Lost Music Festival ha trasformato la foresta di bambù del labirinto più grande del mondo nel cuore di un sogno lucido, fondendo atmosfere, suoni, e installazioni. Per tre giorni e tre notti, i presenti si sono connessi in una simbiosi magica, che ha trasceso il concetto di tempo e di spazio.
Lost Music Festival (Labyrinth Original Sound Track), si è svolto nei suggestivi spazi del Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci a Fontanellato (Parma), dal 30 Giugno al 2 Luglio 2023.
Il Labirinto si è trasformato per 72 ore in un ambiente intriso di pace e amicizia, che ha reso la comunità del festival una grande famiglia.
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Con assoluto rispetto per l’ambiente circostante, le 2500 persone arrivate da tutto il mondo hanno condiviso spazi (campeggio annesso), musica ed esperienza con persone dagli interessi simili. Non è stato difficile incrociare anche gli artisti che hanno girovagato tra uno stage e l’altro, aperti a scambiare quattro aneddoti e a perdersi nel labirinto insieme a noi.
LOST ci ha regalato un’accurata selezione di 32 artisti provenienti da 17 paesi, che hanno dato vita a performance creative e installazioni, tra le più interessanti proposte di sperimentazione musicale a livello globale. Ha aggiunto rispetto alla scorsa edizione uno stage in più, collocato in uno degli spazi del labirinto.
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Lucinda Chua in apertura del festival è stata la scoperta più inaspettata della serata, che ci ha fatto innamorare con la sua dolce voce e le note di cello.
Heith è l’artista italiano che le sussegue, tra gli astri delle esibizioni di questa edizione. Heith è accompagnato dai visuals liminali di Declino e dalla sua band: risaltano gli assordanti rullanti della versione Live di “Stoned Witch”, che sorprendono noi ascoltatori con snervante impatto e danno inizio al nodo in gola percepito per il resto della performance.
Ogni arrangiamento di Heith si conferma diverso tra live e live, con la perenne caratteristica di aggiunta chitarre, flauti elettronici insieme a pedali ed effetti che distorcono sempre di più l’atmosfera, rendendola cruda e abrasiva.
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Chiudono i Live della prima sera nel Pyramid Stage Flowdan e The Bug.
Flowdan decide di “jammare” e adattarsi ai ritmi del compagno The Bug, confermando l’alchimia che li unisce. Durante la sua performance, Flowdan si è totalmente affidato ai suoni di The Bug, con cui si è scambiato sguardi ogni volta che The Bug era in procinto di iniziare una nuova traccia, producendo abilmente un rap sensazionale.
Viene poi aperto il Gate Stage, dove i giri aumentano con i ritmi incalzanti e aggressivi degli incendiari Giant Swan. Continua ¥ØU$UK€ ¥UK1MAT$U, che decide di fare un set misto electro, techno, ricco di energia e che travisava amore da qualsiasi punto di vista, facendoci chiudere la prima giornata con sensazioni fantastiche sulla pelle.
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Le giornate di Sabato e Domenica hanno avuto inizio con le eteree performance di Francesca Heart e Spiritual Sauna, poi il battesimo ambient presentato da Loke Rahbek (Croatian Amor) & Frederik Valentin, sound intenso e freddo, come le loro terre d’origine, un contrasto con il caldo ed umido clima del labirinto.
Altra sorpresa è stato Reptilian Expo che ha saputo rapirci con i suoi ritmi giocosi e imprevedibili, alternati ad una attenta selezione che ha raggiunto il culmine nel finale aumentando i bpm e la corposità dei suoni.
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Anche quest’anno LOST ha organizzato eventi legati ai linguaggi contemporanei, intrecciando arte e sperimentazione, come “Ultravioletto” all’interno del Museo del labirinto, del visual artist Ruben Spini.
I set di Abadir & Hogir, degli esplosivi Gabber Modus Operandi con chiari riferimenti alle sonorità etniche delle loro radici rispettivamente egiziane e Indonesiane, o dell’ormai veterano del buongusto Objekt, seguono tutti un filo hard durante i tardi pomeriggi, che caricano chiunque e ci preparano a quelli che saranno i BPM intensificati durante la notte, con le performance dall’anima techno.
I dj set che hanno proposto sonorità più latine sono stati quelli di Dinamarca e Dj Python, che hanno riempito il dancefloor di energia.
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Daniela Lalita ci ha regalato una ventata di gioia: non ha sicuramente faticato a trasmettere la sua voglia di spaccare durante il primo debutto italiano. Un live di mezz’ora ricco di energia, sia dal punto di vista coreografico che sonoro, confermando il suo talento a 360°.
Aïsha Devi, durante la sua performance molto eclettica, non dimentica di farci sapere che in un periodo difficile i suoi fan sono e saranno sempre la sua salvezza, smuovendo i nostri cuori.
Doon Kanda (Jesse Kanda) tra i più attesi ci ha regalato un’esperienza multisensoriale tra musica e sue creazioni visuali proiettate alle spalle, creando un ambiente ipnotico e profondamente emotivo.
L’artista spazia attraverso l’ambient, il noise e la musica da club, sottolineando le sue tipiche manipolazioni vocali insolite, soprattutto all’inizio del suo set, tra mistero e tensione.
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Gabber Eleganza si presenta con un set più inusuale rispetto al solito, sempre accompagnato dai suoi coinvolgenti cavalli di battaglia, osando però con suoni orientati al deconstucted club e verso le nuove tendenze della scena musicale, presentando pezzi come “Attachment Style” di KAVARI o una Bass Music cruda e aggressiva.
La sorpresa che ci ha cullati nella notte inoltrata di Sabato, dopo Gabber Eleganza, è stato il Live di Malibu nel labirinto, iniziato alle 4 in un’atmosfera ai limite del tangibile, completamente al buio, un solo piccolo led bianco che si muoveva a 180°: i droni della compositrice francese ci hanno mandato in estasi.
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Si sono toccate le vette degli stati meditativi durante le esibizioni nel labirinto di ML Buch o Lyra Pramuk, dea di un paradiso perduto ma ritrovato nei 58 minuti a sua disposizione, o nel debutto di Voice Actor che ha saputo creare sensazioni sdolcinate nel nostro cuore.
Infine VISIO, accompagnato da Heith si è distinto con un fare psichedelico, quasi caleidoscopio, incorniciato dall’atmosfera catafratta del labirinto in veste notturna.
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Dopo il successo della seconda edizione (2022), Lost Music festival ci permette nuovamente di vivere un’esperienza dove la ricerca musicale si fonde all’unisono con i suoni della natura e delle nostre anime.
In termini letterali quanto figurati, il labirinto è un meccanismo ad incastro. Percorrendolo tra uno stage e l’altro durante questi 3 giorni fuori dal mondo, la location è riuscita ad amplificare emozioni intrise di suoni e odori, che difficilmente proviamo altrove e ci lascia memorie intrise di sentimento.
Un grazie va ad ogni membro dello staff di LOST per grande cura esercitata in ogni aspetto dell’evento e ad ogni presente che ha contribuito a rendere questa esperienza tanto preziosa quanto mistica.