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Ecco una piccola guida alle migliori drum machine sul mercato.

Dopo avervi mostrato alcuni tra i sintetizzatori più interessanti sul mercato, per par condicio ci è sembrato opportuno stilare una lista delle migliori drum machine che possiamo trovare oggi in circolazione, tralasciando (con una sola dovuta eccezione) le groovebox, i campionatori puri, i sintetizzatori puri dotati anche di una sezione di suoni percussivi che, malgrado l’egregio lavoro in tutti e due gli ambiti, non sono drum machine, e infine le drum machine non più in circolazione.

Queste ultime sono le defezioni più dolorose perchè in questa categoria si annoverano grandi classici anche assai recenti, come le macchine Jomox, alternative “sporche” alle classiche Roland 808 e 909, ma che nonostante l’emulazione sono dotate di personalità propria e chiamate non a caso 888 e 999.

Per brevità abbiamo tralasciato anche i veri e propri cloni, sebbene di eccellente qualità, come la Miami e la Drumatix della casa tedesca Acidlab (cloni rispettivamente delle Roland TR-808 e TR-606) o la Yocto Rhythm Composer, quest’ultima in tutto e per tutto sosia della 808. Ecco una lista delle migliori drum machine che potete trovare sul mercato.

ROLAND AIRA TR-8

Non poteva non essere la prima a venirci in mente quando pensiamo alle migliori drum machine. La nuova e smagliante serie Aira della Roland propone una drum machine digitale che emula il circuito analogico delle classiche pietre miliari TR-808 e TR-909 grazie alla tecnologia ACB (Analogue Circuit Behaviour).

La storia dei suoni di batteria dell’intera musica elettronica torna accessibile e, contrariamente a quanto dicono i soliti puristi, si difende benissimo.

Per stabilire la fedeltà del suono di questa macchina rispetto ai pesanti nomi a cui si rifa, sono stati eseguiti numerosi test in “blind”, cioè in cui l’ascoltatore non sapeva in anticipo se stava ascoltando suoni delle TR-808/TR-909 o della nuova TR-8: nessuno, se non in pochissimi casi fortuiti, è riuscito a dire (e azzeccare) da quale macchina provenisse il suono che stava ascoltando.

O meglio, è vero che hanno timbri lievemente diversi, ma sono appunto diversi, non migliori o peggiori. La plancia di comandi è di estrema comodità, dato che siamo di fronte alla rassicurante “one-knob-one-function”, dove i vari suoni si possono regolare in volume tramite dei fader e in timbro grazie a “tune” e “decay” (per i soli suoni di kick e snare vi sono anche gli ulteriori “attack” e “compression” per arrivare ad una maggiore potenza).

Altri comandi relativamente indiretti si ottengono grazie a combinazioni di pulsanti, come il pan o il volume massimo di ogni suono.

E’ possibile inoltre scaricare al prezzo di 75€ dal sito ufficiale Roland anche un kit di espansione che contiene i suoni delle TR-707 e TR-727, stavolta sottoforma di sample (sample che comunque provengono dalla casa che li ha inventati, quindi..), più alcuni nuovi suoni derivati dalle 808 e 909 come tre “noise tom”, due “attack kick”, o un “finger snap”.

Interessante è la manopola dello scatter che offre la possibilità di variazioni che assomigliano a particolari interpretazioni-combinazioni di effetto stutter, glitch o bit-crush.

A livello di connessioni, presenta midi in e out (quest’ultimo funge anche da thru). Inoltre presenta un’entrata stereo di cui è possibile regolare il volume e con una bellissima funzione “sidechain” comodamente programmabile a mo’ di step sequencer.

L’uscita jack stereo è accompagnata da un’altra coppia accessoria di uscite ed è possibile assegnarne ognuna ad un suono, avendo così fino a quattro uscite analogiche separate.

Volendo avere come nelle care vecchie 808 e 909 ogni suono separato per ogni canale, è possibile farlo collegando via USB la TR-8 alla vostra DAW: in questo caso fungerà come scheda audio (che può convivere con la vostra scheda audio esterna grazie alla funzione “aggregate machines” su iOS o grazie a un’analoga funzionalità del driver ASIO sulle macchine Windows).

E non è finita: la TR-8 presenta anche otto tipi di riverbero, otto tipi di delay e la funzione accent, tutti questi programmabili a mo’ di step sequencer e dotati di vari parametri. Nel sequencer a 16 step è possibile alternare due battute o farle suonare una dietro l’altra (diventa quindi di fatto un sequencer a 32 step), utilizzare ghost notes e salvare fino a sedici sequenze.

Esteticamente è una vera bomba: un look nero aggressivo con un contorno verde acido, led di cui si possono personalizzare i colori (cosa che ha fatto ridere sotto i baffi molti professoroni che hanno giudicato puerile questa caratteristica), telaio in plastica con pannello frontale in alluminio.

NORD DRUM

La Nord Drum è una drum-machine non completamente convenzionale, una storia a sè, una voce fuori dal coro ma parimenti potente. Si sa far valere la piccola macchina rossa della Nord e sicuramente è una tra le migliori drum machine in circolazione.

E’ un sintetizzatore di tipo “virtual analog” di suoni di batteria, a quattro canali. Il midi in e out è di fondamentale importanza, dal momento che è possibile collegarvi sia il set di sei pad proprietari (venduto a parte), sia pad di altre marche, trigger acustici o anche sequencer.

Dà il meglio di sè quando utilizzata con pad o trigger, e questo fa della Nord Drum una macchina con vocazione da performance, particolarmente adatta a chi ha skill da batterista o preferisce suonare a programmare. Nel sound design arriva a grandi livelli di complessità, dal momento che per ogni suono è possibile modellare il tono, il noise e il click.

Il tono è fondamentalmente il corpo del suono che si vuole ottenere, ed è possibile attingere a forme d’onda base come la sinusoidale, quadra o a dente di sega, o anche a onde più complesse con un contenuto armonico adatto a suoni percussivi.

Abbiamo anche un filtro passa-basso per ogni suono, che è possibile far chiudere gradualmente con la funzione “sweep”; si può regolare l’attacco con la funzione “punch” e la durata variando il “decay”; il “pitch” si muove per semitoni ed è possibile anche farlo variare con la funzione “bend”.

Anche la sezione “noise”, seconda delle tre parti che partecipano alla costruzione del suono, presenta numerose possibilità: innanzitutto è possibile impostare il “colore” desiderato, dal rumore bianco a tonalità più o meno filtrate o processate da sei differenti tipi di filtro risonante con inviluppo e tempo di decay (soft o hard), non a caso è considerata come una delle migliori drum machine.

Infine la sezione click conferisce più o meno durezza all’attacco del suono, ed è possibile scegliere tra ben ventisette tipi di click, che prendono il loro profilo dal tono, dal noise o da una combinazione tra tono e noise. Gli input sono ad alta sensibilità ed è possibile regolare la sensibilità e la soglia.

Recentemente, la Nord ha annunciato l’imminente uscita della Nord Drum 2, versione aggiornata in cui si passerà da quattro a sei canali; sarà arricchito lo spettro di suoni ottenibili con l’introduzione di sintesi sottrattiva, risonante ed FM con sei differenti algoritmi; la sezione noise prevederà i tre classici tipi di comportamento (passa-basso, -alto e -banda) con parametri di cutoff e risonanza; attacco con rate ed LFO, decay lineare o logaritmico.

Effetti di distorsione, equalizzatore e “repeat” (quest’ultimo somiglia a un delay); una grande innovazione è il timbro dinamico, per cui il suono può avere particolari inflessioni a seconda della forza (tecnicamente la “velocity”) con cui arriva l’input, per una maggiore naturalezza e somiglianza con la risposta delle percussioni acustiche.

Sarà possibile silenziare ed editare più di un suono alla volta raggruppandone due o più; infine mediante l’app Nord Beat sarà possibile sequenziare via midi la Nord Drum 2 via iPad.

ELEKTRON ANALOG RYTM

E’ l’erede della Machinedrum, prima drum machine Elektron che ha conquistato tutti e che recentemente ha visto un drastico abbassamento nel prezzo del nuovo. La Machinedrum era una macchina interamente digitale per drum synthesis, la cui versione mark II, denominata MAchinedrum UW ha anche capacità di campionamento con motore a 12-bit.

Come tutte le macchine Elektron, siamo di fronte a una vera bestia e per questo la giudichiamo una tra le migliori drum machine in circolazione.

Flessibilità estrema e possibilità innumerevoli. Talmente complessa che la casa svedese la definisce “drum computer”, ed è importante specificare che parliamo di una macchina che ha il motore di sintesi interamente analogico, mentre il sistema di controllo e di editing dei suoni e del sequencer è digitale.

Ha un sequencer a dodici tracce e sessantaquattro (64) step, polifonia di otto voci che possono uscire individualmente tramite gli output analogici, capace sia di sintesi che di ospitare samples in memoria. Ogni voce può essere articolata con filtro, due inviluppi (filtro e amp), LFO, panning, due effetti tra riverbero, delay o processori di dinamica analogici quali overdrive e compressore.

Il sequencer è un classico Elektron, molto completo, in cui alle dodici tracce dalla lunghezza indipendente è possibile assegnare un effetto per ognuna, modellare il suono step per step con la funzione “parameter lock”, suonare in modalità performance e gestire le scene in tempo reale, suonare i campioni come fossero note nella modalità “chromatic” usando i pad sensibili alla pressione.

Inoltre, come di consueto per le macchine Elektron, disponiamo di un’enorme memoria di storage: 128 progetti, 128 kit, 128 pattern e 16 song per progetto, 4096 suoni in totale, di cui 128 per ogni progetto e 127 campioni per progetto, 1 GB di spazio per i campioni. Come connettività abbiamo il fondamentale MIDI thru, oltre a in e out, nonchè il DIN Sync. Una delle migliori drum machine che potete trovare sul mercato.

KORG WAVEDRUM

Non è propriamente una drum machine ma riteniamo vada menzionata. E’ molto apprezzata per la comodità e la naturalezza della sua risposta. Praticamente ha l’aspetto di un pad, che a sua volta somiglia alla superficie di una darbouka, ed è possibile suonarla con bacchette di vario tipo o con le mani, integrandola o meno in kit di batteria acustica.

Molto famoso è il suo sensore altamente dinamico, capace di rispondere a ogni minima variazione di pressione dando sfumature differenti al suono a seconda di come e dove si colpisce la “pelle”, da forte a piano, e dal centro al bordo, proprio come in una vera percussione.

In particolare, nelle ultime versioni è stata migliorata la risposta ai suoni morbidi, ciò significa che la Wavedrum è diventata ancora più sensibile. Il motore che genera il suono combina gli algoritmi di sintesi DSP con i suoni PCM, ed in dotazione sono forniti duecento suoni di fabbrica e altri duecento sono definibili e salvabili dall’utente, effettabili con delay o riverbero e richiamabili istantaneamente per facilitare la performance.

Nella Wavedrum Global Edition c’è l’imbarazzo della scelta tra suoni di percussioni africane come Djembe, Udu, Talking Drum, percussioni arabofone come Darbouka e Daf, percussioni giapponesi come il Taiko, o anche quelle originarie del sud-est asiatico come il Jegog, percussioni latine come le Conga o la Marimba, percussioni da orchestra fino ad arrivare a suoni non strettamente percussivi, come ad esempio il Koto giapponese o il Berimbau brasiliano.

MFB TANZBÄR

Torniamo alla musica elettronica pura per parlare della tedeschissima MFB TANZBÄR, ‘giocattolino’ elettronico con step sequencer molto apprezzata come alternativa ai suoni Roland: una delle migliori drum machine. Cominciamo con il dire che con la Tanzbär è possibile creare sequenze contenenti ben quattordici suoni percussivi differenti, ma anche linee di basso e melodiche.

E’ possibile salvare fino a 144 pattern e gestirli in assoluta comodità dal vivo, richiamandoli al volo ed editando i parametri (che possono essere programmati step per step) senza necessità di stopparla.

I pattern possono essere concatenati per ottenere sequenze anche piuttosto lunghe e c’è la possibilità di alternare tra varianti dello stesso pattern selezionando la sequenza A o B come nella Roland TR-8. Assai notevole è la capacità di assegnare differenti lunghezze ai vari suoni, permettendo così la costruzione di interessanti poliritmi.

Naturalmente non manca la classica possibilità di fare ritmi ternari o di far scorrere al doppio della velocità il sequecer impostando gli step come sedicesimi o trentaduesimi. Ogni suono ha volume, mute e shuffle impostabile in maniera indipendente, ben tre gradazioni di accento, funzione di bend per alterare l’altezza a mo’ di glide o per creare effetti simili ad una LFO.

Come se non bastasse, tramite lo standard analogico CV/gate o via MIDI è possibile controllare strumenti esterni perchè suonino linee di basso o melodiche programmabili con la Tanzbär, spaziando in un range di tre ottave e di modularle nella dinamica.

Una delle caratteristiche più utili e meno scontate, prese in eredità dalle classiche 808 e 909, sono le ben dodici uscite analogiche (jack) separate per ogni strumento, in aggiunta a una coppia stereo di uscita: caratteristica che la annovera tra le migliori drum machine.

Esiste anche una versione Lite della Tanzbär, con chassis bianco in acciaio, nove suoni differenti anzichè quattordici, cinque uscite analogiche più una coppia stereo, manca la sezione di sequencer per linee di basso e melodiche, i pattern salvabili sono 64 anzichè 144, ma sono conservate le capacità di creare poliritmi, l’alternanza di pattern A e B, la possibilità di far scorrere il sequencer a trentaduesimi o fare tempi ternari, programmabilità step per step, nonchè i vari shuffle, mute e simil-LFO indipendenti. Infine, una terza variante è la Tanzmaus, che possiede cinque suoni analogici differenti e due sezioni sample, e conserva tutte le funzioni della Tanzbär Lite.

VERMONA DRM-1 MK3

La Vermona DRM-1 MK3 è un sintetizzatore drum che può funzionare come strumento table top o essere inserito anche in rack modulari ed è considerata una tra le migliori drum machineOrgogliosamente analogica, possiede otto canali per otto suoni differenti, otto uscite analogiche separate oltre naturalmente a un main output e a un’uscita per le cuffie, nove parametri direttamente accessibili sul pannello per modellare a fondo ogni suono, MIDI in e thru. Inoltre, può avere dieci trigger input opzionali per essere utilizzata insieme ad altra strumentazione analogica.

Non ha memorie per salvare le sequenze, per cui ha l’inconveniente di non permettere il richiamo a suoni salvati, ma si dispone semplicemente dei suoni che si hanno di fronte a seconda di come sono posizionati i pomelli. Nonostante questo è una delle migliori drum machine.

DAVE SMITH TEMPEST

Come tutte le macchine firmate Dave Smith, è una vera belva di fascia alta e non a caso la reputiamo come una delle migliori drum machine sul mercato. Progettata da Smith insieme a Roger Linn, inventore dell’Akai MPC e della celebre LinnDrum.

In realtà la Tempest, avendo anche capacità di sintesi melodica, va un gradino oltre la semplice drum machine e può collocarsi tra le groovebox. Possiede una quantità di campioni di suoni percussivi e non (ma non vi è la possiilità per l’utente di salvare all’interno della macchina i propri campioni), per cui diviene possibile, limitatamente alla polifonia massima di sei voci, strutturare più di semplici sequenze ritmiche.

Il motore di sintesi è analogico e basato sulla sintesi sottrattiva, e grazie ai due oscillatori analogici supportati da un sub-oscillatore e altri due digitali contenenti 450 diversi campioni e forme d’onda, diviene possibile generare una vastissima gamma di suoni.

I suoni possono essere modellati da un interessante filtro Curtis passa-basso a 12 o 24 dB/ottava e un filtro passa-alto, inviluppi, effetti analogici che intervengono sulla dinamica quali compressore e distorsione, delay MIDI basato sulla ripetizione di note (compromesso per non utilizzare delay digitali e mantenere la macchina full analog), portamento, vari tipi di LFO.

Inoltre disponiamo di una matrice di modulazione 8×8 che conferisce notevole flessibilità al sound design. La Dave Smith Tempest è senza dubbio una delle migliori drum machine.