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Eric Wahlforss, proprietario e fondatore della piattaforma Soundcloud con oltre 175 milioni di utenti, ha da qualche giorno rilasciato alla rivista Groove una dichiarazione in cui afferma di aver raggiunto una “manovra” per rimediare (in parte) al problema dei “take down” subiti dai suoi utenti.

C’è una novità nella mai realmente sopita questione SoundCloud, questione che teneva banco l’anno scorso in un periodo diciamo “di fuoco” in cui molti artisti sono stati scontentati da alcune conseguenze dell’entrata delle major all’interno della piattaforma di musica con base a Berlino.

E’ infatti un po’ di tempo che Soundcloud ha fatto parlare di sè per il problema dei “take down”, che colpisce molti Dj’s che decidono di pubblicare i loro mixati sul sito. Un inconveniente che è cresciuto col passare degli anni in modo quasi esponenziale provocando, oltre alla rimozione dei contenuti per violazione del copyright, anche il rischio di vedersi sospendere l’account.

Uno dei casi che hanno fatto più discutere tra il mondo della musica è stato quello capitato lo scorso giugno all’artista Four Tet, il quale dichiarò esplicitamente il servizio come: “a total slice of shit”, dopo che gli venne rimosso un mixato perché conteneva “contenuti protetti da copyright“. Caso non isolato ovviamente, dato che per lo stesso motivo, il numero di artisti che hanno deciso di abbandonare la piattaforma è cresciuto sempre di più.

Ma di recente, come appunto ha dichiarato lo stesso Eric Wahlforss, CEO di SoundCloud, alla rivista tedesca Groove Magazine, si è raggiunto un accordo con la società tedesca GEMA, organizzazione simile come mansioni all’italiana SIAE, che racchiude un insieme di associazioni che gestiscono i diritti d’autore. Secondo questo nuovo accordo il sito dovrebbe in qualche modo limitare il problema che interessa prevalentemente il mondo dei mixati, ma che continuerà tuttavia a interessare il resto degli utenti che pubblicheranno remix, bootleg e altro, sottoponendo i contenuti al costante sistema di restrizioni e sanzioni, previste dove necessario.

Stefano Grossi