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Domenica 2 ottobre si sono aperte per l’ultima volta le porte di uno dei club più importanti e conosciuti del pianeta, lo Space Ibiza.

Lo Space Ibiza non è semplicemente un club o una discoteca, ma uno dei luoghi dove si è scritta la storia della musica elettronica. Uno dei protagonisti di questa storia è stato indiscutibilmente Carl Cox, che per quindici anni ne è stato il padrone di casa, contribuendo a consacrarne il nome oltre la leggenda.

In consolle sono passati i più grandi nomi della scena techno e house degli ultimi vent’anni: Chemical Brothers, Fatboy Slim, Groove Armada, Underworld, Jeff Mills, Laurent Garnier, Frankie Knuckles, Masters at Work, Carl Craig, Robert Hood, Francois Kevorkian, Richie Hawtin, Ben Sims, Dave Clarke, Eric Morillo, Tiesto, Kerri Chandler, Tale of Us, Josh Wink, Danny Tenaglia, Claudio Coccoluto, solo per citarne una piccolissima parte.

Da oggi però il club non esisterà più, al suo posto ci sarà la versione notturna dell’Ushuaia. I retroscena della vicenda sono di carattere puramente economico: il terreno su cui è costruito lo Space Ibiza appartiene ad Abel Matutes, che è stato sindaco di Ibiza negli anni ’70 e deputato del governo spagnolo negli anni ’80.

Matutes ha iniziato ad interessarsi al mondo del clubbing solo nel 2011, quando suo figlio creò l’Ushuaia a pochi metri dallo storico club di Platja d’en Bossa. L’Ushuaia fino ad oggi ha aperto le sue porte solo di giorno, e si presume che il mancato rinnovo dell’affitto a Pepe Rosselló coincida con la voglia del gruppo di creare un locale altrettanto esclusivo dove potersi divertire fino al mattino.

La fine dell’era Space, questa vicenda unita alle dichiarazioni di CarlCox che vi abbiamo riportato qualche mese fa (Leggi qui), simboleggia la fine di un’epoca anche per Ibiza. Adesso possiamo capire precisamente quello che intendeva CarlCox dicendo:

“…Loro vorrebbero restassi per una questione puramente economica, e ciò ha senso per loro, ma non è quello che il mio cuore vuole.

Se continuassi, te lo dico ora, sarebbe solo perché mi offrirebbero un milione di euro per un dj-set. Sarebbe tipo ‘Wooow!’ ogni notte mi sveglio per fare un mix di 90 minuti e infilare nel portafoglio un milione di euro suonando tutte le tracce di Beatport, e ci sarebbero pure una marea di VIP ai tavoli.

Sorriderei tutto il tempo al bancone. Ma il mio cuore mi dice che non lo farò mai, perché se non ci sarà Pepe, e quindi non ci sarò nemmeno io. Siamo cresciuti insieme, abbiamo percorso tutte le strade insieme e finiremo insieme…”

L’assenza dell’amico Rosselló e la politica di mercificazione con cui è stata fatta l’offerta di ingaggio hanno portato Carl Cox a dire no, un no deciso ad una politica che non rispecchia più lo spirito con cui 27 anni fa Pepe Rosselló creò lo Space Ibiza, e con il quale i due hanno condiviso gli anni d’oro del club.

Il vecchio proprietario ormai ottantenne nel 1989 fondò la discoteca sul terreno dove erano costruiti “losPlayboy”, due locali che negli anni ’60, ’70, ed ’80 hanno visto assieme a Rosselló l’arrivo del turismo, degli hippie e dello spirito edonista iconico dell’isola. Dal palcoscenico riservato alle band alla consolle il passo è stato brevissimo. Purtroppo oggi i tempi sono cambiati, ed anche lo Space Ibiza, come i più grandi nomi della musica contemporanea, ci lascia dopo 27 anni. Forse è proprio così che doveva andare.

Alessandro Carniel