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È andato in scena a Berlino, nel week end appena concluso, il decennale del Berghain.
Lo storico locale, addobbato con enormi mazzi di giglio bianchi per l’occasione, ha anche inaugurato una nuova sala.
Halle am Berghain, questo il nome, è definibile come area chill out e servirà a donare ai frequentatori del locale qualche break rigenerante lontano dal dancefloor.
A renderla speciale è l’espressione di maestosità che la avvolge, rassomigliante a quella di qualche imponente cattedrale.
La prima sensazione che si prova non appena entrati, è qualcosa che va molto vicino al mistico-fantastico; è infatti questo l’effetto che ci donano le proiezioni sul muro abbinate con maestria alla musica suonata all’interno, prettamente sperimentale e pregna di sonorità ipnotiche a volume contenuto.
Le sfumature del riflesso delle luci variano in scala dal nero all’oro, e donano all’intera sala un aspetto del tutto surreale.
Ad aprire le danze al Berghain è stato l’italiano Domenico Crisci, dj casertano della L.I.E.S. Records al quale ha seguito un live di Shed.
Mentre al Panorama Bar si alternavano con suoni più deep e
penetranti Joy Orbison e San Soda, si esibivano al piano inferiore prima Blawan, che conosce benissimo lo scenario del Berghain, e poi gli AnD, che nel loro live di un’ora e mezzo hanno intrattenuto i presenti con i suoni crudi e violenti caratteristici del loro ultimo album.
Sono stati invece protagonisti dell’ora di pranzo e poi del primo pomeriggio, l’olandese Bas Mooy, proprietario di Mord Records e Dj Skull.
Lo stampo cupo di Rotterdam del primo, e la breakbeat del secondo, sono stati il preludio alla techno, berlinese di stampo, della Ostgut Ton e dei resident padroni di casa, quelli che più di tutti sanno come rendere ancora più infuocato il dancefloor già bollente del tempio della Techno.
La prima ad esibirsi è stata Steffi, che per l’occasione ha regalato un set più duro e meno melodico del solito, proponendo un ritmo esilarante prima di lasciare la consolle a DVS1.
Il dj americano è uno dei beniamini del pubblico, e come al solito è riuscito ad interagire in maniera sublime con tutti i presenti.
Impossibile non ballare ogni suo disco.
Marcel Fengler ha iniziato il suo set alle 22.00 e ci ha trasportato in un viaggio tra gli abissi della dark techno e synth più delicati e morbidi che è durato fino alle 02.00 esatte, quando sono saliti in consolle Ben Klock e Marcell Dettman.
Non poteva che concludersi così in effetti, il compleanno numero 10 del Berghain.
Con 10 ore di back to back, loro due, che più di tutti rappresentano l’anima del locale, ci hanno deliziato con perle Old School e tracks più moderne, dettate da bassi potenti e ritmi serrati hanno incantato il dancefloor fino a mattina inoltrata tra fumi e luci psichedeliche, rendendo questo compleanno davvero unico.

Che altro dire?
È stato l’inferno senza dubbio, ma vestito da paradiso.
O viceversa.

Valerio Polani