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Elasi e Anoraak, dopo il successo estivo di “Che Caldo” raccontano la nascita della loro collaborazione ai microfoni di Parkett.

Elasi e Anoraak sono due artisti che esplorano con divertimento e leggerezza un’idea di pop elettronico trasversale.

Influenze Electro, italo disco ed house si mescolano nella loro ultima hit estiva “Che Caldo”. Un pezzo apparentemente leggero e scanzonato, che nasconde tra le righe la tipica malinconia estiva che contraddistingue la discografia della poliedrica Elasi.

Anoraak, polistrumentista francese originario di Marsiglia, da sempre ripropone in chiave contemporanea il sound synth pop degli anni ’80, giocando in maniera irriverente con gli infiniti colori della dance music.

Ci siamo fatti raccontare la nascita di questa collaborazione e i nuovi progetti dei due artisti. Buona lettura!

Benvenuti su Parkett, è un piacere avervi come nostri ospiti. Vorrei partire dal vostro incontro, in che modo si è sviluppata la vostra connessione artistica?

ELASI: Ci siamo conosciuti un paio di anni fa al songwriting camp organizzato da SIAE-Italia Music Export per artisti e producer italiani e francesi. Io già seguivo amavo la musica di Anoraak per cui è stata una gran gioia scoprire che avremmo collaborato. Al camp abbiamo scritto in pochissime ore un pezzo di nome “Franco”, non è ancora uscito, ma lo sto già spoilerando ai miei live: è un pezzo così divertente e sincero che le persone lo cantano già dopo averne sentito solo i primi secondi per la prima volta! Vista la scioltezza della prima collaborazione, anche “Che Caldo” è nata con una spontaneità rara, nonostante fossimo in questo caso a distanza Milano-Marsiglia.

ANORAAK: Ho incontrato Elasi a Milano, durante un campus di scrittura Italia/Francia, credo che entrambi abbiamo amato lavorare insieme e siamo riusciti a rimanere in contatto finché non abbiamo trovato qualcosa su cui lavorare.

Che Caldo”, uscita lo scorso 15 luglio immerge perfettamente l’ascoltatore dentro l’atmosfera estiva con una nota malinconica. Che idea di estate volevate descrivere con questo pezzo e come avete lavorato per costruire questo appeal così seducente del brano?

ELASI: Anche se esternamente sembro una persona colorata e solare, in realtà sono molto blu e malinconica nel cuore: penso che questo brano renda molto l’idea di questo mio tratto. Poiché qualche anno fa ho vissuto per un periodo a Santa Monica, mi sono reimmaginata a una festa su un rooftop losangelino: glitter, ventagli e splendidi kimono ricamati fuori, ma nostalgia, noia e insofferenza dentro di me.

ANORAAK: La parte divertente del lavoro da remoto è che ognuno lavora secondo la propria visione e tu alla fine le fai combaciare, questo è il bello. Da parte mia ho avuto una visione della pista piuttosto tarda estate / sudata / indoor, mentre penso che Elasi avesse in mente qualcosa di più “a bordo piscina”, e i due approcci si sono completati perfettamente.

Francia ed Italia, due universi sonori in comunicazione e scambio. Quali sono state rispettivamente le influenze del non paese natio che avete sperimentato nella vostra musica o hanno influenzato parte del vostro operato musicale?

ELASI: I francesi e I belga sono così eccezionali con la musica elettronica che mi fanno venire il nervoso. L’80% delle mie influenze di sound viene da artisti francofoni e il mio sogno sarebbe quello di lavorare sempre di più tra Marsiglia, Parigi e Ghent. Ne cito alcuni che per me sono stati particolarmente importanti: Polo & Pan, Johan Papacostantino, Charlotte Adigery, Soulwax, Yuksek, Air, Stromae e Daft Punk.

ANORAAK: Da ragazzino ascoltavo molto Zucchero e Paolo Conte mentre erano in programmazione sulle radio francesi. Successivamente ho ascoltato molto gruppi e artisti italiani come Bottin, Bloody Beatroots, Crookers. Ora sono davvero preso da questa nuova scena attorno a Nu Genea, Marxist Love Disco Ensemble, Pellegrino… adoro davvero quello che fanno tutti questi ragazzi.

Oggi il ritorno verso sonorità legate alla disco è diventato una tendenza del pop italiano, in particolare della stagione estiva. Qual è il segreto per voi per fare tesoro del passato e rendere contemporaneo un suono così legato ad un’epoca musicale passata senza ricadere in banali cliché?

ELASI: Non stancarsi mai di fare ricerca, di curiosare, giocare e fare esperimenti senza paura. È importante non prendersi troppo sul serio e ascoltare la propria strampalata unicità: abbiamo tutti qualcosa di unico e nuovo da dire, quindi perché copiare e fare il compitino pulito di una cosa che esiste già? È bello ispirarsi, ma creare nuovi mondi lo è ancora di più.

ANORAAK: Non ho davvero la risposta a questa domanda, tuttavia credo che se lo fai con il cuore non importa se può apparire un cliché o meno.

Per entrambi cosmopolitismo e sperimentazione sono due parole chiave nel vostro approccio musicale. In questo preciso momento in quale galassia orbita maggiormente il vostro pianeta sonoro?

ELASI: Da sempre amo viaggiare alla ricerca di musica o dalla tradizione di Paesi lontani o dai tesori delle radici nostrane: mescolo suoni, ritmi, cori esotici, tribali o rituali a tessuti elettronici. In questi mesi ho avuto l’opportunità di concentrarmi sulla musica tradizionale della regione di Scutari in Albania per un progetto in collaborazione con GAI e OSA.

ANORAAK: Proprio la scena che ho menzionato prima, MLDE, Nu Genea… non voglio limitarmi a quella, ma la adoro davvero.

Elasi per te la collaborazione è un momento di scambio e arricchimento, il tuo ultimo lavoro Oasi Elasi nasce proprio da un confronto continuo con altri artisti anche molto diversi tra loro. Cosa prendi dalle persone con cui lavori e come costruisci un linguaggio sonoro universale tanto da raffrontarlo anche con mondi artistici spesso così differenti?

ELASI: Collaborare è un meraviglioso modo alternativo per viaggiare nelle storie profonde di altri artisti e nella scoperta di nuovi linguaggi. Uscire dalla propria zona di comfort attraverso un confronto inaspettato, è un’esperienza che regala grandi sorprese personali e artistiche. Mi è capitato di collaborare con artisti provenienti dall’estremo oriente con cui non riuscivo a comunicare neanche in inglese, ma la musica (come il cibo) è un linguaggio così universale che non può far altro che unire gli animi.

Anoraak nella tua musica il sapore retrò e l’amore per la disco sono evidenti, ma dentro le atmosfere glamour riesci sempre a ritagliare uno spazio per fare venire fuori una parte emotiva importante, che in un genere musicale così apparentemente glamour e leggero non è un affare semplice. Quanto la tua sfera emotiva ed il tuo vissuto influenzano il tuo lavoro musicale?

ANORAAK: Significa tutto! Tutto ciò che faccio, guardo, sento ha una potenziale influenza e mi affido sempre al mio cuore e ai miei sentimenti, la sincerità è la chiave.

Ultima domanda. Quali sono i vostri progetti futuri e quando potremo sentirvi insieme?

ELASI. Come ho accennato prima, questa non è la nostra prima e ultima collaborazione. Non vediamo già l’ora che esca il nostro prossimo pezzo!

ANORAAK: Attualmente sto lavorando su diversi progetti, soprattutto sul mio prossimo album. Spero che potremo suonare presto insieme ad Elasi, inoltre mi manca l’Italia, parte del mio sangue viene da lì.

ENGLISH VERSION

Welcome to Parkett, it is a pleasure to have you as our guests. I would like to start from your meeting, how did your artistic connection develop?

ELASI: We met a couple of years ago at the songwriting camp organized by SIAE-Italia Music Export for Italian and French artists and producers. I already followed and loved Anoraak’s music so it was a great joy to find out that we would collaborate. At the camp we wrote a piece called “Franco” in just a few hours, it hasn’t been released yet, but I’m already spoiling it at my live shows: it’s such a fun and sincere piece that people already sing it after hearing just the first seconds of it for first time! Given the ease of the first collaboration, “Che Caldo” was also born with a rare spontaneity, despite the fact that in this case we were at a distance from Milan to Marseille.

ANORAAK: We met with Elasi in Milan, during an Italia/France writing camp,i believe we both loved working together and managed to keep in touch until we found something to work on.

“Che Caldo”, released last July 15th, perfectly immerses the listener in the summer atmosphere with a melancholy note. What idea of summer did you want to describe with this piece and how did you work to build this seductive appeal of the song?

ELASI: Even if on the outside I seem like a colorful and sunny person, in reality I am very blue and melancholy at heart: I think this song gives a good idea of this trait of mine. Since I lived in Santa Monica for a while a few years ago, I reimagined myself at a party on a Los Angeles rooftop: glitter, fans and splendid embroidered kimonos outside, but nostalgia, boredom and impatience inside me.

ANORAAK: The fun part of working remotely is that each one is working according to his own vision and you make them match eventually, that’s the beauty. On my end i had a rather late summer night / sweaty / indoor vision of the track, while i think Elasi had something more ‘poolside’ in mind, and the two approaches match perfectly.

France and Italy, two sound universes in communication and exchange. What were the influences from your non-native country that you experienced in your music or did they influence part of your musical work?

ELASI: French and Belgian are so great with electronic music they make me nervous haha 80% of my sound influences come from francophone artists and my dream would be to work more and more between Marseille, Paris and Ghent . I mention a few that have been particularly important to me: Polo & Pan, Johan Papacostantino, Charlotte Adigery, Soulwax, Yuksek, Air, Stromae and Daft Punk.

ANORAAK: As a kid i heard a lot of Zucchero and Paolo Conte as they were on heavy rotation on french radios. Later i listened a lot to italian bands and artists like Bottin, Bloody Beatroots, Crookers. Now i’m really into this new scene around Nu Genea, Marxist Love Disco Ensemble, Pellegrino… i really love what all these guys do.

Today the return to disco-related sounds has become a trend in Italian pop, particularly in the summer season. What is the secret for you to treasure the past and make a sound so linked to a bygone musical era contemporary without falling back into banal clichés?

ELASI: Never get tired of researching, browsing, playing and experimenting without fear. It’s important not to take yourself too seriously and listen to your own bizarre uniqueness: we all have something unique and new to say, so why copy and do a clean homework of something that already exists? It’s nice to be inspired, but creating new worlds is even better.

ANORAAK: I really don’t have the answer to that question, however i believe that if you do it with your heart it doesn’t matter whether it sounds cliché or not.

For both of you, cosmopolitanism and experimentation are two key words in your musical approach. At this precise moment in which galaxy does your sound planet orbit the most?

ELASI: I have always loved traveling in search of music either from the traditions of distant countries or from the treasures of our local roots: I mix sounds, rhythms, exotic, tribal or ritual choirs with electronic fabrics. In recent months I have had the opportunity to focus on the traditional music of the Scutari region in Albania for a project in collaboration with GAI and OSA.

ANORAAK: Just the scene I mentioned before, MLDE, Nu Genea… I don’t necessarily want to do it myself, but I really love it.

Elasi for you, collaboration is a moment of exchange and enrichment, your latest work Oasi Elasi was born from a continuous comparison with other artists, even very different ones. What do you take from the people you work with and how do you build a universal sound language so as to compare it with artistic worlds that are often so different?

ELASI: Collaborating is a wonderful alternative way to travel into the deep stories of other artists and discover new languages. Stepping out of your comfort zone through an unexpected comparison is an experience that offers great personal and artistic surprises. I happened to collaborate with artists from the Far East with whom I couldn’t even communicate in English, but music (like food) is such a universal language that it can’t help but unite souls.

Anoraak in your music the retro flavor and the love for disco are evident, but within the glamorous atmospheres you always manage to carve out a space to bring out an important emotional part, which in such an apparently glamorous and light musical genre is not a simple deal. How much do your emotional sphere and your experiences influence your musical work?

ANORAAK: It means everything! Everything i do, watch, feel is a potential influence and i always rely to my heart and feeling, sincerity is key.

Last question. What are your future plans and when can we hear you together?

ELASI. As I mentioned before, this is not our first and last collaboration. We can’t wait for our next song to come out!

ANORAAK: I’m currently working on different project, especially on my next album I hope we can play together soon with Elasi, plus i miss Italy, part of my blood comes from there.