In occasione dell’uscita di “Dragnet Jack” su Loose Monkey Records, abbiamo intervistato Francesco e Giuseppe, in arte D BEAT.

Dopo le release su Trax Records, Kleos Recordings e Beat Circus Records, il duo made in Italy continua a definire nuove rotte, questa volta su Loose Monkey Records, label di cui Francesco e Giuseppe, in arte Mr.Skin e Double P. sono co-proprietari.

Un sodalizio artistico vincente, nato nel 2015, che conserva l’urgenza espressiva degli inizi ma la condensa in un linguaggio sempre più raffinato e contemporaneo. House e Tech House restano elementi indispensabili del DNA dei producers, da un lato sempre fedeli alla vecchia scuola di Chicago e Detroit, dall’altro sempre pronti ad intercettare novità e tendenze.

Merito di decenni nei club, in studio e dell’esperienza da A&R nella celebre Trax Records, la label di Chicago fondata da Larry Sherman nel 1984, che gli ha permesso di creare nuove connessioni tra l’Italia e l’America. Trax, però, rappresenta solo una tappa di un percorso ampio che continua a rivelare vie inedite, tra queste “Dragnet Jack”. In attesa del prossimo appuntamento durante l’ADE di Amsterdam, che ospiterà uno showcase di Loose Monkey Records, Francesco e Giuseppe si sono raccontati su Parkett. Leggi l’intervista e ascolta il nuovo di disco.

Ciao ragazzi, è un piacere avervi qui. Vorrei iniziare parlando un po’ di voi e del vostro percorso: qual è stato il vostro primo approccio alla musica e quando è avvenuto il passaggio da clubber a DJ?

Ciao e grazie per l’invito! La musica per noi è sempre stata un rifugio e una forma di espressione naturale. Entrambi abbiamo iniziato da clubber: passavamo le notti nei club a ballare, ad osservare i DJ e a capire i meccanismi che stavano dietro a una pista che vibra. Anche se siamo nati e abbiamo vissuto in città diverse, il nostro percorso è stato molto simile fino a quando, nel 2015, ci siamo conosciuti a Bologna durante un party: da lì abbiamo deciso di fonderci e far nascere il progetto D BEAT. Il passaggio da clubber a DJ è avvenuto in maniera spontanea, iniziando a mettere mano ai giradischi, poi alla produzione, fino a trovare la nostra identità come duo.

Parliamo di Loose Monkey Records, casa del vostro nuovo disco “Dragnet Jack”. Com’è nata la label?

Loose Monkey nasce da un’esigenza di libertà artistica. Sentivamo la necessità di avere uno spazio nostro, dove poter sperimentare senza compromessi e valorizzare un certo tipo di sound.

Il fondatore della label, nonché amico nostro, nel 2024 – dopo un anno di attività – ci ha chiamati per ampliare il team, e da lì abbiamo deciso di portare dentro anche altri amici con cui condividiamo la stessa visione. Oggi siamo in sette, ognuno con la propria mansione, e questo rende la label una piccola famiglia in cui ognuno contribuisce in modo unico. L’idea del “monkey” nasce anche dalla voglia di giocare, di non prenderci troppo sul serio, pur restando rigorosi sul piano musicale. Oggi Loose Monkey è anche un terreno fertile per scoprire nuovi artisti e spingerli verso un pubblico più ampio.

Come avete prodotto “Dragnet Jack” e com’è nata l’idea dietro al disco?

Il disco “Dragnet Jack” è nato in studio durante una jam session notturna. Eravamo in una fase in cui volevamo spingere di più sull’impatto ritmico, ma senza perdere quell’anima deep che ci rappresenta. La costruzione è partita da una linea di basso molto grezza, quasi ipnotica, a cui abbiamo aggiunto elementi percussivi e texture elettroniche che creano un’atmosfera sospesa. Il titolo riflette un po’ questo mood noir, da film poliziesco anni ‘70, ma trasportato nel contesto elettronico contemporaneo.

Quali sono le maggiori difficoltà quando si lavora ad un progetto comune e in cosa risiede il vostro equilibrio come team?

Le difficoltà più grandi sono legate al fatto che abbiamo gusti musicali anche diversi, e a volte ci scontriamo su scelte di produzione. Però è proprio lì che nasce la forza del duo: se una cosa convince entrambi, vuol dire che ha davvero sostanza. L’equilibrio sta nella fiducia reciproca e nel rispetto dei ruoli: sappiamo quando lasciare spazio all’altro e quando intervenire per bilanciare il risultato finale.

Qual è la vostra percezione della scena house e techno in Italia e come la immaginate tra dieci anni?

La scena in Italia sta vivendo un momento molto interessante: ci sono tantissimi giovani produttori con idee fresche e voglia di uscire dai cliché. Forse manca ancora un sistema che li supporti a livello strutturale, ma la qualità c’è. Tra dieci anni ci immaginiamo una scena più internazionale, più connessa con l’estero, ma anche più consapevole delle proprie radici. Se impariamo a valorizzare la nostra identità, possiamo dire davvero la nostra a livello globale.

Quali artisti hanno plasmato il vostro background?

Ispirazioni ne abbiamo tantissime. Sicuramente la scuola di Chicago e Detroit ha avuto un ruolo fondamentale, così come i grandi della house classica. Ma ascoltiamo di tutto: dalla techno berlinese ai suoni più soulful, fino ad arrivare a contaminazioni funk, disco e persino jazz. Più che un nome singolo, ci ha influenzato un certo approccio libero e viscerale alla musica.

Qualche artista emergente o realtà da tenere d’occhio?

Ci piace molto scoprire talenti e seguirne l’evoluzione. Senza fare troppi nomi, possiamo dire che ci sono diversi produttori italiani che meritano attenzione e che stiamo già pensando di coinvolgere in Loose Monkey. In generale, crediamo che la prossima ondata arriverà proprio dall’Italia: ci sono tante energie nuove pronte ad esplodere.

Concludo chiedendovi qualche anticipazione sui vostri prossimi piani e dove potremo ascoltare dal vivo il vostro nuovo disco.

Nei prossimi mesi ci concentreremo sia su nuove produzioni che su collaborazioni con altri artisti, oltre a spingere sempre di più Loose Monkey Records come piattaforma di riferimento. “Dragnet Jack” ha già ricevuto il supporto di nomi importanti come Gaty Lopez, Paco Osuna, Ruben Mandolini e Richie Hawtin, e questo per noi è un segnale fortissimo. Dal vivo potrete ascoltarci ad Amsterdam in occasione dello showcase della nostra etichetta durante l’ADE: sarà un momento speciale per portare il nostro sound su un palco internazionale e condividere questa energia con un pubblico nuovo.

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Hi guys, it’s a pleasure to have you here. I’d like to start by talking about you and your journey: how did you first approach music and when did you make the transition from clubber to DJ?

Hi, and thanks for the invitation! For us, music has always been a refuge and a natural form of expression. We both started out as clubbers: we spent nights in clubs dancing, watching DJs, and understanding the mechanics behind a vibrant dance floor. Even though we were born and raised in different cities, our journeys were very similar until, in 2015, we met in Bologna at a party: from there, we decided to merge and launch the D BEAT project. The transition from clubber to DJ came naturally, starting with the turntables, then production, until we found our identity as a duo.

Let’s talk about Loose Monkey Records, home of your new album “Dragnet Jack.” How did the label come about?

Loose Monkey was born from a desire for artistic freedom. We felt the need for our own space, where we could experiment without compromise and showcase a certain type of sound.

The label’s founder, and a friend of ours, called us in 2024—after a year of activity—to expand the team, and from there we decided to bring in other friends with whom we share the same vision. Today, there are seven of us, each with their own role, and this makes the label a small family where everyone contributes in a unique way. The “monkey” idea also stems from a desire to play, to not take ourselves too seriously, while remaining musically rigorous. Today, Loose Monkey is also a fertile ground for discovering new artists and bringing them to a wider audience.

How did you produce Loose Monkey and how did the idea behind the album come about?

The album “Dragnet Jack” was born during a late-night studio jam session. We were in a phase where we wanted to push the rhythmic impact further, but without losing the deep soul that defines us. The construction began with a very raw, almost hypnotic bass line, to which we added percussive elements and electronic textures that create a suspended atmosphere. The title reflects this noir mood, reminiscent of a ’70s crime film, but transported into a contemporary electronic context.

What are the biggest challenges when working on a joint project, and what maintains your balance as a team?

The biggest challenges are related to ours different musical tastes, and sometimes we clash over production choices. But that’s precisely where the duo’s strength lies: if something convinces both of us, it means it truly has substance. Balance lies in mutual trust and respect for each other: we know when to give each other space and when to intervene to balance the final result.

What’s your perception of the house and techno scene in Italy, and how do you imagine it in ten years?

The Italian scene is living a very interesting moment: there are so many young producers with fresh ideas and a desire to break free from clichés. Perhaps a system that supports them structurally is still lacking, but the quality is there. In ten years, we imagine a more international scene, more connected to foreign countries, but also more aware of its roots. If we learn to value our identity, we can truly have our say on a global level.

Which artists have shaped your background?

We have a lots of inspiration. The Chicago and Detroit schools certainly played a key role, as did the greats of classic house. But we listen to everything: from Berlin techno to more soulful sounds, all the way to funk, disco, and even jazz influences. More than a single name, we’re influenced by a certain free and visceral approach to music.

Any emerging artists or acts to keep an eye on?

We love discovering talent and following their development. Without naming too many, we can say that there are several Italian producers who deserve our attention and who we’re already considering involving in Loose Monkey. Overall, we believe the next wave will come from Italy: there’s a lot of new energy ready to explode.

I’d like to conclude by asking you for a preview of your upcoming plans and where we can hear your new album live.

In the coming months, we’ll focus on both new productions and collaborations with other artists, as well as further establishing Loose Monkey Records as a leading platform. “Dragnet Jack” has already received support from major names like Gaty Lopez, Paco Osuna, Ruben Mandolini, and Richie Hawtin, and this is a huge boost for us. You can hear us live in Amsterdam at our label’s showcase during ADE: it will be a special opportunity to bring our sound to an international stage and share this energy with a new audience.