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“Una frizzante e polimorfa iniezione di onde e dimensioni, pensate per incrementare i tuoi poteri cosmici, grazie a un mix di beat ucronici, battiti speziati, fill tec-no-logici, hi hat chiacchieroni, arpeggi iperbolici, fumose nebbie ultracosmiche e acidificazione sinusoidale sintetica. Sarà uno shuttle che disegna il tuo itinerario attraverso lo spazio.
L’universo è sfuggente, tienilo stretto!”

Inizia così la bio dei Phunkadelica, duo catanese dai suoni elettronici ricercati. Definendosi una “iniezione scintillante e multi-sapore di onde, dimensioni e scanalature sviluppate per aumentare i poteri e le abilità intergalattiche”, i Phunkadelica sono famosi per le loro costruzioni sfuggenti ma robuste su Innervisions, Diynamic, Correspondant, Multinotes e molte altre etichette. I Phunkadelica si sono affermati sin dall’uscita del loro EP di debutto “Intergalactico” su Engrave Ltd nel 2017. Quasi un anno dopo il successore” Iperspazio”, ha aperto la 4a dimensione e contemporaneamente un nuovo capitolo del suono frizzante e multi-sapore del duo.

Per quanto riguarda la fusione creativa del suono e la creazione artistica, i Phunkadelica sono un fulgido esempio di tutto ciò che è elettronico.

Ad agosto 2022 è uscito il loro ultimo EP “By The Power Of Graysgull” con Multinotes, un viaggio intimo che esplora diversi stati d’animo.

Noi di Parkett abbiamo intervistato Luca Marano, una delle due menti creative insieme a Toni Sambataro che sta dietro il progetto.

foto di Noemi Alessandra

Ciao Luca benvenuto su Parkett, come stai?

Molto bene grazie, anche se ci è appena slittato un tour in India e mi ritrovo a casa un po’ forzatamente. Puntiamo tutto sul Messico!

Sono sempre nella fase produttiva, non riesco a stare con le mani in mano. Forse è uno dei miei difetti, ma anche pregi direi.

Da quale angolo dell’universo vengono i Phunkadelica?

Da un incrocio di galassie, come una costellazione, anzi come un bellissimo insieme di costellazioni. Nasciamo da una serie di incroci di background diversi: Io nasco come dj e Toni invece è uno straordinario batterista. A differenza mia, lui ha una sua attività che non ha niente a che vedere con il nostro progetto, ma riversa totalmente la sua creatività nei Phunkadelica. Cerchiamo di mantenere un paio di appuntamenti fissi alla settimana per il nostro progetto, nonostante i nostri impegni privati.

Quando avete deciso di esplorare lo spazio insieme e diventare Phunkadelica?

In realtà ci sono stati degli incroci cosmici, situazioni personali di entrambi che ci hanno fatto ritrovare dopo anni in cui ci conoscevamo già. In passato ci ritrovavamo spesso a suonare o fare musica insieme, ma non avevamo mai raggiunto risultati soddisfacenti. Eravamo in un periodo musicale totalmente differente e quindi non ci amalgavamo facilmente tra di noi.

Io mi trovavo in un periodo un po’ buio della mia vita in cui avevo smesso di produrre musica perché non ero più soddisfatto di quello che facevo musicalmente, ero il primo a non suonare la mia stessa musica durante le mie esibizioni da dj perché non la ritenevo all’altezza. Mi dedicai totalmente a fare il promoter, allontanandomi quasi completamente dalle produzioni, ma questa scelta poi piano piano mi riportò indietro sui miei passi. Riscoprire la bellezza di suonare la propria musica, con i propri messaggi da voler trasmettere, senza passare da produzioni altrui, mi ha permesso di riscoprirmi e rispolverare le mie scelte musicali, ricercando tanto tra vecchia musica che suonavo in passato, fino a quando ho trovato le sonorità che stavo cercando, nascoste tra suoni pop, funky, italodisco rigorosamente dal tocco anni ’80. Quei suoni così inconfondibili, hanno la capacità di toccare in me così come in Toni delle corde particolari, come una sorta di messaggio subliminale. Quegli anni li ho vissuti inconsciamente, ero ancora un bambino e solo qualche anno dopo ho cominciato a conoscere la musica. Ma so di aver immagazzinato tutte le emozioni e le sensazioni legate a quel filone musicale e quando ci sono ritornato sopra sono esplose in un’altra serie di emozioni che mi hanno fatto dire: “Ecco cosa stavo cercando!”

Pensiero stupendo, Sogno Lucido, La Cura, sono tutte vostre tracce con chiari riferimenti ai nostri più grandi artisti italiani, alcuni addirittura dimenticati. Come mai questa delicata scelta di rotta ?

Questa nostra riscoperta si è incontrata con Toni, che anche lui in quegli anni aveva una gran voglia di fare musica ma di avere un approccio diverso molto più strumentale, con l’utilizzo di sintetizzatori. Una ricerca di suoni e melodie con approccio live e riportarlo nella nostra musica. Abbiamo quindi messo insieme queste nostre nuove esigenze, visioni che si sovrapponevano perfettamente, in un certo senso erano assolutamente complementari. Abbiamo deciso di comune accordo di non accontentarci più e che ci saremmo ritenuti davvero soddisfatti solo dopo esserci resi conto che non potevamo fare di meglio.

Riuscire a trovare un equilibrio tra le nostre rispettive esperienze, che come accennavo prima sono parecchio diverse, non è semplice. Ci vuole tanto lavoro e passione ma soprattutto rispetto del background altrui, dando al risultato finale quel tocco personale e soddisfacente, legato sì al passato ma dal carattere moderno, che poi caratterizzano le nostre produzioni.

La chiave sta nel riuscire a stare al passo con i tempi, mantenendo sempre quel brio del passato che ci contraddistingue.

Diamanti di punta del One Day, uno dei festival più grandi che si svolge in Sicilia, quest’anno vi ha visti protagonisti  accanto a Ame, I Hate Models, Len Faki, Alicante e molti altri . Quanto la città di Catania vi ha influenzato nel vostro percorso musicale? 

Catania, volente o nolente, è una città che ti entra dentro, ti condiziona sicuramente nei modi di fare, pensare, di vivere e di vedere la vita. La gioia di vivere che si respira in questo lato della sicilia, la classica LISCIA CATANESE, di sorridere anche di fronte alle tragicità della vita, credo che si rispecchi molto nei nostri suoni e nelle nostre produzioni. Tendenzialmente cerchiamo di avere sempre melodie gioiose, a volte melancoliche come questa città certe volte ci da, ben amalgamate insieme tanto da rendere le nostre tracce un mix perfetto di gioia e saudade, tipica dei nostri litorali e della nostra terra. 

“L’universo è sfuggente, tienilo più forte”. Con la musica riuscite a fermare il tempo e tenere stretto l’universo?

Fermare il tempo credo sia una delle prerogative più ambiziose per chi fa questo mestiere. Tutti vorremmo sconfinare nel tempo con le nostre produzioni. Per quanto facciamo musica comunque legata saldamente ad un tempo ben preciso, cerchiamo di renderla senza tempo e senza confini, rimandando sempre a passo con i tempi. Si spera di riuscirci, anche!

Foto di Noemi Alessandra

Qual’è stata la collaborazione che vi ha più emozionato?

Direi che tutte le collaborazioni che abbiamo fatto con Mauro (Musmeci ndr) sono state tra le più divertenti ed emozionati perché sono sempre un processo naturale, una simbiosi nei gusti musicali veramente stretta. Un lavoro fluido, come se fossimo un’artista solo, ritrovandoci in perfetta sintonia senza bisogno di parlarsi.

Non si può poi non menzionare la collaborazione con J.O.D. che ha “dato voce” a tracce come “Sogno Lucido”, “Coccoina”, “Amore Automatico”, così come quelle con Adana Twins ed Echonomist, artisti con i quali è stato un privilegio essere chiamati a collaborare. Per finire, ma solo per una questione cronologica, quella con Dodi Palese, insieme al quale abbiamo remixato Vision Widened” di Space Food & Allies For Everyone in uscita il 10 Febbraio su Multinotes.

Quale artista vi ha maggiormente ispirato?

Pur essendo così diversi io e Toni, ci ritroviamo in tantissimi artisti che ci accomunano. Per esempio i Pink Floyd e The Alan Parson Project con il rock di quel periodo verso il progressive. Le nostre influenze musicali, nonostante radici completamente diverse, ci hanno portato poi a creare questo melting pot di musica che ci rappresenta. Come dj sicuramente Claudio Coccoluto ha rappresentato per me, in particolare, un punto di riferimento e di partenza. Quando lo sentì suonare per la prima volta, ricordo che fu lì che capii cosa volessi suonare nella vita.  

Dal 2017 ad oggi che evoluzione musicale avete affrontato e a quali tempeste spaziali vi siete esposti?

Siamo partiti sicuramente con le sonorità tipiche degli anni ’80 e l’italodisco sviluppandole con più sfaccettature, passando dal new wave al synth pop o funky rendendola a tutti gli effetti la nostra comfort zone. Noi cerchiamo continuamente di evolverci e di cercare di lasciare traspirare altre influenze che sicuramente ci caratterizzano, perché non vogliamo e non possiamo essere etichettati o legati a solo un genere musicale: ci piace davvero tutta la musica con le sue mille sfaccettature. Abbiamo  tanto altro da raccontare, evolverci in altre galassie mantenendo sempre lo stesso filo conduttore che ci rappresenta.  

Durante questo 2022 siete usciti con numerosi progetti, di cui l’ultimo è proprio  “By The Power Of Greysgull”. Com’è nato questo disco, in che pianeta vuole condurci?

E’ un lavoro frutto per lo più dalla pandemia, la maggior parte delle tracce del disco sono state scritte e prodotte proprio in quegli anni. Si nota infatti un velo malinconico, eravamo entrambi bloccati in casa, lontani dalle persone a noi più care e circondati dal nulla cosmico, per poi trasformarsi in un cattivo bassline, un mix di emozioni contrastanti tipico di quegli anni pandemici.

Il 6 gennaio vi ha visti protagonisti in Messico insieme all’etichetta Multinotes, cosa vi aspettate da questo 2023? Avremo un “I Have The Power”? 

Stiamo lavorando ad un nuovo progetto in termini di direzione musicale, con il quale vorremmo mostrare un nostro aspetto più dance, più powerfull. Ci aspettiamo un anno di grandi energie, il tour in Messico a Tulum e Guadalajara di Gennaio è stato il nostro trampolino di lancio per questa nuova avventura targata ’23.

Grazie mille per questa splendida chiacchierata, vi lasciamo un piccolo spazio per condividere con noi pensieri o aspettative per questo nuovo anno artistico.

Un pensiero vorrei dedicarlo a Nicola Vox, un caro amico che ci ha prematuramente lasciato un anno fa circa. 

Partendo dall’energia travolgente di “By The Power of Grayskull” passando per il flusso senza fiato “Phunkasmagorico” fino all’inno notturno suburbano “Loneliness, My Best Friend” cantato da Stefano Proietti, chiudono la lista le atmosfere sognanti di “Liturgia Finale“.

Track List “By The Power Of Graysgull” :

  1. By The Power Of Graysgull
  2. Phunkasmagorico
  3. Loneliness, My Best Friend (feat. Stefano Proietti)
  4. Liturgia Finale

Esce il 10 Febbraio il remix targato Phunkadelica di  “Vision Widened” di Space Food & Allies For Everyone  Multinotes. Per restare aggiornato, segui i link dei Phunkadelica.

Link Phunkadelica:

Spotify > https://bit.ly/2yTsioj

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Soundcloud >http://bit.ly/1RSMJRN

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