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Dopo la notizia della chiusura di Ostgut Ton, celebre agenzia di booking tedesca, la dichiarazione di un “insider” ha annunciato la chiusura del Berghain a fine anno. La notizia è stata smentita. 

Pochi giorni fa sono apparsi sul web una quantità eccessiva di articoli sul Berghain. Non annunciavano un nuovo party, un dj set o una dichiarazione ufficiale, ma solo la sua probabile chiusura. Sull’onda dell’accertata fine della storica etichetta e agenzia Ostgut Ton sono apparse, durante la scorsa settimana, delle dichiarazioni da parte di un “insider” che preannunciava la chiusura dell’iconico club entro fine anno.

Il Berghain di Berlino

I fatti.

Durante la scorsa settimana, la testata giornalistica Faze ha pubblicato un articolo che riportava una dichiarazione mossa da “insider” che affermava la fine del Berghain, conclusione dedotta da alcune chiamate e voci sentite dallo stesso, senza dichiarare alcuna fonte.

“Il Berghain chiude per sempre! La fine definitiva arriverà quest’anno!”

Oltre a questa frase d’effetto, sono stati citati soci già liquidati e scarso interesse da parte dei fondatori di portare avanti la storia di questo club. Da questa dichiarazione è scaturita una reazione a catena che ha invaso il web, nel quale si riportava la stessa notizia su moltissime testate giornalistiche.

Sono bastate due lune per iniziare a leggere online i primi articoli di smentita. Pima tra tutte Berliner Zeitung ha pubblicato sul proprio sito una news nella quale si sottolineava l’infondatezza della “voce” di questo presunto insider. “L’intera storia è stata ingigantita e sproporzionata“, riporta l’editoriale tedesco, che secondo un ragionamento logico presume si sia fatta confusione tra la chiusura dell’agenzia Ostgut Ton e la fine del Berghain.

berghain

Il Berghain a Friedrichshain

Le notizie continuano a circolare, arrivano su piattaforme importanti e la verità si perde. Chiude o non chiude? L’unica evidenza è che non si parla d’altro. Poi arriva la svolta, l’insider che aveva fatto girare la voce ha finalmente un volto: Jürgen Laarmann, ex capo redattore di Frontpage e veterano della scena techno berlinese.

Colui che ha inizialmente scoperto le carte sul futuro del Berghain, con un post su Facebook, spiega il malinteso in qualche riga. Ammette di aver messo in giro la voce della chiusura del noto club, ma si giustifica dicendo di averlo fatto “con un grosso punto interrogativo” e ” chiedendo se qualcuno ne sapeva di più”. Poi aggiunge l’assente comunicazione tra lui e le testate che per prime hanno diffuso la notizia, argomentazione che insinua quasi una negligenza da parte di quest’ultime.

La conclusione. 

Il Berghain non chiuderà. Non ci sono né evidenze di fatto né comunicati ufficiali che possano portare a una conclusione simile. Allora dalla conclusione nascono diverse domande: perché un “addetto ai lavori” come Laarmann ha messo in giro una voce simile? Che cosa voleva ottenere? Un’azione del genere deve essere condannata o compresa? Cosa c’è davvero dietro questo tipo di comunicazione e di attività giornalistica spietata?

Molte altre domande ci sono venute alla mente, ma soffermiamoci su alcuni di questi punti.

La notizia falsa. 

La news della chiusura del Berghain è stato un puro fallimento giornalistico. Un’informazione basata su “voci”, “ricerche” e “domande” poste a chissà chi, dà già l’idea di essere un qualcosa di poco veritiero.  Oltre a non aver rivelato le fonti, che tecnicamente risulta essere legittimo, Laarmann ha fatto una importante marcia indietro nella sua dichiarazione, in quanto ha affermato di aver ricevuto la smentita da parte di persone maggiormente informate e di conseguenza di esser stato costretto a correggere la sua versione dei fatti.

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Le finestre del Berghain

Lo scopo. 

E se Laarmann avesse voluto ottenere qualcosa da questa notizia? Ci siamo posti questa domanda un paio di volte e rispondere con certezza non è possibile. Quello che possiamo fare è offrire la nostra visione che potrebbe essere più o meno condivisibile.

Quando si tratta di Berghain, ogni lettore che conosca in generale la musica elettronica rimane spesso attaccato al pc o telefono, grazie alla sua fama ormai mondiale. Di conseguenza, pubblicare una notizia del genere può portare un grande vantaggio in termini di visibilità, anche quando se ne possiede già abbastanza.

Da qui si arriva facilmente al concetto di “Clickbait” ossia un contenuto web la cui funzione principale è quella di attirare il maggior numero possibile di interazioni, per ottenere rendite pubblicitarie online. Corretto o meno che sia, la notizia della chiusura del Berghain unitamente alla notizia della successiva smentita, ha creato una mobilitazione di articoli, news, post sui social, che hanno tenuto incollati una quantità immensa di lettori.

Dal punto di vista giornalistico, ci sentiamo di condannare ogni tipo di notizia poco chiara o inaffidabile. Le fonti su cui bisognerebbe basarsi prima di redigere una news dovrebbero essere sempre quelle comunicate da uffici stampa o canali ufficiali dei vari soggetti in questione. Basare le proprie certezze su ragionamenti deduttivi o su voci di corridoio ha come conseguenza diretta la disinformazione e la circolazione di fake-news.

Berghain

Il Berghain.

Spostando l’attenzione sul protagonista della faccenda, ci viene spontaneo chiederci se dopo la notizia della chiusura di Ostgut Ton, i fondatori e direttori del Berghain volevano di loro intento far trapelare qualche notizia sul futuro dello storico locale. Difficile da immaginare, una realtà come questa non ha di certo bisogno di strategie di marketing o pubblicità aggressiva per tirare a campare. L’unica cosa che possiamo fare è domandarci chi ha davvero mosso delle azioni per far si che la notizia della chiusura venisse smentita, e soprattutto quali saranno le conseguenze di un gesto simile.

Per tirare una riga finale su questa notizia ricca di contenuti, siamo certi che le news su determinati argomenti debbano essere prima verificate e poi successivamente pubblicate. Sicuramente dovremmo astenerci dal considerare solo un unico parere e dovremmo mantenere una soglia di informazione alta, garantendoci come minimo la riserva di leggere più fonti, anche quando i pareri sembrano contrastanti. Ultimo consiglio che ci sentiamo di offrirvi è di mantenere sempre pulito il mondo dell’informazione, in quanto riteniamo che la comunicazione e il giornalismo siano armi affilatissime e utili allo sviluppo del pianeta in generale.