanto male, soprattutto a chi è nato e cresciuto in Italia. Soprattutto a chi crede nelle potenzialità della vita notturna, a chi ci lavora da anni e a chi ha deciso di non espatriare all’estero, sposando una ‘causa’, quella del nostro Belpaese, quasi persa in partenza.

La notizia fa gioire ma, se confrontata con la situazione italiana, fa venire rabbia, molta. Come si legge su Il Mitte, il Consiglio della capitale della Repubblica Federale ha esposto una nuova regolamentazione: chi vorrà costruire condominii, dovrà assicurarsi di non farlo nei pressi di club o discoteche.

E non finisce qui, udite udite: i proprietari degli immobili dovranno occuparti di insonorizzare a proprie spese l’edificio. C’è da aggiungere, ad onor di cronaca, che la comunicazione del Consiglio è una dichiarazione d’intenti.

Viene da sorridere, e non si tratta di una smorfia di felicità: quante riflessioni si potrebbero fare su questa notizia, lontana anni luce dalla burocrazia, dall’immobilismo e dalla cultura italiana. Una gestione intelligente, quella della capitale tedesca, che ha intuito le grandissime potenzialità della vita notturna e dei ricavi da essa derivati. Un po’ come in Italia, dove si chiudono sempre più club e si lasciano i giovani abbandonati al proprio destino, in mezzo a una strada.

Photocredit: Riccardo Lancia