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In onda su TV One da qualche giorno, la serie di documentari dal titolo “Unsung” dedica l’ultimo episodio alla storia della House Music e del pioniere che ne ha permesso la crescita: Frankie Knuckles.

Atteso da tempo, il documentario dove viene citato Frankie Knuckles si focalizza sull’ambizioso compito di raccontare questo genere musicale nato nel South Side di Chicago e che nel giro di qualche anno ha conquistato l’intero pianeta.

Figura fondamentale e scomparso all’età di 59 anni il 31 marzo 2014, il documentario racconta la storia del precursore di un genere che lo vede nel 1972 ingaggiato come Dj dal club “The Gallery”, sulla 132 West 22nd Street di Manhattan, insieme al proprietario Nicky Siano, a Larry Levan e Kenny Carpenter. Responsabili tutti di aver inventato la tecnica del mixaggio “in battuta”, l’arte che consiste nel far combaciare le battute a tempo di due dischi in sincronia.

Nato nel South Bronx di New York City, a Frankie Knuckles viene intitolata la strada in cui risiede proprio il “Warehouse”, e questo documentario ha il compito di spiegarne le origini attraverso una serie di interviste ad alcuni dei personaggi che hanno vissuto quegli anni di trasformazione e di innovazione. Le parole di Jesse Saunders, Steve Silk Hurley e Farley Jackmaster Funk, confermano in modo inequivocabile Frankie Knuckles come il “Godfather of House Music“.

La storia attraversa gli spazi della scena newyorkese dal “Paradise Garage” di Michael Brody, dove Knuckles suona fino al 1976 per passare appunto al “Warehouse”, prestigioso club di Chicago di proprietà di Robert Williams, locale che viene ampiamente riconosciuto come il luogo di nascita della House.

Ma non solo, Unsung mette in evidenza finalmente tutti agli altri pionieri del genere, come Wayne Williams, Steve “Silk” Hurley, Marshall Jefferson, Jamie Principle, Alan King, Farley “Jackmaster” Funk, artisti che sono stati spesso trascurati ma che hanno tutti contribuito alla nascita di questa rivoluzione musicale.

Nella puntata viene sottolineata l’importanza della comunità LGBT, al quale viene definitivamente riconosciuta l’importanza di essere stato tra i primi a credere e a spingere questo nuovo genere; e facendoci riascoltare tracce come “On and On”, “Your Love” e “Move Your Body”, ci viene permesso di rivivere nuovamente le origini di un vero e proprio periodo storico di innovazione culturale.

Guarda tutto il documentario QUI

Stefano Grossi