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Koromoto è una veterana DJ nata in Venezuela e ora Berlin-based, uno dei talenti underground della scuderia Inground. Sabato sera darà prova delle sue skills al This Is Not di Varese, arricchendo la programmazione di altissimo livello che il party ha proposto in questa stagione.

Koromoto è una dj dal talento innato, focalizza la sua ricerca musicale sulla continua innovazione ed evoluzione, creando in chi la ascolta un continuo effetto sorpresa grazie al quale stare fermi risulta impossibile. I suoi set stupiscono per energia e freschezza, ricercando elementi ed ispirazione dalla musica house, techno ed acid.
Ha una grande esperienza internazionale, sono più di dieci gli anni all’attivo come DJ, ha suonato come resident e come ospite in Inghilterra, Olanda, Spagna, Italia, Russia, Israele, Repubblica Ceca, Ungheria, Colombia, Ecuador e ovviamente nella sua madrepatria, il Venezuela.
Si è trasferita a Berlino, città diventata la sua casa base, nella quale si è esibita nei principali locali quali Club Der Visionaere, Sage Beach, Suicide Circus, KlubderRepublik, Hoppetosse e molti molti altri. Nella Mecca della musica elettronica Koromoto ha accostato l’attività di producer alla sua prolifica e avviata carriera da DJ.

Per farvela conoscere meglio, vi facciamo sentire il suo mix esclusivo per This is Not, ma soprattutto vi facciamo leggere le sue risposte alle nostre curiose domande.

Koromoto, cosa significa questo nome?

E’ il mio nome reale, davvero! E’ il nome più tipico che c’è in Venezuela. Cosi si chiamano quasi tutte le donne nel mio paese.

Sei venezuelana, trapiantata ormai a Berlino. Cosa ti manca del tuo Paese e come mai ti sei trasferita a Berlino? Prima di scegliere Berlino hai vissuto in altri luoghi?

Mi manca la gente, la sua naturalezza e il clima. Mi sono trasferita a Berlino per amore sia della città che del mio attuale compagno. Prima, ho vissuto a Londra per 6 mesi per abituarmi appunto al clima freddo nordico.

Che rapporto hai col vinile? Quanti ne possiedi? Quanti ne compri? Quanti ne ascolti? Quanti ne suoni?

Io amo il vinile, ne ho moltissimi, compro sempre vinili e suono esclusivamente formato vinile. Il digitale non fa per me…. E’ come cucinare per un invitato speciale con il microonde quando sai che hai tempo per farlo e per di più esiste il forno.

Ci racconti quali sono stati i tuoi gruppi o dj preferiti nella tua crescita musicale?

Sono tantissimi e di tanti generi diversi che non saprei da dove partire. Ti posso dire che sono innamorata della techno tedesca e italiana, dell’house music di Chicago, Detroit e New York. Poi, l’hip hop francese e la dub Inglese. Ho una passione anche per la salsa portoricana.

La tua musica è divertente, fresca, spazia dall’house alla techno più scura. Tre aggettivi per descriverla.

Non sono la migliore per auto descrivere il mio lavoro.  Preferisco che la musica parli da sola. Se mi devo auto giudicare, la mia musica è allegra, intensa e sexy.

Se ti trovassi su un’isola deserta e potessi avere con te solo 3 cose, cosa sceglieresti di avere?

Una lampada di Aladino, amore e internet.

In vista della tua serata il 2 Maggio al This Is Not di Varese come ti stai preparando?

Amo l’Italia! E’ la mia destinazione preferita per vacanze e per lavorare. Non sono mai stata a Varese. Sono molto Contenta e ansiosa di conoscere il pubblico. Sono al corrente che i ragazzi del This Is Not organizzano belle feste. Non vedo l’ora! …. Ho fatto shopping di nuovi dischi.

Sei entrata a far parte del roster della Berlin-based ingroundCosa pensi della mission di questa agency di musica elettronica?

E’ un progetto giovane ma con tanta esperienza tra management e booking. C’è team work e tanta tanta passione per la musica elettronica in tutte le sue sfaccettature. Sono felicissima di stare con loro e soprattutto tra gli artisti che propongono.

Parlaci un po’ della scena underground berlinese. Cosa ha di diverso dalle altre realtà? 

Berlino e’ incomparabile! Questa città non è normale. Dopo aver vissuto qui non ho nessunissima idea di dove potrei andare. La scena musicale è una sorpresa quotidiana ed in continuo movimento/evoluzione/cambiamento.  E’ una scena aperta che valorizza la musica e non chi la suona. 

Grazie mille, Koromoto, a presto.

Grazie a Voi di Parkett.