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Dopo esserci tante volte esaltati con gli immersivi programmi di musica non-stop del BPM festival, arriva proprio ora uno stop definitivo per Playa del Carmen a qualsiasi manifestazione di musica elettronica.

A Playa del Carmen si ferma la danza. Dopo la tragedia del 16 gennaio in cui sono morte otto persone in una sparatoria al Blue Parrot, e similarmente a quanto accaduto nella scorsa primavera al Time Warp di Buenos Aires in cui 5 ragazzi videro la morte per overdose, il sindaco di Playa del Carmen Cristina Torres Gómez dopo una riunione con l’intero consiglio cittadino ha comunicato ufficialmente che si è deciso di proibire lo svolgimento di qualsiasi festival di musica elettronica nella cittadina messicana. Questa decisione quindi non riguarderebbe solo il BPM Festival, che in precedenza ha lanciato l’evento anche in altre location come Brasile (con un evento in calendario proprio dal 27 al 30 aprile a Praia Brava) e Portogallo.

Non farà eccezione l’ “Arena Festival” di Febbraio, previsto anche esso a Playa del Carmen e i cui preparativi erano ormai ben più che avviati.

Questo genere di eventi non è più il benvenuto a Playa del Carmen” avrebbe dichiarato il sindaco, tagliando corto senza compromessi o altre strategie se non quella di chiudere le porte. Nel frattempo su alcuni blog della zona sono iniziati a girare delle immagini con dei cartelli in cui gruppi di narcotrafficanti rivendicavano l’accaduto, e minacciavano nuove azioni contro i loro rivali e tutti coloro avessero intralciato i loro piani o non si fossero “allineati” alle volontà del cartello.

Purtroppo l’ultimo avvenimento al BPM Festival avrebbe fatto emergere alcune torbide dinamiche, per cui questi eventi sarebbero monitorati con interesse dal mercato della droga messicano in quanto portatori di guadagni cospicui derivanti dalla vendita. Questo implica aree contese e conflitti tra cartelli, che sfociano poi in ciò che è appena successo. Addirittura tramite l’agenzia Reuters si riporta che un promoter è stato avvicinato da uomini armati in occasione di uno di questi party per ottenere libero accesso alla vendita di droga durante l’evento.

Una storia quindi che prende risvolti a dir poco agghiaccianti che vede, ancora una volta, la nightlife nell’occhio del ciclone e usata come capro espiatorio per l’opinione pubblica.