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Dopo un anno di stop a causa della pandemia, ritorna nella capitale il festival culturale Romaeuropa, uno dei grandi eventi post-covid.

Ritorna a Roma uno tra i festival culturali più importanti d’Italia. Come in passato, anche quest’anno la manifestazione sarà patrocinata dalle ambasciate di Germania, Inghilterra, Spagna e Francia. Anche Olanda ed il Governo delle Fiandre in Belgio, hanno partecipato al progetto della Fondazione Romaeuropa.. La manifestazione è sostenuta e patrocinata inoltre da diverse istituzioni nazionali tra le quali il Ministero della Cultura, Regione Lazio e Roma Capitale. L’organizzazione è curata dal direttore della fondazione Fabrizio Grifasi ed il suo team costituito da Francesca Manica, Maura Teofili, Stefania Lo Giudice, Federica Patti e Giulia Di Giovanni che da oltre due anni lavorano alla realizzazione del festival.

Rapporti umani sensibilizzazione e partecipazione sono il filo conduttore di questa 36ªedizione del REf.

La tutela ambientale è una delle tematiche che più stanno a cuore alla Fondazione che, in collaborazione con Ecosistemi, ha programmato la piantumazione di oltre 670 arbusti nell’area del Castello di Santa Severa per compensare l’impatto ambientale della manifestazione. L’evento fa parte del Progetto Ossigeno promosso dalla Regione Lazio.

Il programma dell’edizione 2020 è stato completamente confermato ed arricchito con una selezione di proposte nazionali ed estere. Dal 14 settembre al 21 novembre 83 spettacoli avranno luogo nelle sale dell’Auditorium Parco della Musica, dei teatri Argentina, India, Vascello e Vittoria, al Mattatoio, al Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo MAXXI, al Teatro biblioteca Quarticciolo ed a Villa Medici. Oltre 16 spazi della Capitale fanno in modo che REf sia uno dei grandi eventi “post-covid” in Italia.

Per quanto riguarda la selezione delle oltre 500 artiste ed artisti che daranno vita alla due mesi di cultura, tutto è stato pensato per divulgare un messaggio specifico.

«_Ci siamo impegnati a rivitalizzare la presenza internazionale oggi azzerata in Italia e rinnovare il sostegno alle nuove generazioni di creatori che attraverso forme originali di presenza scenica affrontano temi e questioni critiche proprie del nostro tempo ed hanno a cuore l’inclusione sociale, le parità e le diversità di genere, le nuove cittadinanze, la consapevolezza ecologica, la critica dei sistemi culturali ed economici post-coloniali, per abbracciare la complessità del nostro presente in una pluralità di estetiche e di forme_». Fabrizio Grifasi

Il risultato è un viaggio attraverso sperimentazione, arti visive, poesia, teatro, musica, sociale e futuro che porterà nei luoghi del festival performer del calibro di Alva Noto, Max Richter, Clark, Donato Dozzy + Eva Geist, la compagnia XY ed il regista premio Oscar Gus Van Sant.

Il comunicato stampa

Con la Presidenza di Guido Fabiani e la Direzione Generale e Artistica di Fabrizio Grifasi, la trentaseiesima edizione del Romaeuropa Festival si configura, infatti, come una delle più ricche di sempre: 83 le compagnie in scena con 516 artiste e artisti provenienti da 15 differenti paesi, per 86 titoli, 206 repliche in 16 spazi di Roma e
33.000 posti in vendita secondo le attuali misure di distanziamento (89.000 sarebbero i posti secondo i parametri pre-pandemici, un numero che rappresenterebbe un vero record per il festival).

Un gesto di rinnovata presenza e di festa che abbraccia con il tratto colorato della musica, del teatro, della danza, del nuovo circo, delle arti digitali e della creazione per l’infanzia le annualità 2020/2021 e pone al centro del suo operare la forza delle comunità che si ritrovano negli spazi dedicati alle arti e alla cultura, il fascino rituale delle arti performative con la loro visionarietà, le molteplici sonorità che guidano le nostre emozioni, le nuove scritture per la scena, le sperimentazioni linguistiche ed estetiche ma anche l’attenzione alle istanze di un “nuovo presente” con le fragilità, le sensibilità e i temi emersi durante la pandemia ma già al cuore della storia del Festival: il rinnovato e implementato impegno in pratiche eco-sostenibili, l’inclusione e le tematiche identitarie e la critica ai sistemi post-coloniali individuando nella varietà di stimoli, necessità, riflessioni, voci, forme e narrazioni la chiave di lettura per la complessità del nostro tempo.

«Partecipare insieme dal vivo a un evento di danza, di musica, di teatro, di arti digitali, induce a una elaborazione culturale comune, reciprocamente stimolante e compiuta. Il pubblico che ascolta, segue, applaude, critica, respira, è un fattore insostituibile di crescita dello spettacolo» afferma il Presidente Guido Fabiani.

«Questa è la nostra identità, questa è la nostra storia –
prosegue il Direttore Fabrizio Grifasi – questo è il nostro sguardo su un presente complesso; un nuovo presente nel quale ci affacciamo con il bagaglio del nostro percorso e che attraverso gli occhi delle artiste e degli artisti proviamo a scoprire. Ma questo presente possiamo affrontarlo grazie alle lavoratrici e ai lavoratori del mondo dello
spettacolo. Un mondo reso particolarmente fragile nel corso di questi due anni e che vogliamo ringraziare e sostenere».

Ecco allora un programma che unisce all’impegno nella riprogrammazione degli appuntamenti previsti durante la scorsa edizione del festival e non andati in scena per via dell’emergenza sanitaria, un lungo elenco di nuove proposte volte alla rivitalizzazione delle collaborazioni internazionali ma anche ad una nuova generazione di artiste ed artisti italiani e stranieri portatrice di nuovi linguaggi, istanze e pensieri. Contribuiscono alla costruzione di questi percorsi le sezioni del festival sviluppate dal team curatoriale che affianca la direzione artistica costituito da Francesca Manica, Maura Teofili, Stefania Lo Giudice, Federica Patti e Giulia Di Giovanni.

L’OPENING – LA PRIMA SETTIMANA DEL FESTIVAL

Nel segno della leggerezza, della festa e della meraviglia della natura inaugura la trentaseiesima edizione del Romaeuropa Festival con un opening nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica (dal 14 al 16 settembre) affidato alla folta compagnia di acrobati XY insieme al coreografo Rachid Ouramdane. Ispirato al volo degli storni il loro Möbius è una coreografia vorticosa, fatta di voli spericolati e torri di corpi costruite dai 19 performer in scena al crocevia tra danza e l’acrobatica

La settimana inaugurale del festival procede ancora nella Cavea dell’Auditorium, con alcuni dei più importanti nomi artisti internazionali presenti. Se Israel Galván torna ad infiammare la scena con il suo flamenco surrealista al fianco del musicista Niño de Elche, l’acclamato compositore britannico Max Richter presenta un live dedicato a due dei suoi più grandi successi: The Blue Notebooks (insieme alla Max Richter & Orchestra) e Recomposed by Max Richter – Vivaldi, The Four Seasons  inebriante rilettura in chiave minimalista del capolavoro di Vivaldi, eseguita dal vivo insieme alla Finnish Baroque Orchestra.

Max Richter
Photo by Mike Terry

Ancora, in questa settimana il Romaeuropa Festival è partner del nuovo Festival di Film di Villa Medici all’Accademia di Francia diretta da Sam Stourdzé per un dialogo tra creazione cinematografica e arti visive. Al Teatro Argentina lo spettacolo Pieces of a Woman  firmato dalla sceneggiatrice Kata Wéber e dal regista Kornél Mundruczó per il TR Warszawa (tra le compagnie stabili più importanti d’Europa) dà il via ad una fitta programmazione di teatro internazionale. Apprezzato nella sua recente versione filmica, lo spettacolo tesse, con delicatezza ed empatia, un dramma familiare in cui la centralità dei ruoli femminili diviene metafora del percorso di emancipazione di tutte le donne.

 

IL TEATRO INTERNAZIONALE E LA SCENA ITALIANA

Sempre al Teatro Argentina, il Romaeuropa Festival 2021 presenta e co-produce la prima regia teatrale di Gus Van Sant. Il regista Premio Oscar firma uno spettacolo di teatro musicale ispirato alla carriera di Andy Warhol, un percorso immaginario tra fatti, sogni e ricordi abitato da personaggi iconici come l’attrice Edie Sedgwick, lo scrittore nordamericano Truman Capote e il musicista Lou Reed interpretati da adolescenti e giovani attori sullo sfondo della nascita della Pop Art. Ma il teatro internazionale del Romaeuropa Festival è anche uno sguardo sul presente in cui finzione e realtà, documentazione e immaginazione si mescolano dando vita a narrazioni disincantate del mondo che abitiamo. Così il regista Alexander Zeldin (presentato in co-realizzazione con Teatro di Roma) porta in scena con sguardo delicato, ironico e commovente frammenti della natura tragica e miracolosa della vita di famiglie residenti in alloggi di emergenza. Il duo Azkona & Toloza, dopo aver presentato al REF nel 2020 Tierras del Sud, completa la trilogia Pacìfico, indagando le conseguenze del neocolonialismo e del capitalismo in Cile, Argentina e Brasile. La compagnia Rimini Protokoll trasforma il teatro in un medium utile alla cooperazione globale allestendo una conferenza i cui relatori sono interpretati dal pubblico eliminando viaggi ed emissioni di CO2. Il regista Pedro Penim e il danzatore Filipe Pereira si cimentano in due conferenze, parte di un format creato dalla regista Lola Arias per Teatro Praga, mentre formati sperimentali e performativi sono quelli proposti dal regista tedesco Ersan Mondtag che in “De Living” trasforma in immagini ipnotiche e potenti le ultime ore di vita di una donna. Mohamed El Khatib e Valérie Mréjen – in collaborazione con il MAXXI – Museo Nazionale delle arti del XXI secolo – ci accompagnano in una visita guidata in cui sono protagoniste le vite dei guardiani dei maggiori musei del mondo. Tra i grandi nomi della scena teatrale italiana Ascanio Celestini anticipa l’inizio delle celebrazioni per il centenario dalla nascita di Pierpaolo Pasolini dedicandogli uno spettacolo immaginato come un museo in cui sono raccolte le testimonianze di uno storico, uno psicanalista, uno scrittore, un lettore ed un criminologo che l’hanno conosciuto.

Sono presentati in co-realizzazione con Teatro di Roma gli spettacoli di Carlotta Corradi e Andrea Collavino che rileggono la vicenda delle baby squillo del quartiere Parioli di Roma. Daria Deflorian e Antonio Tagliarini dialogano con un gigante della cinematografia italiana come Federico Fellini, mentre Elvira Frosini e Daniele Timpano affrontano con consueto cinismo e ironia l’eredità della Rivoluzione Francese. Dopo i loro debutti nell’ambito della sezione Anni Luce curata da Maura Teofili, tornano in scena Fabiana Iacozzilli con un affondo sulla genitorialità e sulla scelta e il desiderio di essere o non essere madri (in corealizzazione con Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello), Dante Antonelli propone il secondo capitolo di un percorso ispirato all’opera di Yukio Mishima costruito come un affondo sull’identità e sulla rottura delle convenzioni sociali.

È dedicata interamente all’accompagnamento, alla formazione e al supporto alla scena emergente italiana la nuova edizione di Anni Luce che accresce l’impegno nel format Powered By REf, una call dedicata ad artiste ed artisti under 30 volta alla costruzione di possibilità di studio, residenza retribuita e sperimentazione di progetti in divenire (in partnership con Carrozzerie n.o.t., 369gradi s.r.l, Periferie Artistiche – Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio e in network con Teatro Quarticciolo e ATCL – Circuito Multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini) e di Situazione Drammatica il format ideato da Tindaro Granata dedicato alla nuova drammaturgia che si concentrerà quest’anno sul Premio Hystrio, il Premio Riccione e il Premio Pier Vittorio Tondelli e a cui si aggiungono le registrazioni e gli incontri curati e realizzati in collaborazione con Rai Radio 3 . In scena, nell’ambito della sezione, anche lo spettacolo “Notte Bianca” scritto da Tatjana Motta e diretto da Camilla Brison (dopo la lettura dello scorso anno nell’ambito di “Situazione Drammatica”), il debutto dello spettacolo “Ça_ _ne resonne pas, ça resonne trop” di Secteur In.verso sviluppato a partire dallo studio presentato durante la prima edizione di Powered By REf e la performance musicale di Francesco Leineri.

Muta Imago invita gli spettatori in un’anteprima estiva del festival (dall’8 al 20 giugno – in corealizzazione con Teatro di Roma), in un’esperienza immersiva e personale del tempo sulle musiche originali di Alvin Curran.

LA DANZA INTERNAZIONALE E I NUOVI TREND EUROPEI

Si sviluppano nel segno del dialogo con la musica, della contaminazione culturale e della multidisciplinarietà anche gli appuntamenti con la grande danza internazionale del festival: la coreografa sud-africana Dada Masilo presenta un’inusuale rilettura de “La Sagra della Primavera” di Stravinsky innervata nel minimalismo e nell’energia rituale della danza Tswana e nel recupero delle proprie origini e della propria identità. Dorotheé Munyaneza raduna sul palco le storie di danzatrici e cantanti di diversa nazionalità per costruire uno spazio di rivendicazione e libertà femminile. La coreografa brasiliana Alice Ripoll presenta con la sua compagnia costruita nella Favela di Rio, un rituale sull’esodo, sulla rinascita e la resistenza mentre il coreografo statunitense Trajal Harrell arriva per la prima volta al festival con una nuova coreografia in dialogo con la celebre composizione “The Köln Concert” di Keith Jarrett (i due appuntamenti sono presentati in corealizzazione con Teatro di Roma). Dialogano con la musica anche Emanuel Gat di nuovo al REf con un “musical” contemporaneo costruito sui successi di una band iconica come i Tears for Fears; Olivier Dubois con il suo ritratto dell’Egitto di oggi (realizzato in stretta collaborazione con il centro artistico B’sarya, situato ad Alessandria) dove 8 danzatori si confrontano con 3 musicisti di Mahraganat, stile musicale creato dai giovani egiziani dei quartieri popolari del Cairo. Infine, Claudia Castellucci (Societas) in un dialogo tra la sua compagnia di ballo Mòra ed i Cantori del Coro Bizantino di musica eterna di San Pietroburgo.

Il ritorno della scrittura coreografica minimalista e percettiva del greco Christos Papadopoulos, dell’eleganza ipnotica del duo composto da Maria Campos e Guy Nader, della chimica vegetale nel “Manifesto Cannibale” del CollettivO CineticoO guidato da Francesca Pennini o dei dialoghi musicali di Jesús Rubio Gamo, quattro tra le più rilevanti scoperte di Dancing Days, apre le porte alla sezione del festival curata da Francesca Manica e dedicata all’identità di una nuova generazione europea di danzatori e coreografi accumunata da una ricerca formale e tematica tesa all’esplorazione del proprio “io”, ma anche alla riscoperta di una collettività caratterizzata da nuove co-abitazioni e collaborazioni. Sono specchio di queste riflessioni gli spettacoli di Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi (nell’ambito di Aerowaves), di Sofia Nappi e Davide Valrosso (in corealizzazione con Teatro Biblioteca Quarticciolo) di Victor Černický, Stefania Tansini, Iris Karayan e Collettivo Mine oltre a Connor Schumacher, uno tra i più apprezzati coreografi della sua generazione (parte di un focus più ampio dedicato ai Paesi Bassi), la coreografa Simona Bertozzi e RobertomCastello, tra i coreografi più rilevanti della scena coreografica italiana, al debutto con il suo nuovo spettacolo “Inferno”, un percorso nei gironi dell’ego con la sua stupidità e bellezza attraverso un trittico in cui i livelli si intrecciano in un continuum ritmico.

Alle giovani coreografe e ai giovani coreografi under35 è dedicata infine la nuova edizione del bando DNAppunti Coreografici, volto ad individuare un coreografo, una coreografa o un collettivo con un progetto da sviluppare a cui offrire un percorso di ricerca, visibilità, sostegno economico e artistico o Vivo d’Arte il bando promosso con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale dedicato ad artiste ed artisti emergenti italiani
residenti stabilmente all’estero.

ALTRI MOVIMENTI – KIDS & FAMILY

È una dimensione poetica, fragile, intima e sognante, ancora sospesa tra teatro, acrobazia e danza, quella in cui ci trasporta la compagnia franco-catalana Baro d’evel di ritorno al festival con il sognante “Mazùt”; mentre la coreografa Sue Buckmaster firma per l’Akram Khan Dance Company una versione per le famiglie di “Xenos”, ultimo spettacolo di Akram Khan, anteprima dell’atteso ritorno della sezione Kids & Family curata da Stefania Lo Giudice che declina i linguaggi contemporanei nella creazione dedicata all’infanzia. In programma la compagnia Finzi Pasca (tra le più acclamate e importanti formazioni di nuovo circo al mondo) oltre a Direzione Quattrox4Fabrizio Rosselli, Locomoctavia, Teatro Viola, Transadriatica, Teatro del Carretto con lo storico spettacolo “Biancaneve “ e Oorkaan/Percossa con lo spettacolo di teatro musicale “The Box Brothers” (parte di un Focus sulla scena dei Paesi Bassi che attraversa tutto il Romaeuropa Festival 2021).

MUSICA – DALLA NUOVA SCENA POP ITALIANA ALLA CLASSICA CONTEMPORANEA,
PASSANDO PER LE CULTURE DIGITALI

Se la musica funge da collante tra le differenti proposte della programmazione riunendo prospettive d’indagine e pratiche differenti, cospicua è la proposta musicale della trentaseiesima edizione del Romaeuropa Festival a partire da una nuova linea d’indagine sui linguaggi e le nuove tendenze del pop italiano. Curata da Giulia Di
Giovanni, Line Up! convoglia all’Auditorium Parco della Musica alcune delle proposte femminili più interessanti di una scena caratterizzata dalla contaminazione e dal respiro internazionale. Un invito alla leggerezza, un ritorno alla festa attraverso la musica di artiste come Rachele Bastreghi, anima femminile dei Baustelle, con la prima data romana del suo nuovo album da solista “Psychodonn” a, Emmanuelle, tra le più interessanti DJ della scena italiana con il suo live eclettico, sensuale e sognante. Ditonellapiaga sale sul palco con le mille sfaccettature della sua identità fluida come la musica che produce sempre in bilico tra reggaeton, rap, pop e dance. Troviamo inoltre l’inclassificabile e provocatoria Boyrebecca con una contaminazione tra tradizione e avant-pop, LA NIÑA con la sua fusione di canzone partenopea e pop internazionale e Bluem, la cui elettronica minimale incrocia i suoni atavici e ancestrali della Sardegna.

Ancora alle protagoniste e ai protagonisti della musica italiana è dedicato il format “Le parole delle canzoni” dell’ Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani presentato per la prima volta live al Romaeuropa Festival nell’incantevole scenario di Villa Medici: un ciclo di dialoghi tra musiciste e musicisti,
scrittrici e scrittori che sarà inaugurato da Mahmood – con i suoi 15 dischi di platino, 6 dischi d’oro e oltre 400 milioni di streaming tra i più importanti esponenti del cantautorato urban pop – protagonista di un dialogo sui testi e le parole del suo nuovo album in uscita “Ghettolimpo” con la scrittrice, candidata al Premio Strega, Teresa Ciabatti (“Sembrava Bellezza”, Mondadori 2021). Seguono gli incontri live e in streaming con il rapper e scrittore Amir Issaa e un’altra scrittrice in corsa per il Premio Strega 2021 come Giulia Caminito (“L’acqua del lago non è mai dolce”, Bompiani, 2021) la cantante e attrice Margherita Vicario insieme alla scrittrice, femminista e attivista culturale italo-ghanese Djarah Kan (“Ladri di denti”, People), il cantautore vincitore nel 2019 della Targa Tenco per la categoria opera prima Fulminacci, al suo secondo album dopo la partecipazione al Festival di Sanremo 2021 insieme ad Alice Urciuolo, scrittrice tra le sceneggiatrici di SKAM Italia, anche lei in lizza per il Premio Strega con “Adorazione” (66thand2nd) e infine, l’acclamata cantautrice torinese ma di base a Milano Ginevra.

Esplorano la tradizione cantautorale italiana anche Donato Dozzy ed Eva Geist insieme in “Il Quadro di Troisi”, un omaggio tra elettronica minimalista e canzone, agli anni Ottanta, alla Disco di quel decennio ed alle canzoni di artiste e artisti come Matia Bazar, Battiato e Alice.

Il live è presentato nell’ambito di Digitalive la sezione a cura di Federica Patti che anche quest’anno torna ad indagare le culture digitali e che conduce nelle sonorità sperimentali ed elettroniche di artiste e artisti come Not Waving aka Alessio Natalizia reduce della pubblicazione del suo ultimo album “How To Leave Your Body“, il musicista e compositore techno olandese Colin Benders e l’italiana Marta De Pascalis live con il suo quarto album di recente pubblicazione. Tra palcoscenico reale e virtuale, Digitalive presenta in collaborazione con il Festival VRE – Virtual Reality Experience anche lo spettacolo “Così è (o mi pare) – Pirandello in VR” firmato da Elio Germano e Omar Rashid, un’esperienza di visione personale e collettiva, filmica e performativa che apre nuove riflessioni sul tema pirandelliano della realtà, e ancora la performance “Object Oriented Choreography (WISIWYG)” di Francesco Luzzana – vincitore della seconda edizione di RE:Humanism Art Prize. Online le performance di Mara Oscar Cassiani artista wi-fi based con la sua estetica vaporwave, Fuse* con il terzo episodio di una trilogia immersiva di live media performance e Umanesimo Artificiale con l’esplorazione artistica e digitale dell’antica Via Flaminia.

È un viaggio nel post punk e nella New Wave italiana, invece, quello proposto da Gianni Maroccolo e Antonio Aiazzi con il loro “Mephisto Ballad” (alla presenza del regista e attore Giancarlo Cauteruccio e con un omaggio a Franco Battiato) che tra minimalismo, elettronica e atmosfere dark trascina verso le sonorità più sperimentali e le composizioni classiche contemporanee del festival: il dj e producer Clark si allontana dalle sue sperimentazioni massimaliste per ri-confrontarsi con la musica classica contemporanea presentando live il
suo ultimo album pubblicato dalla Deutsche Grammophon, la compagnia Fanny & Alexander presenta per Muziektheater Transparant e insieme alla soprano Claron McFadden e al compositore Emanuele Wiltsch Barberio una performance musicale costruita come una galleria di lamentazioni contemporanee che richiamano il tema della sofferenza spaziando da Monteverdi a Bach, da Nina Simone a Giovanni Legrenzi passando per Barbaro Strozzi e Arvo Pärt; il ritorno di Fabrizio Ottaviucci con il quarto appuntamento dedicato alle “T__reatise” di Cornelius Cardew accompagnate, questa volta, dall’esecuzione di “Concetto Spaziale, Attese” del compositore Nicola Sani.

Due gli omaggi dedicati dal PMCE – Parco della Musica Contemporanea Ensemble, grazie anche alla Fondazione Musica per Roma, a due giganti della musica italiana: il compositore fiorentino Sylvano Bussotti (in corrispondenza del compimento dei suoi novant’anni) e il Maestro Ezio Bosso (a poco più di un anno dalla sua scomparsa). Fanno parte del programma del Romaeuropa Festival 2021, infine, due appuntamenti presentati dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia: un “Omaggio a Piazzolla” con Archi e Coro dell’Accademia (bandonéon Richard Galliano, voce recitante Tommaso Ragno, direttore Piero Monti) in occasione del centenario dalla nascita del compositore e “Buddha Passion” di Tan Dun, concerto presentato dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che vede il compositore Grammy Award e Premio Oscar per le sue celebri colonne sonore impegnato con Orchestra, Coro e Coro di Voci Bianche dell’Accademia in una monumentale opera corale in cinese e sanscrito, ispirata all’antica città della Cina Dunhuang e alle sue Grotte di Mogao dove ha trascorso due anni immerso a osservare, ricercare, documentare e tradurre alcuni manoscritti della biblioteca.

LA MUSICA DEL GRAN FINALE

Ancora nel segno della musica il Gran Finale del Romaeuropa Festival 2021 che si articola in una due giorni all’Auditorium Parco della Musica presentando il giovane compositore Vittorio Montalti insieme a Blow Up Percussion e Tempo Reale. Edison Studio con l’esecuzione live di una colonna sonora per le immagini del film (in versione restaurata) “Inferno da La Divina Commedia di Dante Alighieri” di Francesco Bertolini, Adolfo Padovan e Giuseppe De Liguoro; l’esplorazione linguistica firmata dal genio dell’elettronica Alva Noto in dialogo con lo scrittore e performer francese Anne James-Chaton e, in corealizzazione con Fondazione Musica Per Roma, uno speciale live dell’Ensemble Intercontemporain, fondato da Pierre Boulez nel 1976, e di ritorno al REf con un concerto in cui le musiche di Steve Reich
dialogano con le immagini video prodotte dal pittore tedesco Gerhard Richter, tra i massimi artisti viventi.

Tutte le informazioni su www.romaueropa.net