FORMA: una nuova frequenza che attraversa Napoli, un club e organismo sensoriale che unisce musica, architettura e luce in un unico corpo vibrante.

In una città dove il suono è parte del paesaggio urbano — tra vicoli, mare e motori — FORMA emerge come una risposta contemporanea: un luogo pensato per ascoltare con tutto il corpo. Il progetto porta la firma di Alberto Di Lorenzo, architetto capace di tradurre il suono in materia.

Lo spazio non nasce da una planimetria, ma da una mappa acustica: pareti, volumi e superfici sono modellati in funzione della propagazione sonora, con curve morbide e angoli calibrati per evitare dispersioni e riflessioni indesiderate.

Il cemento, lasciato nudo, assorbe e riflette in misura diversa a seconda della sua texture; il metallo e il legno completano la composizione, alternando freddezza e calore, rigidità e vibrazione. La sala principale è una scatola percettiva in costante mutazione. Un lampadario scultoreo domina lo spazio come un sole artificiale: una struttura sospesa, modulare, che distribuisce la luce con tagli precisi, trasformandola in ritmo visivo.

L’illuminazione non è statica ma dinamica, controllata in sincronia con la musica per modulare l’intensità emotiva della stanza. Sulle pareti laterali, fasce di LED integrate nell’architettura definiscono traiettorie di luce che si fondono con i contorni del suono.

Una parete, invece, è costellata di specchi circolari disposti in pattern irregolare: non tanto elementi decorativi, quanto strumenti ottici che moltiplicano lo spazio e lo rendono poroso, aperto, riflettente come una superficie d’acqua. Ogni riflesso è una variazione, un movimento, un gioco di percezioni che rimanda al nome stesso del luogo.

Il cuore tecnico di FORMA è il sistema audio progettato ad hoc da Domenico Riccardo, ingegnere elettroacustico e sound designer.

L’impianto — composto da monitor artigianali, grandi trombe e subwoofer calibrati con precisione millimetrica — è disegnato come una scultura sonora. L’obiettivo non è solo la potenza, ma la trasparenza del suono, la sua profondità tridimensionale. Ogni frequenza trova un proprio spazio, ogni timbro si muove con coerenza nella sala, creando un ascolto avvolgente e nitido, a qualsiasi punto ci si trovi.

Ma FORMA non è un luogo rigido.

È uno spazio flessibile, pensato per mutare identità: i punti luce, le strutture mobili e la distribuzione modulare permettono di riconfigurare l’ambiente a seconda del tipo di evento — dal live elettronico al dj set, dalla performance audiovisiva a momenti più intimi. L’architettura qui diventa partitura, capace di riscriversi ogni notte.

A dimostrazione della versatilità e flessibilità dello spazio, FORMA ospiterà anche esperienze che vanno oltre il clubbing tradizionale. La collaborazione di Ezu, ristorante giapponese fusion di alta gamma, accompagna la cena con un dj set di ricerca, creando un’atmosfera raffinata e immersiva prima che il dancefloor prenda vita completamente.

Il nome FORMA è una dichiarazione d’intenti: un club che non ha un’unica forma, ma infinite. Che si adatta, si trasforma, si piega al ritmo della musica e della città.In una Napoli che continua a reinventarsi tra memoria e futuro, FORMA è un punto d’incontro tra rigore e caos, tra ingegneria e istinto, tra la materia e il suono. Un luogo dove la musica non abita lo spazio, al contrario lo plasma.