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Dopo il grande successo dell’anno scorso con più di 300.000 persone per le strade di Berlino, Rave the Planet, la manifestazione erede della Love Parade, sta per tornare anche quest’anno!

La Love Parade, da quella tragica e sciagurata edizione del 2010 a Duisburg, anche per rispetto a quello che era successo, aveva cessato di esistere. Ma l’anno scorso lo storico organizzatore della parata dell’amore, Dr. Motte, dopo circa un decennio dall’accaduto, aveva deciso di far rivivere l’evento cambiandone il nome in Rave the Planet e riportandolo dove tutto era iniziato nel lontano 1989: a Berlino.

leggi il racconto del nostro Francesco Magnante che era a Duisburg quel giorno: “LOVE PARADE 2010, BRIVIDI E RABBIA: IL RACCONTO DI CHI C’ERA

rave the planet - 2002 Love Parade, Imago/Sven Lambert
Love Parade 2002, foto/Sven Lambert

Con partenza da Ku’damm, l’8 luglio prossimo, diversi camion coloratissimi e dotati di potenti impianti audio si dirigeranno ancora una volta verso la Porta di Brandeburgo. Lo scopo, però, non è più solamente quello di creare il più grande rave party techno all’aperto, ma la parata è stata ufficialmente registrata come protesta politica e sociale.

“Manifestiamo per la conservazione della musica elettronica e della club culture e il riconoscimento delle sue conquiste culturali e sociali e della pace.”

– afferma il sito web di Rave the Planet
rave the planet
Dr. Motte

Music is the answer

Il motto di questa edizione è “MUSIC IS THE ANSWER“, e come si può leggere ancora sul loro sito web la musica, da sempre, ha il potere di rendere il mondo un posto migliore, riunire le persone senza distinzioni di nazionalità, di pelle, di genere, religione ed estrazione sociale e si sa (o almeno qualcuno lo dovrebbe capire, ndr) che questa è una delle condizioni fondamentali per la pace.

Inoltre, l’altro scopo della sfilata è esibire la più grande varietà di musica elettronica, quindi i professionisti della club culture e del movimento elettronico, fino al 28 febbraio, si possono candidare per partecipare all’evento. (CLICCA QUI)

Anche perché l’obiettivo finale dell’intera manifestazione è quello di far riconoscere la techno di Berlino come Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO, come il reggae, o il canto a tenore sardo, e per questo si può anche firmare una petizione.

a proposito, ti potrebbe interessare: “Carola Stoiber ci ha raccontato in esclusiva la genesi della techno berlinese