Immerso nel suggestivo scenario del Teatro Rasi, fra architettura medievale e spirito proiettato al contemporaneo, prende vita la diciassettesima edizione di Transmissions Festival di Ravenna.

Quest’anno la rassegna rende omaggio a “Deserto Rosso” di Michelangelo Antonioni, con protagonista Monica Vitti: un film girato proprio a Ravenna, ritratto di un’Italia che iniziava a confrontarsi con il modernismo, le macchine, e quella foresta di pali in cemento che celebrava il trionfo dell’uomo sulla natura.

Un immaginario che risuona anche nella voce narrante de “Il Gigante di Ravenna“, documentario del 1957 diretto da Fernando Cerchio e dedicato alla nascita dello stabilimento ANIC.

Sarà proprio il docufilm di Cerchio a trasformarsi in materia viva grazie al progetto di Bruno Dorella, che lo accompagnerà dal vivo con una nuova veste sonora, facendone esperienza performativa.

“Transmissions loves drone, noise, avant, ambient, folk, psychedelic and underground music.” Drone, ambient, noise e psichedelia diventano allora strumenti per scavare nelle crepe del moderno, per decostruirne l’immagine, adottando lo sguardo della protagonista di Deserto Rosso: un’alienazione consapevole di fronte a una realtà che ha reciso i legami con i luoghi originari, trasformando il paesaggio in un gigante di ferro e cemento.

Queste fotografie sonore trovano un’ulteriore declinazione nel progetto di Adriano Zanni, che con la sua musica narrativa restituisce il profilo dell’ANIC e il respiro stesso del suo paesaggio industriale. Il viaggio sonoro verso l’avanguardia attraversa così noise e drone, feedback, chitarre distorte e riverberate: vibrazioni che evocano l’anima d’acciaio dell’industria, affidate a uno dei nomi più influenti del genere, Stephen O’Malley.

Già curatore della V edizione del festival nel 2012, O’Malley torna a Ravenna poco dopo l’uscita del suo ultimo disco, “But Remember What You Have Had”. Un’altra voce fuori dal tempo è quella di Micah P. Hinson, esponente del nuovo folk americano, che il 31 ottobre di quest’anno pubblicherà il nuovo album “The Tomorrow Man”, anticipato dal singolo “Oh, Sleepyhead”: un brano sospeso fra pace, affetti e le contraddizioni di un mondo lontano che si fa vicino.A

A incarnare lo spirito nomade e ibrido del festival arrivano i SANAM: sospesi in un limbo tra psichedelia, krautrock, improvvisazione, elettronica, goth e jazz, intrecciano canto tradizionale e poesia araba contemporanea in un avant-sound che diventa filo rosso della tre giorni ravennate. Dagli scantinati londinesi giungono invece gli Index For Working Musik, con un suono cupo e sotterraneo che affonda le sue radici nei sedimenti del post-punk.Spiritualità

Transmissions

Spiritualità underground e ribollente energia riaffiorano nel loro nuovo album “Which Direction Goes the Beam“, pubblicato ad aprile, da cui è tratto il singolo “2×1“: tagliente e struggente come carta vetrata. Altri nomi devono ancora essere annunciati, ma il parterre già conferma la qualità e la continuità di un lavoro che, da oltre un decennio, porta avanti l’avanguardia come vocazione e come orizzonte.

Maggiori dettagli sul sito Transmissions.

Marco Romagno