Soft Chroma Recordings inaugura il suo primo Various Artists con “Fedayn At Night: Resistance Will Never Stop”, un album corale il cui intero ricavato sarà devoluto alla The Hind Rajab Foundation, costruendo una compilation che rappresenti un gesto politico e un archivio di linguaggi sonori dedicati alla Palestina.
Soft Chroma Recordings, label innovativa e sorprendente torna con un nudovo various artists. Le opere raccolte attraversano elettronica astratta, musica contemporanea, shoegaze e pulsazioni post–industriali, tutte unite da un obiettivo comune: aiutare le vittime del genocidio palestinese. L’intero ricavato, infatti, sarà devoluto alla The Hind Rajab Foundation, organizzazione palestinese selezionata da Magda, co–fondatrice della label e portatrice di una doppia identità, italiana e palestinese, che dà a questo progetto un significato ancora più profondo.
Ad aprire la raccolta è la traccia di ÆSTR, che presentiamo oggi in anteprima. La sua scelta come brano inaugurale non è casuale: la producer francese costruisce un ambient sospeso, sognante ma intriso di una malinconia gentile, capace di introdurre l’ascoltatore in un territorio emotivo dove vulnerabilità e resistenza convivono. È un brano che non cerca di spiegare ciò che accade, ma di farlo sentire , come un respiro trattenuto, come il chiarore che precede una lunga notte. La sua delicatezza apre la porta perfetta a un’opera che, traccia dopo traccia, si trasforma in una mappa sonora complessa e stratificata. Ascoltala qui.
Ma vediamo anche le altre tracce della compilation, dalla composizione di Alexandre Dai Castaing che fa emergere un dialogo profondo tra pianoforte, voce e memoria, costruito attorno a un sample proveniente da un artista palestinese e arricchito dalle collaborazioni di Mumen Khalifa e Kyoko Ichihashi all’ elettronica di Ankubu, con un paesaggio post–industriale cupo e distopico, una discesa nel lato più oscuro della guerra.
Le tensioni industriali e le geometrie techno di Eyes Gone ampliano la percezione, mentre il duo Kimi & Fran introduce un vortice che attraversa shoegaze, noise e vocalità eteree, trasformando la fragilità in una forza sonora pulsante.La magia materica di Lea Bertucci, fatta di nastri, strumenti acustici e micro–movimenti timbrici, prosegue la narrazione con una sensibilità scultorea. In netto contrasto, Many Blessings, il progetto solista di Ethan Lee McCarthy, esplode in un noise denso e quasi fisico, dove feedback e melodia si inseguono fino a deformarsi mentre Panternoise porta l’ascolto direttamente dentro Gaza attraverso una tessitura techno/experimental ruvida e disturbante, e Skøgen restituisce una pausa meditativa, un ambient inquieto ma attraversato da un filo di quiete ispirato alla Risoluzione ONU 37/43 sul diritto all’autodeterminazione. Infine, Zeynep Toraman chiude la raccolta con una composizione di concrete music intensa e tattile.
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