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E’ un periodo storico in cui i campionatori come li abbiamo sempre concepiti stanno evolvendo profondamente. Ecco una guida alle molteplici forme di campionatori attualmente in circolazione.

Attualmente i campionatori si reinventano con una certa plasticità, divenendo strumenti adattabili a una grande quantità di setup e di variegati approcci sia alla produzione studio che alla performance live.

Spesso nei setup laptop-based vengono impiegati MIDI controller per gestire le centinaia di funzioni delle Digital Audio Workstation (DAW) e dei vari plugin, molti dei quali hanno estese proprietà da campionatore.

Alternativamente troviamo setup costituiti da aggregati e concatenazioni di sintetizzatori selezionati, drum machine (scopri le migliori drum machine in commercio), effetti, talvolta senza un computer che riunisca tutto l’ensemble. In quest’ultimo tipo di setup è più probabile imbattersi in campionatori in senso stretto, chiamiamoli se vogliamo campionatori “classici”, dove in una macchina hardware sono registrati estemporaneamente o caricati suoni scelti (o prodotti) dall’artista stesso, per essere manipolati in tempo reale nelle esibizioni live o nel processo di composizione in studio.

Inoltre, è possibile che anche le band utilizzino campionatori per arricchire la palette sonora, specialmente nelle esibizioni dal vivo, impiegando questi strumenti nei loro setup prettamente acustici. Vedremo esempi anche di questo tipo.

In questa guida abbiamo voluto inserire diversi esempi di campionatore per ogni fascia di prezzo, inserendo prevalentemente quelli che possono essere usati come macchina standalone ed eventualmente come MIDI controller, ma dando anche qualche suggerimento su qualche controller per DAW che risultano particolarmente comodi come campionatori.

Con il passare degli anni infatti è diventato sempre più frequente imbattersi in strumenti che in una macchina sola abbiano simultaneamente proprietà di campionatore e di controller, ed è questa la forma che attualmente sta iniziando a trovarsi sempre più di frequente in commercio.

KORG VOLCA SAMPLE

E’ il campionatore della famiglia Volca della Korg. Estremamente piccolo e portatile, può essere alimentato anche con sei batterie stilo. E’ un campionatore puro e step sequencer a 16 passi.

I sedici tasti, oltre alla costruzione delle sequenze, permettono di accedere ai singoli suoni per poi eventualmente manipolarli passo dopo passo con i vari parametri di inviluppo, velocità, reverse, loop, punto di inizio, lunghezza, riverbero, intonazione, filtro.

Può contenere fino a 100 campioni e si possono salvare fino a 10 sequenze per richiamarle al volo, registrando anche fino a 11 movimenti di motion sequence. Non ci aspetti una memoria da titano da un campionatore che sebbene molto divertente rimane uno strumento che difficilmente può rappresentare il centro di un setup: 4 MB, 65 secondi.

Nativamente, è stato progettato in modo che i campioni si importano solo tramite sistemi iOS, ma nel tempo sono stati sviluppati dagli utenti diversi programmi freeware appositi per poter effettuare l’importazione anche da chi non utilizza apparecchi Apple.

Come strumento grab-and-go da viaggio è un must, come integrazione di dettaglio in setup già quasi completi va altrettanto bene.

Il Korg Volca Sample si può acquistare a 149 euro sul sito italiano di Amazon.

AKAI MPX 16

L’Akai MPX 16 uno dei più diretti e immediati che può venire in mente quando pensiamo a un campionatore portatile, piccolo, comodo ed economico.

Akai è una marca che nell’ambito dei campionatori e dei controller sa assolutamente il fatto suo, dato che sono le due categorie di prodotti che riescono meglio alla casa giapponese.

Campiona e riproduce suoni a qualità 44100 Hz / 16 bit e il suo utilizzo si incentra sui sedici pad retroilluminati e sensibili alla pressione. E’ possibile caricare campioni tramite scheda SD o SDHC, oppure campionare in tempo reale usando gli ingressi jack o il microfono integrato.

Quindi ad esempio si potrebbe assegnare un suono a ogni pad e avremmo un assetto ottimo per performance di finger drumming. Con i quattro pomelli A, B, C, D e i pulsanti sopra i sedici pad è possibile navigare tra le funzioni che ci permettono di manipolare i campioni.

Inoltre può essere utilizzato come controller MIDI collegandolo alla DAW, via Usb o con le porte MIDI stesse. Esiste anche in versione ancora più ridotta, con 8 pad.

L’Akai MPX 16 è in vendita a 222 euro.

KORG KAOSS PAD 3+

D’accordo, non sarà propriamente, nativamente un campionatore ma possiede più che sufficienti proprietà di campionatore. Si difende assai bene, anche se chiaramente con qualche limite, perchè la sua vocazione è un’altra: è effettivamente un processore di effetti assai utile e dilettevole, ma difficilmente chi lo acquista sta cercando un campionatore.

Però è altresì vero che risulta la scelta giusta in quei setup in cui non si vuole rinunciare a una componente di campionamento, anche se più laterale e di contorno, in cui ad esempio si vogliono introdurre voci umane o loop di strumenti a fiato per un arricchimento.

Si possono caricare campioni tramite una scheda SD (nel manuale si consiglia di usare schede non superiori a 2 GB) e si possono mandare a uno dei 4 slot, dove è possibile poi decidere se usarli come campioni one shot o a mo’ di loop. Dei campioni caricati è anche possibile regolare individualmente il volume e tagliare porzioni.

Può fungere anche da loop station in tempo reale ed è un divertente strumento da beatbox, dato che ha anche un’entrata jack per il microfono. Il campionamento in tempo reale e il resampling permettono di generare campioni lunghi fino a sedici battute (a seconda del bpm impostato) e viene tutto gestito sempre tramite i quattro slot A, B, C, D. Purtroppo, non si può avere sia il suono in entrata che l’utilizzo del microfono simultaneamente attivi, dato che uno switch fa scegliere o l’uno o l’altro.

ROLAND SP-404 SX

Il fatto che questo sia un buon campionatore lo dimostra la sua lunga permanenza sul mercato (attualmente è in commercio la versione SX, che altro non è che un’edizione aggiornata dell’SP-404) e l’affezionamento del pubblico, che spesso lo loda nonostante i suoi difetti.

Cominciamo da questi: per i campionatori, è assai scomodo avere display che mostrano solo tre numeri, mentre sarebbe buona cosa poter leggere per lo meno il nome del sample, per non pretendere addirittura di vederne l’onda ai fini dell’editing.

Un’altra problematica di un certo peso tra i campionatori è l’impossibilità di poter campionare mentre un pattern è in play, e questo aspetto penalizza una certa improvvisazione dal vivo.

Tuttavia, siamo comunque di fronte a uno strumento che campiona ad una qualità buona (impiega file in formato .aiff e .wav) in maniera davvero intuitiva ed immediata, ha una buona sezione effetti (ben ventinove), ed è possibile il resampling con l’effetto un po’ come nel Korg Kaoss Pad 3+.

Ma ciò che lo ha reso famoso è soprattutto il tempo di campionamento, che può arrivare addirittura fino ad un massimo di 96 ore in mono (utilizzando una SD da 32 GB). Questo ultimo aspetto lo ricolloca subito tra strumenti che potrebbero essere risolutivi dal vivo, per cui diviene possibile senza l’uso di un laptop anche mandare tracce intere che accompagnano lungo tutto un brano o per diversi minuti di esibizione.

ELECTRIBE 2 SAMPLER

L’erede della Electribe ESX, detta “la rossa”, è arrivata quest’anno e proprio pochi giorni fa è stato rilasciato un upgrade, restituendole tra l’altro anche la storica livrea rossa.

I numeri salgono, anche se in generale forse il tempo massimo di campionamento ancora non ha fatto quel salto che ci si aspettava rispetto all’edizione precedente, dato che si attesta sui 270 secondi in mono. Il sequencer paradossalmente si è ridotto, ma siamo sempre sui 64 step, decisamente sopra la media (nella vecchia ESX si avevano gli esagerati 128 step).

Possono essere sequenziati pattern che contengono fino a sedici parti, assegnate ai sedici pad quadrati sensibili alla pressione, altamente manipolabili e di cui è possibile registrare anche la motion sequence.

E’ stata migliorata ed ampliata la sezione di effetti e la macchina può ora ospitare fino a 999 campioni in memoria. Il campionamento avviene a 48 kHz, supporta file .wav sia mondo che stereo a 16 e 24 bit e finalmente è compatibile con file audio di qualsiasi sample rate. Acquistando questi campionatori si riceve in omaggio anche Ableton Live Lite 9 e una quantità di campioni in vari pacchetti.

Particolare è il set di entrate e uscite: poichè l’Electribe 2 Sampler è davvero sottile, è probabile che in fase di progettazione non si è ricavato sufficiente spazio per le porte più ingombranti.

Per cui i MIDI in e out sono rappresentati da due connessioni DIN, la porta Usb è una micro B, e le uniche uscite Jack TRS da 1/4 di pollice sono lo stereo out; mentre invece abbiamo mini jack per quanto riguarda l’uscita cuffie, l’entrata per segnale audio esterno e il Sync in e out (quest’ultimo utile a sincronizzarsi con macchine come le Volca o l’arturia Beatstep Pro).

Il Korg Electribe 2 Sampler è in vendita a 424 euro sul sito italiano di Amazon.

AKAI MPC TOUCH

Questo nuovissimo campionatore è l’ultimo erede, finora, della leggendaria serie MPC. Chi conosce la storia della musica elettronica sa che le MPC hanno accompagnato lo sviluppo di alcuni generi musicali come Hip Hop, Dubstep, Drum’n’bass, Jungle e affini. E tali macchine si sono evolute con loro.

Dopo l’amatissimo MPC1000 e il risolutivo MPC5000, portentoso quanto economicamente pesante, i nuovi campionatori della Akai non sono più utilizzabili in modalità standalone ma diviene necessario collegarsi a un computer e interfacciarli con un software.

Questo causa da un lato la scomodità di doversi portare appresso sempre due macchine anzichè una autosufficiente, ma da un altro la cosa ha i suoi vantaggi, dal momento che la RAM e la capacità di storage che verranno utilizzate dal campionatore sono quelle assai potenti del computer.

L’MPC Touch fa parte di quegli strumenti che rappresentano proprio la tendenza odierna di fondere in un MIDI controller per DAW le funzioni di un campionatore, conservandone tutte le comodità di workflow.

Lo schermo da 7″ multi-touch a colori è davvero sfizioso e permette di mettere mano (letteralmente) ai campioni per manipolarli e modificarli, al sequencer e ad altre funzionalità della DAW. E’ davvero notevole poter guardare la forma d’onda del beat o del suono e poter intervenire direttamente per tagli, inversioni e altre modifiche che possono essere visualizzate in maniera immediata.

Siccome il suo punto di forza è lo schermo, è chiaro che il grosso dell’utilizzo gravita intorno a quello. Per cui se vi trovate comodi con i piccoli schermi degli smartphone, vi troverete bene anche con i campionatori MPC Touch. Essendo parte della stirpe degli MPC, lo stile e l’approccio MPC resta quello di sempre, con gli immancabili 16 pad retroilluminati e migliorati per essere sempre più sensibili.

L’Akai MPC Touch si può trovare sul mercato a 700 euro circa.

ELEKTRON OCTATRACK

Naturalmente la casa svedese Elektron non si è fatta trovare impreparata nemmeno dal lato campionatori, e ci offre una macchina purtroppo di non facile ed immediato utilizzo ma dotata di estreme potenzialità e versatilità. Octatrack è tra i prodotti Elektron più amati ed è talvolta definita come una sorta di “Ableton in versione hardware“.

Già parte benissimo con la capacità di poter campionare, effettuare time-stretching e pitch-shifting tutto in tempo reale. E non è cosa da poco, sopratutto in un’ottica da performance, snellendo per quanto possibile il workflow che comunque resta un po’ ostico almeno finchè non si prende l’abitudine.

Il nome Octatrack deriva dal suo sequencer a 64 step che può far suonare fino a otto tracce audio o midi, dando modo anche di controllare parametri e tempo indipendentemente tra le varie tracce e anche step per step fino allo stravolgimento totale di un suono in ogni sua parte e in ogni suo istante.

Come connettività abbiamo quattro input e quattro output analogici formato Jack, più MIDI in, out e thru che garantiscono una grande versatilità e praticità per sincronizzare, ma soprattutto mandare e ricevere segnale digitale.

L’Elektron DPS-1 Octatrack è in vendita a 1.399 euro ed è uno dei migliori campionatori in commercio.

ROLAND SPD SX

Questo Roland SPD SX è uno strumenti unico tra i campionatori, dal momento che stiamo parlando di un campionatore a pad che si suona con le bacchette. Particolarmente adatto ai batteristi ma non precluso a chi non suona batteria e percussioni, dato che può dare ottimi frutti anche senza essere dei virtuosi.

Non è da stupirsi di un formato del genere dato che Roland ha un curriculum di tutto rispetto anche nell’ambito delle batterie elettroniche, oggi sempre più naturali e sofisticate.

Questo tipo di campionatori si integra perfettamente in un setup di batteria acustica ma può anche andare a costituire un elemento più “classicamente suonabile” all’interno di un setup più prettamente da producer. Ha un metronomo integrato che si può mandare anche solo in cuffia, una sezione di effetti, e nove pad naturalmente sensibili alla pressione con indicatore led per l’intensità con cui vengono suonati.

Ha una coppia stereo jack come uscita, più un’altra coppia “sub out”. Quanto alle entrate, abbiamo due entrate jack “trig in” per pad addizionali esterni o trigger da batteria acustica più una coppia stereo sempre jack che riceve segnale audio esterno microfonico o di linea. Quest’ultima coppia è ottima per ricevere suoni che poi possono essere comodamente tagliati, manipolati e quindi suonati con i pad.

Addirittura è possibile assegnare ai pad anche campioni di una certa lunghezza fino ad avere porzioni intere di brani e gestire un arrangiamento suonando i pad. La capacità di memoria interna è di 4 GB, per un massimo di 12 ore totali, e se proprio non bastassero si può collegare via usb una chiavetta o un hard disk per espandere la libreria di suoni. Le porte Usb in realtà sono ben due, e oltre a quella già menzionata ce n’è una di tipo B per il collegamento al PC.

Infine, per non farci mancare nulla, abbiamo anche due connessioni MIDI in e out. L’SPD SX viene venduto accompagnato da un software in cui si possono comodamente organizzare i kit e assegnare al volo i suoni ai pad.

Il campionatore Roland SPD SX è in vendita a 748 euro.

PIONEER DJ / DAVE SMITH TORAIZ SP 16

Eccolo, il gigante tra i campionatori. Un brand come Pioneer, alle vette della strumentazione da DJ, in connubio con Dave Smith, a sua volta nel Pantheon del mondo dei sintetizzatori. Potete quindi facilmente immaginare su che livello di qualità (e di prezzo) ci troviamo.

E’ un campionatore annunciato quest’anno, quindi una novità appena sfornata che ci avevano promesso sarebbe entrata in circolazione proprio quest’estate, per cui iniziate a protendere le antenne. Immancabili i 16 pad, eredità ormai pluridecennale indispensabile nei campionatori, una touch strip per controllare in un modo alternativo diversi parametri, uno schermo touch screen e – attenzione – non necessita di un computer per funzionare: è standalone, a differenza di altre macchine.

Inoltre si integra perfettamente con i CDj della Pioneer con la possiblità di mettere tutto a tempo. Pulsanti e pomelli partecipano alla manipolazione dei suoni attraverso classiche funzionalità di time-stretching, pitch bending, amp envelope e tutto il mondo delle funzionalità di un campionatore. 8 GB di memoria interna, sequencer a 16 step, capacità di salvare 256 pattern e capacità di far suonare simultaneamente 16 campioni.

Dulcis in fundo, abbiamo integrati i mitici filtri Dave Smith, gli stessi del nuovo sintetizzatore Prophet-6: un passa-basso risonante a 4 poli con “drive” e un passa-alto a 2 poli. E’ il primo campionatore progettato per dialogare con un setup da DJ, una formula inedita che effettivamente va a colmare l’unico vuoto che c’era nel mercato degli strumenti per musica elettronica. Forse il migliore tra i campionatori.