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Vogliamo divertirci, in tranquillità, vogliamo sentire buona musica, stare accanto a persone che la pensano come noi, paghiamo anche per farlo (cosa che dovrebbe essere un diritto inalienabile come il cibo, la casa, la figa, o una tirata di colla), ma non fateci trovare determinati elementi alle feste.

Dacché mondo è mondo, l’essere umano è stato sempre particolarmente abile a mostrare una di quelle proprietà che lo distinguesse in maniera netta ed inequivocabile dalla specie animale: la coglionaggine.

La storia è piena di esempi di Homo Coglionibus: il tipo che chiama a casa e chiede a chi ha risposto al telefono dove sia; il tipo che citofona e alla domanda “chi è” risponde “so io”; Emilio Fede e David Guetta. (Chiediamo scusa anticipatamente ai coglioni se sono stati paragonati ad Emilio Fede e David Guetta).

Purtroppo la coglionaggine ha contaminato parecchi della nostra specie, il coglionazzo è ovunque: nei supermercati, nelle sedi istituzionali, in televisione, e nei CLUB.

E’ vero, il periodo storico in cui ci troviamo è a noi avverso, la crisi, la mancanza di ideali, la doppia fila, l’erba a 15 euro al grammo.

Siamo la generazione che si è fatta pagare gli studi in giurisprudenza dai genitori ed ora siamo in causa proprio con i genitori che rivogliono i soldi.

Siamo la generazione che guarda programmi sulle armi del futuro sul divano, in pieno hangover dopo una serata al Gay Village, ma siamo vegetariani per moda, così andiamo a caccia e spariamo agli asparagi.

Siamo la generazione che ha sentito le più becere giustificazioni ai festini di Berlusconi quando era presidente del Consiglio e che quindi ci sentiamo assolti da tutto:
Accusa- “Cosa erano quegli spettacolì osè Berlusconi?”

Berlusconi- “Erano gare di bourlesque!”

Accusa- “Cosa erano quei pompini allora Berlusconi?”

Berlusconi- “Erano gare di apnea!”

Siamo circondati dal disagio. Mentre scrivo questo testo dal mio terrazzo, le condizioni meteorologiche su Roma sono più strane del lessico di Luca Giurato. Pioggia, sole, sole, pioggia. Sto facendo dentro e fuori, fuori e dentro, neanche fossi Franco Trentalance.
La metro è chiusa. E questa non è una leggenda, metropolitana. (Dopo questa potete insultarmi alla casella di posta cazzodice.costui@gmail.com).

Ricordiamo quando qualcuno tirò un oggetto contro Jeff Mills qualche anno fa (un paio di occhiali per l’esattezza, sebbene Mills ci vedesse benissimo). Se non sei capace di divertirti o se pensi che la serata non sia alla tua bassezza, vai a fare qualcosa che ti piaccia, oppure lancia oggetti che possano ritenersi utili all’artista. Non so, una puntina di ricambio, un disco che non ha, un Carl Cox per un b2b.

Molto spesso il coglione infastidisce un pubblico meritevole di un grande spettacolo. Fischia, urla, mette generalmente la tuta di squadre inglesi o canotte da basket, è spesso rasato, sta più drogato di Paola Barale dopo una settimana in tenda con Raz Degan, si muove in combriccole di 7/8 elementi; del branco loro sono tutti maschi alpha, anzi analpha-beti. Procacciano la truzza e generalmente di musica non capiscono un granchè, ma sono sempre pronti a lanciare in coro il motivetto “ultimo, ultimo, se non metti l’ultimo noi non ce ne andiamo”, è il rumore che li attrae. Tutto ciò non è da clubber.

Questi personaggi sono più appropriati ad una curva calcistica piuttosto che ad un club, quindi cartellino rosso diretto e squalifica per tutta la stagione, daspo, e lasciateci far festa in santa pace.

With love

 

Le Fleur

Vogliamo divertirci, in tranquillità, vogliamo sentire buona musica, stare accanto a persone che la pensino come noi, paghiamo anche per farlo (cosa che dovrebbe essere un diritto inalienabile come il cibo, la casa, la figa, o una tirata di colla), ma non fateci trovare determinati elementi alle feste.

Dacché mondo è mondo, l’essere umano è stato sempre particolarmente abile a mostrare una di quelle proprietà che lo distinguesse in maniera netta ed inequivocabile dalla specie animale: la coglionaggine.

La storia è piena di esempi di Homo Coglionibus: il tipo che chiama a casa e chiede a chi ha risposto al telefono dove sia; il tipo che citofona e alla domanda “chi è” risponde “so io”; Emilio Fede e David Guetta. (Chiediamo scusa anticipatamente ai coglioni se sono stati paragonati ad Emilio Fede e David Guetta).

Purtroppo la coglionaggine ha contaminato parecchi della nostra specie, il coglionazzo è ovunque: nei supermercati, nelle sedi istituzionali, in televisione, e nei CLUB.

E’ vero, il periodo storico in cui ci troviamo è a noi avverso, la crisi, la mancanza di ideali, la doppia fila, l’erba a 15 euro al grammo.

Siamo la generazione che si è fatta pagare gli studi in giurisprudenza dai genitori ed ora siamo in causa proprio con i genitori che rivogliono i soldi.

Siamo la generazione che guarda programmi sulle armi del futuro sul divano, in pieno hangover dopo una serata al Gay Village, ma siamo vegetariani per moda, così andiamo a caccia e spariamo agli asparagi.

Siamo la generazione che ha sentito le più becere giustificazioni ai festini di Berlusconi quando era presidente del Consiglio e che quindi ci sentiamo assolti da tutto:
Accusa- “Cosa erano quegli spettacolì osè Berlusconi?”

Berlusconi- “Erano gare di bourlesque!”

Accusa- “Cosa erano quei pompini allora Berlusconi?”

Berlusconi- “Erano gare di apnea!”

Siamo circondati dal disagio. Mentre scrivo questo testo dal mio terrazzo, le condizioni meteorologiche su Roma sono più strane del lessico di Luca Giurato. Pioggia, sole, sole, pioggia. Sto facendo dentro e fuori, fuori e dentro, neanche fossi Franco Trentalance.
La metro è chiusa. E questa non è una leggenda, metropolitana. (Dopo questa potete insultarmi alla casella di posta cazzodice.costui@gmail.com).

Ricordiamo quando qualcuno tirò un oggetto contro Jeff Mills qualche anno fa (un paio di occhiali per l’esattezza, sebbene Mills ci vedesse benissimo). Se non sei capace di divertirti o se pensi che la serata non sia alla tua bassezza, vai a fare qualcosa che ti piaccia, oppure lancia oggetti che possano ritenersi utili all’artista. Non so, una puntina di ricambio, un disco che non ha, un Carl Cox per un b2b.

Molto spesso il coglione infastidisce un pubblico meritevole di un grande spettacolo. Fischia, urla, mette generalmente la tuta di squadre inglesi o canotte da basket, è spesso rasato, sta più drogato di Paola Barale dopo una settimana in tenda con Raz Degan, si muove in combriccole di 7/8 elementi; del branco loro sono tutti maschi alpha, anzi analpha-beti. Procacciano la truzza e generalmente di musica non capiscono un granchè, ma sono sempre pronti a lanciare in coro il motivetto “ultimo, ultimo, se non metti l’ultimo noi non ce ne andiamo”, è il rumore che li attrae. Tutto ciò non è da clubber.

Questi personaggi sono più appropriati ad una curva calcistica piuttosto che ad un club, quindi cartellino rosso diretto e squalifica per tutta la stagione, daspo, e lasciateci far festa in santa pace.

With love

Le Fleur