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La techno è così simile all’essere umano che si riesce a fondere alla perfezione con la nostra indole. Una combinazione perfetta di logica e irrazionalità, di libertà e regole, di potenza e debolezza.

Sin dalla notte dei tempi l’uomo ha sempre provato a richiamare a se qualcosa di divino, come se la singola ragione non bastasse a spiegare i dubbi che sono dentro di noi. Molto spesso è il crepuscolo, il calare delle tenebre, che spinge il genere umano verso un panorama di incertezza, ed è proprio durante la notte che l’uomo fa di questa insicurezza la sua libertà.

Ogni traccia che si rispetti è lo specchio della nostra esistenza: c’è un’intro, un momento di massima suspance, il climax è al top, dopodiché c’è una fine, ma non è un declino bensì è solo il calare del sipario dopo uno spettacolo emozionante.

Il ritmo ed i loop stanno alla techno come il cerchio della vita: essi si ripetono costantemente. Nella notte incerta ed insicura è proprio questo ritmo che disegna la nostra strada, un tragitto luminoso che si colora di suoni acidi, un sentiero che alimenta fiducia, una guida spirituale.

Amiamo la techno perché i nostri pensieri non sono pilotati da testi o ritornelli, amiamo la techno perché non c’è mai piaciuto chi ci imponeva qualcosa, amiamo la techno perché lottiamo con i nostri demoni e ci sentiamo liberi di farlo.
Amiamo la techno perché è fottutamente simile alla vita e all’essere umano.

Le Fleur