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Plaid, storico duo elettronico del catalogo WARP degli anni ’90, si esibirà a RomaEuropa il 5 ottobre. Ecco la nostra intervista.

Con un’esperienza musicale che abbraccia oltre tre decenni, i Plaid non sono soltanto pilastri della musica elettronica, ma anche narratori di un’evoluzione sonora in continuo movimento.

Affacciatisi sulla scena negli anni ’90, al fianco di Aphex Twin e Autechre, e sostenuti dall’illustre etichetta WARP, il duo dimostra una resilienza e una vitalità che resistono al trascorrere degli anni.

Andy Turner e Ed Handley si esibiranno il 5 ottobre a RomaEuropa (QUI per ulteriori info e acquisto biglietti), dove presenteranno l’undicesimo album in studio Feorm Falorx, un viaggio sonoro che spazia dalla fantascienza alla realtà virtuale, e che evoca paesaggi tanto felici quanto malinconici. I Plaid non smettono di innovare. E sperimentano nuove realtà. Li abbiamo intervistati.

Ciao Andy, ciao Ed. Benvenuti su Parkett. Il vostro concerto a RomaEuropa si avvicina. C’è qualcosa in particolare del festival che vi colpisce?

La line up è incredibile, siamo felicissimi di farne parte. Anche la venue è spettacolare.

La vostra musica è spesso stata classificata come IDM. Cosa ne pensate di questa espressione tanto discussa? E come percepite l’evoluzione della musica elettronica, in particolare della cosidetta “IDM”?

IDM è sempre stata una classificazione stupida ed esclusiva. Espressioni come experimental dance music o experimental electronica sarebbero più appropriate.

Il genere si evolve costantemente e ci offre l’opportunità di apprezzare influenze da ogni angolo del mondo, molto più ampie e diverse di un tempo. L’AI giocherà un ruolo sempre più cruciale nella produzione dell’elettronica.

Plaid

Da quali fonti traete ispirazione quando create nuova musica? Ci sono influenze non musicali che impattano il vostro sound?

Siamo certi che la maggior parte delle nostre esperienze influenzi in qualche modo la nostra musica. Lavori di altri artisti, idee scientifiche, viaggi… Molti dei nostri brani hanno fonti dirette di ispirazione, come un evento emotivo, un luogo particolare o la creatività di qualcun altro. Alcuni nascono semplicemente sperimentando in studio.

Nel corso degli ultimi 30 anni, avete avuto l’opportunità di sperimentare ampiamente. Potreste parlare dei vostri strumenti, software o apparecchiature preferiti?

Tendiamo a orientarci verso particolari tipi di synth come modelling fisico, FM o Additive, capaci di creare suoni complessi e organici che imitano bene la natura. Abbiamo utilizzato spesso un sintetizzatore chiamato UVI Falcon, che può usare script Lua e offre molte possibilità innovative.

Feorm Falorx è il vostro primo album dopo la pandemia. In che modo questo difficile periodo storico ha influenzato il vostro processo creativo?

Come molte persone, inizialmente eravamo sotto shock, poi ci siamo adattati bene alla vita casalinga, nonostante tutto l’orrore. Non eravamo particolarmente creativi, ci sentivamo strani e chiusi in noi stessi. Forse ciò ci ha spinto in alcune fughe evasive e viaggi fantastici!

Un’altra domanda su “Feorm Falorx”. Avete detto che con questo album avete tentato di “creare un universo parallelo che va oltre la dimensione musicale e interseca fantascienza e realtà virtuale”. Come mai avete deciso di esplorare questi scenari fantastici?

La nostra visual collaborator, Emma Catnip, ha avuto una grande influenza sull’album. Il suo uso dell’AI per creare immagini, design e video straordinari ha ispirato tantissimo il nostro lavoro.

Plaid

ENGLISH VERSION

Are you looking forward to performing at RomaEuropa? What aspects of this unique event are you most excited about?

It is an incredible lineup of artists, we’re very happy to be included. The venue is spectacular too.

Given that your music has often been categorized as IDM, I’m eager to hear your thoughts on this much-debated classification. Do you feel that this label is still relevant? And how do you perceive the evolution of electronic music, especially the so-called “IDM”, and where do you see the genre heading in the next decade?

IDM has always been a stupid, exclusionary classification, experimental dance music or electronica might be better. This type of music is always evolving, we get to hear it from all over the world and the influences are much more diverse than they used to be. AI is starting to transform electronic music making.

What sources of inspiration do you draw from when creating new music? Are there any non-musical influences that impact your sound?

We’re sure that most of our experiences influence our sound in some way. Other artists’ work has a big influence as do scientific ideas, travel etc. Much of our music will have direct sources of inspiration, like an emotional event, a particular place or a someone else’s creativity but some of it is just from playing around where it is self-feeding.

Over the past 30 years and beyond, I presume you’ve had the opportunity to experiment extensively. Could you discuss your favorite tools, software, or instruments that have been crucial to your music creation process?

We tend to veer towards particular types of synthesis like physical modelling, FM or Additive. These can create complex, organic sounds that mimic nature quite well. We’ve used a synth called UVI Falcon extensively, it can use Lua Scripts and has lots of novel sound making and sequencing possibilities.

“Feorm Falorx” is your first album since the pandemic. How did the challenging times of the coronavirus influence your creative process?

Like most people, we were in shock at fist then settled into home life quite well, despite all the horror. We weren’t that creative, we felt pretty strange and insular. It perhaps sent us on some escapist journeys and flights of fancy!

Another question about “Feorm Falorx”. You told on press release that this is the attempt to “create a parallel universe that goes beyond the musical dimension and intersects science fiction and virtual reality”. How did you come up with this idea? Why did you choose to develop and explore these topics and scenarios in your work?

Our visual collaborator, Emma Catnip, had a big influence on the album, her use of AI to help make wonderful images, designs and videos steered us in many peculiar ways.