Rave Scout Cookies è la nuova piattaforma online che mira a fornire uno spazio di conoscenza, confronto, condivisione ed ascolto per i membri delle comunità POC/LGBTQ+.
La musica è da sempre, un linguaggio universale: attraverso essa tutti possono comunicare le proprie emozioni, lanciare messaggi di ogni tipo, esprimersi e trovare uno spazio senza il pericolo di essere giudicati.
Per rafforzare questo concetto è recentemente nato un nuovo spazio virtuale, aperto e libero, in cui i membri della comunità POC/LGBTQ+ possono condividere le loro creazioni musicali, scambiarsi pareri ed essere, in ogni modo ascoltati.
Il nome della nuova creazione, “Rave Scout Cookies”, mostra la sua natura inclusiva prendendosi gioco della discriminazione in maniera davvero sottile. Esso è, infatti, un rimando al “Boys & Girls Scout Club Of America”, organizzazione di eventi dopo-scuola originariamente concepita come “per soli bianchi”.
Il fondatore della piattaforma, qualificato professionista del marketing digitale, porta il nome di Salman Jaberi. Bahrainiano d’origine ma cresciuto a Londra, collabora attivamente all’organizzazione dei party “Visceral” a Boston.
Curiosando nel sito web, ci si rende ben presto conto delle enormi potenzialità di questa realtà. Attualmente, la prima testimonianza di ciò è una serie di mix creati e postati dagli utenti.
Il progetto possiede anche una newsletter bimestrale che tratterà argomenti come la rave culture POC/LGBTQ+ e i pericoli delle sostanze stupefacenti, troppo spesso protagoniste di infelici notizie di cronaca.
Ben presto, come spiega Jaberi, Rave Scout Cookies si articolerà ponendo in essere attività disparate, come ad esempio i processi di Booking e, naturalmente, l’organizzazione di eventi.
Rave Scout Cookies, dunque, non è solo una concreta realtà e un nome ben congegnato: è espressione di un’anima inclusiva, fatta di supporto, di protezione e di valorizzazione del talento.
Concludendo, la nuova creatura rappresenta la perfetta materializzazione digitale dell’idea di musica senza confini, intesa come lingua di tutti per tutti e come strumento di supporto, aiuto e personale estrinsecazione del sé.
Lorenzo Giudice