fbpx

Quest’anno, nel cuore della stagione che gli anglosassoni chiamano “fall” c’è una nuova realtà che vedremo sorgere. A novembre prenderà il via l’agenda degli eventi targati Contemporary Cluster: un nome nuovo a Roma che nei mesi precedenti ha preparato il terreno per un progetto che intrecci con nodi inediti tutte e cinque le vie sensoriali umane, coinvolgendo una varietà di discipline.

Contemporary Cluster abbraccia dalla musica alle arti visive, dalla profumeria sperimentale a nuove miscele di cocktail, passando per sfilate di moda, mostre di fotografia, scultura, installazioni interattive, sta per essere così continuamente combinato e modellato un enorme repertorio di ingredienti che con continuità si muoverà tra le arti, plasmandosi, cambiando forma continuamente, ibridandosi senza ripetersi, come un parco naturale pieno di specie che divengono interfeconde e danno vita a creature variopinte. Vedremo tutto questo vivere di vita propria in un contesto altrettanto prezioso.

Contemporary Cluster

Photo credit: Francesca Gotti

La location, infatti, che si farà cupola di questa sorta di laboratorio cross-mediale e multisensoriale è il Palazzo Cavallerini Lazzaroni, nel centro storico della capitale. Costruito nel diciassettesimo secolo (1676) e sito in Via dei Barbieri 7 in un discreto ed elegante anfratto posto a metà tra tra Largo Argentina e Campo de’ Fiori, il gioiello barocco è il nuovo quartier generale del progetto di Giacomo Guidi, art director e fondatore di Contemporary Cluster.

Tra i soffitti affrescati e le colonne che sorreggono tre piani di storia si articoleranno fino a giugno una moltitudine di progetti pensati seguendo un elemento portante, che farà da filo conduttore all’intero concept. E cioè proprio l’approccio trasversale, multidisciplinare, che porta il soggetto ad una sinestesia costante, stimolando il cervello e il corpo attraverso esperienze complesse. Già il solo ingresso nel Palazzo ci proietta in uno stato che richiede e richiama una certa mindfulness: un luogo che ribalta il concetto di “qui ed ora”.

contemporary cluster

Photo credit: Francesca Gotti

Il piano nobile del Palazzo sarà dedicato all’arte visiva, alle mostre, al regno della cultura visuale, e sarà il punto di partenza per il gioco di interazione tre le arti e i sensi. Lo spazio progettuale vuole essere di ampio respiro, e coinvolgerà numerosi brand di primo piano fino ad attingere al mondo della moda, della profumeria sperimentale, dal design industriale al sound design.

E proprio parlando di suono, strada facendo diverrà sempre più possibile scorgere l’orizzonte degli eventi, letteralmente. La musica sarà tanta, e in una diversità di forme e manifestazioni. Possiamo innanzitutto immaginare l’impatto visivo, il colpo d’occhio che si avrà con il connubio tra gli affreschi di Ludovico e Giacinto Gimignani e gli strumenti tecnologici del presente utilizzati nella performance musicale, dal vinile o dal sintetizzatore modulare, performance sempre arricchita da visual e mapping concepiti appositamente, o sposata ad esperienze che stimoleranno contemporaneamente altri sensi.

La parte musicale tutta sarà curata da Electrovinyl, che tiene particolarmente all’esperienza della performance confezionata come un lavoro di artigianato, in cui l’artista è libero di sperimentare dietro ai giradischi come tra le macchine hardware, per improvvisare e abbandonarsi alle proprie fantasie creative. Per dare solo un assaggio: Fabrizio Lapiana, Chevel, Maurizio Cascella, Altarboy, Sebastian Bromberger, Gabriel Gush, sono solo alcuni degli artisti di punta che verranno ospitati, accompagnati da una selezione di nomi emergenti, pronti a sorprendere e a far parlare di sè, più una selezione sul versante del rock elettronico e delle sue avanguardie a cura di Tiziano Rizzuti.

La visione di Contemporary Cluster per la musica però non sarà circoscritta alla sola performance di live e dj-set, ma arriverà ad avere anche tempo e spazio dedicati a workshop ed eventi di sound art, con artisti a cavallo tra l’arte sonora e visuale, che porteranno qui il loro sapere e il loro immaginario per coinvolgere attivamente i fruitori e i visitatori.

Quindi non solo un ponte tra i sensi, ma anche tra i tempi, dal passato al presente, dal classico al contemporaneo -per l’appunto -e persino con una certa tensione al post-umano. Poche settimane ci separano dall’opening. Vi terremo informati.