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Berlino, la capitale tedesca rinomata per la sua indiscussa scena musicale elettronica, è attualmente al centro di un dibattito fomentato dalla controversia che coinvolge il leggendario club Berghain.

In una dichiarazione condivisa tramite Instagram lo scorso venerdì 12 gennaio, Arabian Panther ha affermato che il club berlinese ha cancellato la takeover Italorama Bar X Ritmo Fatalea causa della mia dichiarazione e della mia posizione pro-palestina sui miei canali”.

Il Berghain aveva annunciato l’evento, che comprendeva anche esibizioni di Marie Davidson, David Vunk, Audrey Danza e Kendal, il 7 dicembre attraverso il suo sito web, Resident Advisor e altre piattaforme. Poi l’improvvisa rimozione dell’evento da tutti i canali web il 20 Dicembre 2023.

La cancellazione dell’esibizione programmata del DJ franco-libanese ha sollevato interrogativi sul connubio tra politica e musica nella capitale tedesca, culminando in un crescente movimento di opposizione culturale e boicottaggio.

Nasce il Caso Arabian Panther

Arabian Panther, conosciuto per la sua musica che riflette sul tema della pace e della giustizia e le sue radici in scale arabe e strumenti del Medio Oriente, avrebbe dovuto esibirsi al Berghain il 12 gennaio 2024. Tuttavia, il club ha annullato l’evento, citando ufficialmente lavori di ristrutturazione, ma il DJ afferma che la reale motivazione risiede nelle sue posizioni pro-palestinesi.

Secondo la sua testimonianza, il 14 dicembre il responsabile delle prenotazioni del Berghain, Tim Rosenberger, avrebbe comunicato a Kendal, responsabile dell’etichetta Ritmo Fatale, la decisione di non far esibire Arabian Panther. Kendal, confermando la versione di Arabian Panther, avrebbe spiegato che la causa palestinese era particolarmente significativa per l’artista.

Arabian Panther ha affermato che il Berghain ha verificato e confermato la sua prenotazione con l’agente cinque mesi prima dell’annuncio pubblico dell’evento, ma ha sorprendentemente ritirato l’invito solo una settimana dopo l’annuncio ufficiale. Sempre secondo la testimonianza di Arabian Panther, Rosenberger avrebbe suggerito a Kendal di non rivelare la reale motivazione dell’annullamento all’artista.

Il Berghain, noto per la sua atmosfera aperta e inclusiva, è ora al centro di un dibattito su presunte pratiche discriminatorie. Arabian Panther ha condiviso la sua delusione e frustrazione su Instagram, affermando: “Avrei dovuto fare il mio debutto al Berghain questa sera… Il Berghain ha deciso di cancellare la mia apparizione a causa della mia posizione pro-Palestina.”

La dichiarazione di Arabian Panther svela una presunta discriminazione basata sulle sue opinioni politiche e apre la porta a una riflessione più ampia sulla libertà di espressione nella scena musicale e culturale di Berlino.

La Contestazione Globale contro la Politica Tedesca

L’annuncio di Arabian Panther ha catalizzato un movimento più ampio di opposizione culturale. Negli ultimi mesi, scrittori, artisti, accademici e collettivi hanno deciso di rifiutare inviti dalla Germania a causa della posizione dello stato rispetto al conflitto israelo-palestinese. Il gruppo “Strike Germany” ha emanato un appello internazionale per il boicottaggio delle istituzioni culturali tedesche, accusando il governo di reprimere la libertà di espressione. Il collettivo ha rapidamente guadagnato sostenitori internazionali.

Le Posizioni di DWELLER e FEMMEDECKS

Alcuni protagonisti della scena musicale internazionale, come DWELLER e FEMMEDECKS, hanno sostenuto pubblicamente lo sciopero. DWELLER, che l’anno scorso ha organizzato un festival al Berghain, ha annunciato il suo ritiro citando il trattamento delle istituzioni tedesche verso coloro che si oppongono al genocidio in corso in Palestina.

DWELLER ha dichiarato: “Abbiamo preso questa decisione un po’ di tempo fa a causa del modo in cui le istituzioni tedesche stavano trattando coloro che si oppongono al genocidio in corso in Palestina.

FEMMEDECKS, che avevano in programma un evento al CTM Vorspiel, hanno scelto di ritirarsi, dichiarando: “SIAMO CON STRIKE GERMANY E RITIRIAMO IL NOSTRO EVENTO DAL CTM VORSPIEL. Abbiamo intenzione di continuare il nostro evento presso il Petersburg Art Space senza di loro.

La Posizione Ambigua del Berghain e le accuse di Arabian Panther

Arabian Panther, in un’intervista con Resident Advisor, ha dichiarato: “Credo che, dato il contesto dal 7 ottobre, abbiano subito una certa pressione da parte dei clienti o minacce potenziali dall’alto, forse da parte di funzionari governativi o internamente.” Queste parole indicano la percezione dell’artista riguardo alle possibili pressioni esterne che potrebbero aver portato all’annullamento della sua esibizione.

Arabian Panther ha denunciato il Berghain per il modo in cui hanno gestito l’intera situazione, affermando: “La maniera in cui hanno gestito l’intera situazione, dando istruzioni a Kendal di mentire e non rispondendo alla mia proposta di colloqui, è una vergogna.

Berghain, oltre all’annullamento di Arabian Panther, è stato precedentemente criticato per il suo silenzio su questioni razziali. La gestione del club ha recentemente cancellato il supporto alla lotta ucraina senza ulteriori commenti dopo l’esposto pubblico di Arabian Panther. L’opacità della gestione in merito alle motivazioni delle cancellazioni solleva domande sulla trasparenza del club.

Una Crescente Coscienza Politica nella Scena Culturale di Berlino

L’inchiesta rivela una Berlino musicale sempre più politica e consapevole, con artisti, club e festival che si trovano al centro di una discussione cruciale sulla libertà di espressione e l’impegno politico. Mentre il caso Arabian Panther getta una luce su presunte pratiche discriminatorie al Berghain, il movimento “Strike Germany” indica una crescente opposizione a livello globale contro la politica culturale tedesca. Resta da vedere come queste tensioni influiranno sul paesaggio musicale di Berlino e oltre, mentre la coscienza politica continua a crescere tra gli artisti e i frequentatori della scena musicale della città.

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