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Il resident del celebre Tresor di Berlino Pacou è finito al centro di una bufera mediatica dopo aver usato le parole “sad immigrant” (letteralmente “triste immigrato”) nei confronti di un produttore italiano che gli aveva inviato il proprio EP per una recensione.

Capita spessissimo che giovani produttori, magari agli inizi, inviino le proprie creazioni ad artisti di un certo livello per ottenere dei feedback che possono fungere da ottima promozione nel caso di recensione positiva. Capita anche, com’è naturale che sia, che questi feedback non siano per niente positivi. Speriamo, però, sia la prima e ultima volta che un artista, nel caso specifico Pacou, usi parole obiettivamente razziste e irrispettose nei confronti di un producer che si affida a lui per un responso.

Esatto, perché il resident del Tresor, forse il più prestigioso e longevo locale techno del globo, oltre ad aver demolito l’EP di un giovane produttore italiano con un secco 1/10 e con un altrettanto secco “support: no”, ha usato le parole “sad immigrant” nei suoi confronti. Letteralmente “triste immigrato“, chiaro riferimento al fatto che il ragazzo in questione è un artista italiano che vive e lavora a Berlino, come succede per moltissimi ragazzi che cercano fortuna nel mondo della musica elettronica.

Lars Lewandowski, vero nome di Pacou, avrebbe potuto tranquillamente limitarsi a bollare come non gradito un lavoro che evidentemente non ha incontrato i suoi gusti dandogli una pessima valutazione e usando parole dure, pur nei limiti del rispetto. Invece, purtroppo, ha deciso di andare oltre e di sfociare in un palese razzismo e campanilismo, etichettando l’italiano in modo chiaramente e volutamente dispregiativo per via del suo non essere tedesco d’origine.

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Il feedback inviato da Pacou

Il Tresor ha subito preso le distanze dal proprio resident con un post sulla propria pagina Facebook, nel quale chiarisce che le parole di Pacou sono in netto contrasto con la filosofia del club e che la sua prossima esibizione nel locale, prevista per il prossimo 20 aprile al fianco di ospiti come The Advent e Steve Rachmad, è stata annullata. Non è chiaro se si tratti di una sospensione a tempo indeterminato o di una chiusura definitiva dei rapporti tra il club e l’artista.

Dal canto suo, Pacou si è scusato ed ha ammesso l’errore, ma in alcuni post su Facebook (qui la sua pagina ufficiale) ha fatto dichiarazioni che stridono con le scuse, affermando il suo supporto nei confronti dei “veri immigrati” e dicendo che nei suoi confronti c’è e c’è stata una vera campagna diffamatoria, cercata e costruita dal produttore italiano e da altri non meglio specificati “amici” e che affonderebbe le proprie radici in faccende avvenute mesi o persino anni fa.

Insomma, non è assolutamente chiaro quale sia il background di questa spiacevole vicenda e vi aggiorneremo nel caso dovessero esserci risvolti notevoli o che cambiano in qualche modo le cose. Quel che è certo è che le parole usate da Pacou non hanno in alcun modo a che fare con i valori su cui si basa l’intera scena mondiale della musica elettronica e in nessuna caso possono essere accettate o ricevute. L’ovvia e banale speranza è che questa vicenda possa risolversi nel migliore dei modi per tutti i soggetti coinvolti.