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Era il lontano 2005 quando uscì la prima compilation firmata André Galluzzi su Ostgut Ton, “Berghain 01”. La label berlinese a quei tempi era molto lontana da essere il colosso sul quale al giorno d’oggi pubblicano gli artisti più acclamati del panorama techno internazionale.

I djs e producers che uscivano su Ostgut Ton (e lo stesso club a cui l’etichetta fa riferimento), si sono trasformati negli anni, influenzati ed influenzando tutto quello che possiamo definire con l’espressione “club culture europea”. Dopo la chiusura del vecchio Ostgut nei primi anni 2000, nel 2004 dalle sue ceneri a Berlino nacque il Berghain/Panorama Bar.

Nick Höppner all’epoca era già uno dei suoi dj resident: lo divenne ufficialmente intorno al 2001, suonando nel vecchio Ostgut durante tutto il suo ultimo anno e mezzo di vita. Parallelamente, a quel tempo André Galluzzi, altro storico resident del club berlinese, stava rilasciando su Taski il suo cd “…Im Garten”, più precisamente nel 2003. Höppner collaborò con Galluzzi alla Taski nell’ultima fase di realizzazione del disco, e da quel momento in avanti iniziò a pensare sempre più frequentemente alla fondazione di una nuova label. L’occasione si materializzò nel 2004, dopo pochi mesi dall’apertura del Berghain. Ne discusse con il management del club e non ebbe problemi a prenderne in mano il progetto. Venne così fondata Ostgut Tonträger, che diverrà quasi da subito Ostgut Ton.

La naturale successione degli eventi portò nel 2005 alla nascita di “Berghain 01“, mixato da Galluzzi, che all’epoca rappresentava la punta di diamante del club. Höppner la considerò l’opzione migliore per cercare di diffondere quello che era l’autentico sound del Berghain di quegli anni. Un’altro personaggio chiave nella storia della label tedesca è Yusuf Etiman, curatore della parte artistica, di alcune delle copertine dei dischi, del logo e dei flyer del Berghain.

Etiman è, ed è stato, parte fondamentale della direzione artistica dell’etichetta fin dall’inizio: ha visto nascere Ostgut Ton, è stato testimone di tutti i cambiamenti della piattaforma e, più in generale, della clubbing culture contemporanea, seguendo quotidianamente Höppner nel suo lavoro. Ora, Etiman affianca Jenus Baumecker-Kahmke al timone della label, dopo la decisione di Nick di cedere il testimone per dedicarsi completamente alla sua carriera di dj/producer.

QUANDO IL BERGHAIN SI CHIAMAVA OSTGUT: ECCO I FLYER

Sono passati ormai 16 anni dall’uscita del mix di André Galluzzi, sedici anni nei quali la musica è cambiata, i club sono cambiati ed anche il pubblico con loro. La storia della label si potrebbe dividere in tre parti: gli anni dell’esordio (e dei suoi resident), gli anni della consacrazione al grande pubblico ed i giorni nostri, con il lancio dei nuovi talenti ed i capolavori delle vecchie conoscenze.

C’è da dire anche che le relazioni tra etichetta e club sono state molto forti fin da subito. Gli artisti hanno sempre cercato di far uscire su O-ton prodotti che rappresentassero nella maniera più autentica quello che per loro significasse suonare al Berghain, il loro modo di intendere la techno e l’house music. Ostgut Ton ha sempre rappresentato per tutti una famiglia, un progetto in cui identificarsi, una piattaforma che desse la possibilità di diffondere una visione ben definita di musica e di clubbing, divenendo quasi una questione ideologica.

INTERVIEW: ANDRÈ GALLUZZI

Per quanto riguarda lo stile ed il sound, Nick Höppner ha ribadito in diverse occasioni che il suo progetto voleva dare visibilità a tutti i tipi di musica elettronica, lasciando libero spazio a sperimentazioni che evidenziassero tutte le varie sfaccettature del genere, dall’ambient all’house music, dalla tech-house alla dark techno.

Ecco dunque le uscite più significative che ripercorrono la storia di Ostgut Ton dalla fondazione fino ai giorni nostri.

Fase I, 2005-2008, l’esordio

Il periodo che va dal 2005 al 2008 è un periodo di grande lavoro per Nick Höppner. Dopo la pubblicazione della prima compilation firmata Galluzzi, Höppner si occupò in prima persona della promozione, dell’organizzazione e della distribuzione del materiale. Subito arrivò il primo spunto da Marcel Dettmann e Ben Klock, che poco dopo uscirono con il primo ep di Ostgut TonDawning/ Dead Man Watches the Clock”.

Il disco rispecchia a pieno quella che era la tendenza musicale dell’epoca, ricco di suoni minimal, elettronici, sostenuti da un groove non eccessivamente freddo e kick non ancora particolarmente intensi. Nel 2006, insieme all’ep di Dettmann e Klock esce anche la compilation “Panorama Bar 01” mixata da Cassy. La dj britannica fu chiamata a realizzare un mix che potesse esprimere al meglio quella che era l’altra faccia del club, il Panorama Bar, da sempre contraddistintosi per proporre una musica più light rispetto alla techno nuda e cruda del Berghain.

La raccolta è un capolavoro, al suo interno si possono trovare tracce di diversi generi ed autori; un esempio potrebbe essere l’inclusione di nomi come quelli di Ricardo Villalobos con “Sieso”, Melchior Productions con “Let’s Go Deep”, Mono Junk con “Channel B”, Baby Ford & The Ifach Collective con “Sugarspoon”, ed il remix firmato Norm Talley del pezzo di Dwayne JensenBelieve”.

Molto importanti per la prima fase di vita della label sono state anche le uscite di Len Faki, che nel 2007 firma l’ep “Raimbow Delta/Mekong Delta”, con dei contenuti più propriamente techno, e l’ep “Fiori” di Âme, orientato su un genere più melodico e sperimentale.

La prima fase di Ostgut Ton si chiude con la seconda compilation del Berghain, “Berghain 02”, mixata da uno dei resident che più rappresentano il club, Marcel Dettmann. L’ultimo LP che vogliamo ricordare è “Shedding The Past” di Shed: si può considerare come uno dei 2×12” più belli registrati sotto la supervisione di Höppner.

L’album è un vero e proprio manifesto di quello che è il genere della label. Techno, dub, ambient-techno e minimalismo si alternano in un’opera piena di personalità, intelligente e mai banale. Una delle pietre miliari che più potrebbe rappresentare il sound di Ostgut Ton della prima fase.

Fase II, 2009-2012, la consacrazione

La consacrazione di Ostgut Ton coincide con la sempre più crescente fama che il club e i suoi resident incontrano fuori da Berlino. Questo periodo dell’etichetta si apre con gli album di Ben Klock (One 2009) e Planetary Assault Systems (Temporary Suspension 2009). I lavori di Klock e Planetary Assault Systems rappresentano a pieno quelle che erano le principali differenze tra i modi di vedere e concepire la techno all’interno della stessa “famiglia”: più melodica e introspettiva quella del primo, più cruda ed ossessiva quella del secondo, anche se il background di Planetary Assault Systems va al di là della sola esperienza all’interno del club berlinese (e di conseguenza all’interno della sua piattaforma).

Nel 2009 viene pubblicata anche la seconda compilation del Panorama Bar, “Panorama Bar 02”, mixata egregiamente da Tama Sumo. Poco dopo, anche Len Faki firmerà il suo primo mix per Ostgut Ton, con l’uscita del terzo cd del Berghain, “Berghain 03”, nel quale è inserito la sua famosissima “BX 3”. Del 2010 invece è d’obbligo ricordare il primo album di Marcel DettmannDettmann” ed il secondo capolavoro di Shed, “The Traveller”.

Il 2010 è anche l’anno di “Fünf”, raccolta che celebra i primi cinque anni dell’etichetta ed include tracce realizzate da tutti gli artisti di O-Ton ed altri esponenti della scena tra i quali ricordiamo Margaret Dygas, Substance e Dinky. La fase di esplosione della label vede la pubblicazione di album firmati Tobias (Learning Over Backwards 2011), Steffi (Yours And Mine) ed un’altra perla di Planetary Assault Systems, “The Messanger”.

Il 2012 invece dà alla luce “Panorama Bar 04” mixato da Nick Höppner (il terzo volume uscì nel 2011 e fu realizzato da Prosumer), “Transsektoral” di Barker & Baumecker e “Berghain 06” di Norman Nodge (il quinto capitolo vede la firma di Marcel Fengler e fu mixato l’anno precedente). Si chiude così la seconda fase di Ostgut Ton, quella della consacrazione al grande pubblico e dell’esplosione di tutti i suoi talenti.

Fase III, 2013-Oggi

Ostgut Ton è una piattaforma poliedrica capace di proporre diversi tipi di sonorità ed approcci, senza mai perdere quella che è l’essenza che la contraddistingue. Un esempio di questa capacità sono le pubblicazioni uscite nel 2013: la compilation “Masse“, che ha come autori Henrik Schwarz, Marcel Dettmann e Frank Wiedemann protagonisti di un insolito duetto e la coppia Marcel Fengler e Philip Sollmann alias DIN.

Un altro esempio della poliedricità della label può essere ben rappresentato dal primo album di L.B. Dub Corp, alias Luke Slater, che con “Unknow Origins” esprime tutta la sua versatilità e competenza nell’interpretare magistralmente tutte le opportunità che la musica elettronica offre.

Il 2013 è anche l’anno del primo album di Funcion, che pubblica su O-Ton “Incubation” e l’anno del secondo LP di Marcel Dettmann, “Dettmann II”. Il 2014 invece, vede l’esordio sulla piattaforma berlinese di Answer Code Request con “Code” e di Anthony Parasole con l’ep “My Block Ep”.

La fase di Ostgut Ton in cui ci troviamo oggi ha dato alla luce dei capolavori di rara bellezza: stiamo parlando del primo album di Nick Höppner, “Folk”, attesissimo dal pubblico e che al suo interno racchiude pezzi come “Paws” che rimarrà una delle tracce più belle di sempre. Del 2015 è anche l’ep di Terrence FixmerAktion Mekanik Theme Versions” con i remix di Kobosil, Dettmann e Norman Nodge, che riportano allo splendore di un tempo il lavoro di Fixmer del 2003.

Menzione a parte va per il cofanetto “Zehn”, che celebra i dieci anni di attività; al suo interno racchiude tracce come “Sirens” di Ben Klock, che torna a realizzare una track (da solo) su Ostgut Ton dopo sei anni. L’ultimo producer che citiamo per concludere il 2015 dell’etichetta berlinese è Martyn, che con “Falling For You” entra subito di prepotenza nelle migliori uscite dello scorso anno.

Arriviamo così al 2016. L’anno che si sta per concludere vede la stampa dell’album di esordio di Kobosil, “We Grow, You Decline”. Il disco è lo specchio della direzione che la techno sta prendendo negli ultimi tempi: cupa, riflessiva, a tratti acida e oscura. Quest’anno, è anche l’anno del terzo LP di Planetary Assault Systems su Ostgut Ton, “Arc Angel”, un lavoro che potrebbe chiudere idealmente la triade iniziata da “Temporary Suspension” e continuata con “The Messanger”.

Degni di nota sono anche gli ep di Matthew Styles, “Metro” che già era apparso sulla piattaforma tedesca nella compilation mixata da Höppner “Panorama Bar 04” e di Barker & Baumecker che ritornano alla grande con l’ep “Love Hertz/Cipher”.

Alessandro Carniel