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Anthony Brian Torres, meglio conosciuta nel panorama LGBTQ come “Bubbles”, è stata uccisa a San Francisco nella notte tra sabato 9 e domenica 10 settembre.
Erano le 3 del mattino della scorsa domenica quando Anthony Brian Torres, famosa con il nome di Bubbles a San Francisco, è stata uccisa a colpi d’arma da fuoco. Il fatto, che si ha il sospetto essere un crimine d’odio, è avvenuto in un angolo di strada in cui Bubbles era solita esibirsi.
La 44enne era particolarmente famosa nella città californiana, sia come dj, sia come attivista a sostegno della causa LGBTQ e drag queen. L’angolo in cui è avvenuto il delitto e in cui Torres si esibiva è vicino a un negozio di dischi spesso frequentato dall’artista: RS94109.
È l’avvocato della vittima, Jim Reilly, a definire l’omicidio come un “crimine d’odio“. Aggiunge Reilly che “non dovrebbe essere sopportato e non sarà sopportato che un’attivista transgender venga ucciso sulla propria strada“.
L’assassinio, il cui responsabile non è ancora stato individuato, risulta particolarmente grave in quanto commesso in una città aperta come San Francisco, definita “la capitale gay del mondo“. Inoltre, Bubbles è descritta da chi la conosceva come una persona estremamente positiva, solare, energica e appassionata nella sua lotta contro le discriminazioni.
Josh Cheon, proprietario dell’etichetta Dark Entries e amico di Torres, ne parla così:
“Se si era fortunati abbastanza da incontrare Bubbles, non la si sarebbe mai dimenticata, una vera artista in ogni senso della parola. Non era di quest’epoca o di questo pianeta, era sempre piena dell’energia più positiva. Lei avrebbe animatamente condiviso storie sul lancio di una nuova linea di moda, sulla scoperta di un lato B dei Severed Heads (band australiana, ndr) e sul lancio di una festa in uno spazio sotterraneo nella stessa conversazione. San Francisco ha perso una delle migliori e non sarà più la stessa.”