“Behind the beats” è una serie animata educativa e di intrattenimento che racconta la storia della musica. L’idea di fondo è che tutta la musica è connessa e si sviluppa come fosse un grande albero genealogico.
Non sempre i cartoni animati sono solo per bambini. Questo è anche il caso di “Behind the beats”, l’interessantissima serie animata, di produzione francese, stile blocky (a blocchi), che parla a giovani, e meno giovani, di Juan Atkins, Roni Size, Derrick May ma anche di Debbie Harry (Blondie), Snoop Dog, Patti Smith, Gloria Gaynor, Prince, Lady Gaga, fino ad arrivare al K-Pop.
La serie è trasmessa anche in Italia (su RaiPlay e Rai Gulp) e conta 26 episodi di circa 5 minuti ciascuno.
Ogni puntata è un ramo di questo grande albero genealogico che mostra come un nuovo genere non nasca dal nulla, ma sia il frutto di un “incontro felice” tra stili e artisti preesistenti.
L’estetica si ispira ai videogiochi a blocchi e ai videoclip musicali, un’animazione colorata e stilizzata, ma comunque, dalla narrazione scorrevole e coinvolgente.

Ovviamente la colonna sonora è notevole e vanta una sigla d’eccezione: il brano è “We Are Family” di Nile Rodgers e Bernard Edwards (degli Chic), che è stato riarrangiato in collaborazione con lo stesso Rodgers e la partecipazione straordinaria di Snoop Dogg e la cantante Sheléa.
Come comprensibile, uno degli aspetti più complessi della produzione, come rivelato anche dalla produttrice Corinne Kouper di TeamTO, è stato proprio ottenere l’autorizzazione per l’utilizzo delle tante musiche. Ci sono voluti due anni di lavoro solo per negoziare i diritti di tutti i successi che la serie annovera. Ogni episodio, infatti, contiene tre estratti di 45 secondi di brani fondamentali dei generi che tratta.

La cosa bella è che il focus non è solo sull’intrattenimento, ma anche sul valore educativo, mostrando ai giovani le radici della musica che ascoltano, e come la creatività nasca spesso dall’incontro e dalla fusione di culture e stili diversi.
L’obiettivo è creare una connessione tra le generazioni: i ragazzi scoprono da dove viene la loro musica preferita, e quelli un po’ più vecchietti possono riscoprire le radici dei generi (come Disco, Funk o Punk) che hanno ascoltato in gioventù. In questo modo, la serie diventa un “viaggio educativo per tutta la famiglia”.
Quindi possiamo benissimo affermare che “Behind the Beats” è un modo brillante per raccontarla “perché, se l’ascolti bene, tutta la musica è connessa.” (cit.)
