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Passiamo un momento in rassegna la colonna sonora paurosa di “Pi Greco – il Teorema del Delirio”, film di fine millennio di Darren Aronofsky.

Sono gli anni di “Mezzanine” dei Massive Attack, di “P.E.T.R.O.L.” degli Orbital, di “Come To Daddy” di Aphex Twin e di “Incunabula” degli Autechre. Anni dove un regista newyorkese insieme alla complicità di un compositore britannico, decidono di mettere insieme la colonna sonora di “pi greco – il teorema del delirio“, una pellicola destinata a diventare un cult per tutti gli appassionati di cinema.

A quasi vent’anni dall’uscita del primo lungometraggio di Darren Aronofsky,Pi Greco – Il teorema del delirioresta un capolavoro non solo per la sua eclettica particolarità e un montaggio cinematrografico tecnicamente retroattivo, ma soprattutto per la complicità di una colonna sonora messa insieme dal geniale Clint Mansell; musicista e compositore introdotto nel mondo del cimena proprio grazie a Darren Aronofsky, al quale viene affidato il compito di capire le tracce che meglio rappresentino la struttura e la trama dell’opera.

Clint si è trovato davanti un film con una struttura caotica e disorientante, dove dai primi minuti la complessità del film emerge subito prepotentemente; un anonimo protagonista elenca infatti sistematicamente e in modo maniacale le teorie che abitano la sua mente. Teorie che col passare dei minuti vanno a creare la linea guida per capire e dare una logica ad una trama basata sulle convinzioni di Max (interpretato dal monumentale  Sean Gullette), matematico allucinato e convinto che il mondo possa essere interpretato attraverso la ciclicità dei numeri, primo fra tutti il pi greco.

12 e 45: enuncio di nuovo le mie teorie

Primo: la natura parla attraverso la matematica. Secondo: tutto ciò che ci circonda si può rappresentare e comprendere attraverso i numeri. Terzo: tracciando il grafico di qualunque sistema numerico ne consegue uno schema. Quindi ovunque, in natura, esistono degli schemi. Ecco le prove. La ciclicità delle epidemie, la crescita e la riduzione delle mandrie di caribù, la ciclicità delle macchie solari, le piene e le secche del Nilo. La mia ipotesi: anche nella Borsa esiste uno schema, ed è proprio davanti a me, nascosto fra i numeri: è sempre stato lì.

12 e 50: premo invio.

Alienato, senza vita sociale e senza amici, Max resta rinchiuso nella sua stanza con un enorme calcolatore che chiama Euclide e una emicrania dilaniante che lo rende insonne e costretto a convivere con costanti allucinazioni, la sua droga è quella di studiare quel numero, cercando di trovare tutti i modelli matematici in natura ad esso legati.

Immaginate “pi greco – il teorema del delirio” come la rappresentazione onirica di un’eroe cyberpunk-tecnologico, il cosiddetto “uberman“, secondo le parole dello stesso Aronofsky, in grado di assemblare una workstation utilizzando pezzi di scarto e in grado di formulare processi matematici complessi, fino ad arrivare a condurre esperimenti sulla borsa: il regno dei numeri quantitativi.

Girato in bianco e nero sgranato in 16 mm e con un montaggio ipercinetico, a questo punto entra in gioco la genialità di Clint Massel, il quale decide che per dare maggior risalto all’oscuro e ossessivo capolavoro di Aronofsky, di mettere insieme una colonna sonora composta esclusivamente di musica elettronica di ultima generazione, a cavallo tra la nascita della Trip Hop e della IDM.

All’interno della pellicola troviamo infatti gli Orbital con P.E.T.R.O.L, traccia estrapolata da Inside, quarto album in studio e rilasciato nel 1996. Aphex Twin con Bucephalus Bouncing Ball, brano preso da Come To Daddy, pubblicato nel 1997 su Warp. Gli Autechre con Kalpol Introl, singolo estratto dall’album Incunabula del 1993, forse la traccia che meglio rappresenta la complessità della mente del protagonista.

I Massive Attack di Robert 3D del Naja con Angel, dall’album Mezzanine, opera destinata da li a breve a essere considerata un capolavoro assoluto nell’universo della neo nascente trip hop e downtempo. La short-track Anthem di Gus Gus creata appositamente per essere inserita nel film e pubblicata nel 1995 nella compilation Gus Gus Vs. T-World.

A contribuire a creare le atmosfere deliranti del film sono state inserite anche tracce come A Low Frequency Inversion Field di Space Continuum (nome d’arte di Jonah Sharp) del 1994; Roni Size con Watching Windows dall’album New Forms del 1997; David Holmes con No Man’s Land dall’album This film’s crap let’s slash the seats del 1995; Banco de Gaia con Drippy Big Man Cry del 1997, Psilonaut (Brian Emrich) con Third from the Sun e We Got The Gun di Clint Mansell, traccia creata appositamente per il film.

Una colonna sonora visionaria e inquietante, una sorta di viaggio introspettivo nella mente complessa di un genio della matematica, tra sonorità Ambient, Trip Hop, Downtempo, IDM, Breakbeat e Jungle; assemblata in modo stupefacente all’interno di un film che ha vinto decine di premi in tutto il mondo, tra i quali il premio alla regia nel 1998 al Sundance Film Festival e candidato al premio Chlotrudis Award come miglior film nel 1999.

Un’opera destinata a essere ricordata nel tempo, mantenendone inavariato il fascino anche a distanza di anni; un viaggio mentale da decifrare e da vivere intensamente, lasciandosi trasportare sia dalle immagini che da ogni singola nota.

Ecco il trailer originale: