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Introduzione all’artista: Trentemøller, Anders Trentemøller

Anders Trentemøller, compositore e polistrumentista, nasce a Vordingborg (Danimarca) il 16 ottobre 1972. La sua carriera musicale inizia alla fine degli anni ’90, lavorando su dei progetti indie rock: un sound che lo caratterizzerà per tutta la vita. Nei primi anni del nuovo millennio, si avvicina sempre più al mondo della musica elettronica, affascinato da queste polivalenti macchine analogiche che gli permettono di esprimere il suo essere senza filtri. Conosce Steve Bug, pioniere della minimal house e proprietario dell’etichetta Poker Flat, il quale rimane folgorato dall’essenza così veritiera dell’artista danese. I due parlano, si confrontano e decidono così di rilasciare “Always Something Better”, il primo approccio a queste nuove sonorità distopiche di Anders.

The Last Resort è il suo album di debutto: nel 2006, esce il disco che rivoluzionerà il mondo della club music.  Spinto dalle sue più crude e inafferrabili pulsioni, Anders abbraccia il mondo Rock\Metal e lo trascina con sé verso nuovi ed inesplorati confini. Nasce così un sound emotivamente spiazzante, in grado di travolgere e devastare.”Trentemøller: Live in Concert“, il nome del primo tour (2007) assieme alla sua nuova band – Henrik Vibskov alla chitarra, Mikael Simpson alla batteria – lo porterà in giro per gli Stati Uniti e l’Europa. È qui che Trentemøller comincerà a cambiare le sorti del musicista elettronico: prima sfuggente e nascosto, oggi, decisivo. Il contenuto prevale sull’immagine, l’impeto scavalca regole e definizioni. Il trionfo dell’erotismo, del calore e del bagliore. La musica di Anders si è radicata nella società e l’ha plasmata, giorno dopo giorno, sempre più a fondo.

Anders Trentemøller: l’antidivo del nuovo millennio

Il musicista danese, nonostante i suoi grandi successi, non si è mai allontanato dall’artista puro che è in sé. La fama o l’apparire non gli interessano: lui è vibrazioni e nient’altro. Continua il suo lungo viaggio e collabora in The Trentemoller Chronicles con artisti del calibro di Moby e Royksopp. Nel 2010, fonda la sua etichetta In My Room, attraverso la quale pubblica il suo second album Into The Great Wide Yonder. Groove da dancefloor; riff punk; macchine analogiche imprevedibili; voci ancestrali: Anders sconvolge il suo pubblico.

Mi piace molto stare da solo. È quasi come essere nudi in studio, e se qualcuno entrasse non sarebbe bello“.

Lost (2013); Fixion (2o16); Observe (2019); questi i nomi dei successivi album, che ci hanno spinto verso il suo universo minimale, ma complesso. Equilibrato a tal punto da sembrare spazio vuoto, plasmabile attraverso le nostre emozioni. Barriere che non separano, ma uniscono. Materia viva, mutevole e consapevole. Trentemøller è il principio del cambiamento dell’uomo contemporaneo, perso e senza punti di riferimento, alla ricerca di luce negli abissi del divenire.

Stile

La musica del compositore di Vordingborg coinvolge diversi generi musicali, dalla scura darkwave, al leggero synth pop. Emozioni profonde, a tratti scure. Grida di dolore. Gioie improvvise. Ribellione rock. Introspettivismo elettronico. Per afferrare però realmente l’etica e l’estetica di Trentemøller occorre lasciarsi trasportare, senza dover necessariamente comprendere dove si è diretti.

“Alla gente sembra particolarmente piacere inserire la musica in categorie. Non mi piace per niente, lo trovo qualcosa di così… noioso“.

Seguiamo i nostri istinti, quelli reali e – a tratti – spaventosi. Ascoltiamo. Tuffiamoci nei ricordi. Piangiamo. Corriamo. Viviamo.

Discografia

Album

  • 2006 – The Last Resort
  • 2010 – Into The Great Wide Yonder
  • 2013 –  Lost
  • 2016 – Fixion
  • 2019 – Obverse

Compilation

  • 2007 – The Trentemøller Chronicles
  • 2009 – Harbour Boat Trips 01
  • 2011 – Reworked/Remixed
  • 2011 – Late Night Tales
  • 2014 – Lost Reworks
  • 2014 – Early Worx
  • 2018 – Harbour Boat Trips 02

Singoli | EP

  • 2003 – Trentemøller EP
  • 2004 – Beta Boy
  • 2005 – Physical Fraction
  • 2005 – Kink
  • 2005 – Polar Shift
  • 2005 – Serenetti
  • 2006 – Sunstroke
  • 2006 – Nam Nam E.P.
  • 2006 – Rykketid
  • 2006 – Always Something Better
  • 2007 – An Evening With Bobi Bros (woith DJ Tom) / 25 Timer (with Vildtand, Krede, Buda)
  • 2007 – African People
  • 2007 – Moan – IFPI DEN: Platinum
  • 2007 – Gamma (with Buda)
  • 2007 – Moan (Dub & Instrumental)
  • 2007 – Take Me Into Your Skin (Nudisco Edit)
  • 2008 – Miss You (Remixes)
  • 2008 – Live in Concert EP 
  • 2009 – Vamp / Miss You
  • 2009 – Rauta EP (with DJ Lab)
  • 2010 – Sycamore Feeling
  • 2010 – … Even Though You’re With Another Girl
  • 2010 – Silver Surfer, Ghost Rider Go!!!
  • 2011 – Shades Of Marble (Remixes)
  • 2011 – Raincoats / Tide (with Efterklang)
  • 2012 – My Dreams
  • 2013 – Never Stop Running
  • 2013 – Candy Tongue
  • 2013 – Gravity
  • 2014 – Deceive
  • 2016 – River in Me
  • 2016 – Redefine
  • 2017 – One Eye Open
  • 2017 – Complicated
  • 2017 – Hands Down
  • 2018 – Transformer Man
  • 2019 – Sleeper
  • 2021 – No One Quite Like You

Frammenti Sonori

TAKE ME INTO YOUR SKIN

Portami nella tua pelle, nelle tue viscere. Afferrami e sovrastami. Un brano che sottolinea la necessità di non volersi sentire più soli, in una realtà sempre più distante e distaccata dall’uomo. Siamo disposti a tutto, pur di porre fine a questo tormento. Voci laceranti, lontane. Prendimi  per mano e danziamo: “Take Me Into Your Skin”.

GOLDEN SUN

Il sole, elemento di luce e vita. Oggetto di curiosità e venerazione, fin dai tempi più antichi e misteriosi. Perché ci dona la sua energia? È lui il nostro Dio? Non ci resta che ringraziarlo, per averci reso vivi e per tenerci – almeno per un po’ – lontani dalla notte. Pad eterei cullano melodie raggianti e trionfali. Camminiamo verso te. Noi, siamo qui e ti contempliamo. “Golden Sun“.

MISS YOU

Mi manchi. Uno dei brani più ascoltati di Anders. Una melodia fluttuante si avvicina. Sembra un essere proveniente da altri mondi. Ci accarezza. Veniamo improvvisamente sbalzati in posti lontani, dimenticati. Immagini che tornano alla mente. Riaffiorano ricordi ormai rimossi. Scene opache. Sorrisi. Abbracci. Promesse. Dove siamo? Riportateci lì. “Miss You“.