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Il famoso party italiano Sunflower è tra le migliori realtà contemporanee. Abbiamo voluto raccontarvi il programma della prossima estate e abbiamo deciso di intervistare uno degli ospiti del collettivo fiorentino. Un grande maestro, Francesco Farfa.

Il loro obiettivo era stravolgere: cambiare la visione del clubbing che caratterizzava gli anni attorno al 2010. Appassionare ed emozionare con novità e innovazione sono sempre stati capisaldi della loro ricerca. Stiamo parlando di Sunflower, uno dei party che da anni porta felicità e colore nei weekend italiani, con ottima qualità artistica e una spiccata attenzione ai dettagli.

Il progetto nato dalle brillanti menti di Philipp & Cole, storici dj resident del Tenax Club di Firenze, aveva lo scopo di  offrire al cliente un ambiente che usciva dagli schemi, a volte troppo rigidi del solito “party in discoteca“, dando maggiore rilievo agli allestimenti, alle luci ed alle animazioni.

il party Sunflower

Così facendo, negli anni, hanno saputo creare un’atmosfera aperta e positiva, che ha colpito le menti del pubblico e che si è affermata come caratteristica tipica di questa festa. Senza nulla togliere al cambio di rotta dato dall’immersione nei colori, che spezzava le abitudini oscure e che garantiva un’ “aria” molto leggera e divertente.

Le varie edizioni del Sunflower ci hanno regalato grandi emozioni in location mozzafiato. Impossibile non ricordare il concerto dei Planet Funk in riva al mare, gli Apollonia immersi nel verde di un bosco, Mathew Jonson live sulla riva di un lago, Ellen Allien sul battello nei mari dell’isola di Pag e molti altri ancora.

Nicolas Lutz al Sunflower

Le future date di Sunflower on The Beach, che proseguiranno per tutta l’estate, si terranno il 10 e il 17 luglio al Samsara di Riccione.

Domenica 10 Luglio il grande ospite sarà Valentino Kanzyani, che con le sue sonorità techno verrà magistralmente accompagnato dalla brigata Philipp, Cole, George e Marco Giorgino.

Sunflower party 10 Luglio 2022 @Samsara Riccione

Domenica 17 Luglio sarà il turno dell’amico Federico Grazzini, noto dj italiano famoso per le sue residenze tra Riccione e Ibiza, con la costante partecipazione di Philipp & Cole seguiti da I.G.N.A. & Greys, Black Angus e Fimp.

Sunflower party 17 Luglio 2022 @Samsara Riccione

Sunflower Faestival è tornato di recente in grande stile, confermando il suo forte seguito nell’evento tenutosi lo scorso 29 Maggio al Club del Diavolo (PT) con protagonisti nel main stage Nicolas Lutz, Francesco Farfa, Mind the Gap Djs e i resident Philipp & Cole, Emiliano Marchini, Black Angus, David Brilli e George. Nel podcast stage invece vi erano SMS, Slowaxx, Spaceplant, Xenobot e Dizzy.

 

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Per l’occasione abbiamo avuto l’onore di intervistare Francesco Farfa, grande ospite dell’evento e considerato uno dei maestri italiani del genere elettronico, nonché ottimo dj e produttore. Buona lettura!

Ciao Francesco, è un piacere averti qui su Parkett!

Intanto benvenuto. Inizierei partendo dall’evento in cui sei stato ospite. Sunflower è un party che propone altissima qualità artistica e musicale, tu rappresenti una delle punte di diamante del panorama musicale italiano. Ci piacerebbe sapere che linea sonora hai proposto durante l’evento e che stile hai mantenuto negli ultimi dj set che hai suonato.

Grazie mille per l’opportunità e per la considerazione!

Sono arrivato alla festa un po’ tardi, ahimè perché il mio volo da Bari non mi permetteva di essere lì prima, cosa che avrei voluto fare, dato che oltre che ad essere una festa magnifica, il Sunflower è pieno di amici e rivederli tutti lì è un immenso piacere.

Avevo l’onore di fare la chiusura e sono partito con una produzione mia che uscirà a fine anno, che si attaccava benissimo con l’onda sonora che aveva proposto Nicolas Lutz, un po’ dark. Poi ho ingranato una marcia diversa, con tocchi misti di tech progressive e balearico, senza far mancare le mie influenze trance ed electro. Il bello di questo party è l’apertura del pubblico ed in realtà i dischi dalla valigia sono usciti fuori da soli, senza il minimo sforzo mentale, lavorando di pura improvvisazione.

Dura parlare del mio stile eh….

Oggi giorno ci sono molti produttori e Dj di successo che si assomigliano l’uno all’altro. Per me la peculiarità è un elemento fondamentale in tutto. L’unica cosa che posso dire è che qualsiasi cosa io metta, prende una forma trascendentale ed il bello è che non so spiegarmi come. Poi, già il fatto di non essere un clone mi sembra abbastanza.

Quando parliamo di Sunflower facciamo riferimento ad un importante roster di dj e artisti italiani che hanno lasciato un segno tangibile negli anni. Tu fai sicuramente parte di questa “fetta” di artisti, quindi ci piacerebbe sapere cosa ne pensi della scena attuale Toscana ed Italiana, in generale, facendo riferimento alla musica che ascolti e proponi, le tue influenze e i tuoi segreti nella ricerca.

Devo dire che negli ultimi anni, si respira nuovamente quell’ebrezza che abbiamo vissuto noi veterani al principio degli anni Novanta. Forse il Covid, con questa lunga pausa ha contribuito a far fare alle persone più ricerca e di conseguenza è come se le menti si fossero aperte maggiormente a vari stili. Sto riscontrando che si possono fare set più eclettici senza troppa preoccupazione, perché l’accettazione da parte del pubblico è più naturale rispetto a qualche anno prima.

La scena toscana è sempre stata molto forte e il fatto che esiste una realtà come il Sunflower lo conferma a pieni voti. Pippo e Cole sono stati sempre molto oculati nello scegliere gli artisti di rilievo, peraltro mai scontati, e hanno saputo dare anche grandi opportunità a Dj giovani ed emergenti, di proporre la loro musica, e questo non è cosa da poco, dato che comporta una grande dose di coraggio, in quanto la maggior parte dei promoter (o succursali di agenzie) seguono il bollettino del mainstream.

Francesco Farfa e Philipp al Sunflower

Il successo della festa, di fatto non è dipendente dal cartello, ma dalla bravura nell’aver messo insieme gli elementi giusti per creare questa alchimia.

In Italia sono nate e stanno nascendo, a tal proposito, delle realtà che mirano a proporre artisti di nicchia dal valore intrinseco, che non ha nulla a che vedere col numero dei follower sui social. Per fortuna, molti di questi sono andati alla ricerca di chi ha creato movimenti, andando a riproporli ad un pubblico nuovo, bramoso di scoprire da dove proviene tutto questo grande fenomeno della musica elettronica. La mia fortuna è quella di avere gli strumenti giusti per esaudire questa richiesta, trovandomi felicemente a bordo di una nuova fase, che mi sta dando molta energia.

Spazio trai i meandri del mio archivio musicale, proponendo anche tanta musica nuova di giovani produttori bravissimi e meritevoli, ridando indietro ciò che loro hanno dato a me, ovvero nuova luce su ciò che ho potuto fare e sulle nuove potenzialità del mio operato.

Impossibile non parlare di ripresa e rinascita. Abbiamo affrontato un periodo buio e finalmente ne siamo usciti, qual è il tuo punto di vista sulla ripresa sia per quanto riguarda gli eventi che le produzioni?

Il mio punto di vista è più concentrato su chi vuole agire in modo diverso. Ci sono promoter che si vantano di proporre il futuro, quando non riescono a staccarsi dalla dipendenza dei numeri ed i loro festival sono fotocopie di altri. Il mondo della notte è diventato come il calcio mercato e questa cosa è iniziata a non piacermi già dal 2008, quando ho rischiato di farne parte….ma il mio spirito lo ha negato.

Adesso bisogna guardarsi negli occhi, capire chi può fare al caso tuo e valutare bene le affinità. Siamo tutti abbastanza grandi per capire gli errori fatti e quelli da non fare, il resto è questione di feeling.

Voglio lavorare con gente che apprezza il lavoro che fai e non perché sei “sulla bocca di”. Questo periodo per me è già passato e sono stato uno dei primi a viverlo ai tempi della prima Insomnia. Per questo miro a scegliere chi è più originale possibile, anche quando mi propongono delle serate. Preferisco andare a suonare in una festa privata, in una cascina dispersa, con 300 persone, con atmosfera genuina, piuttosto che in una festa da 2000 persone immobili e con lo smartphone in mano.

Guadagno meno? E chi se ne frega…. Sono stato criticato da alcuni promoter per questo, ma sono gli stessi promoter che se ne sono approfittati quando la fama era alle stelle e voltato le spalle alla minima flessione…gente che guarda solo i numeri e fa l’amico dei Dj a convenienza.

Scusate l’appendice polemica, ma è giusto, da parte mia, far capire a chi legge anche queste dinamiche.

Mi interessa conoscere i giovani, capire con loro dove si vuole andare e le cose che possiamo fare. L’ultima volta all’Hoppetosse di Berlino, in occasione dello showcase AIRTRANCE , ho avuto l’opportunità di stare con giovani artisti italiani  bravissimi, con i quali abbiamo vissuto un’empatia pazzesca.

Mi hanno dimostrato quel genuino rispetto che dà tanta fiducia e sono stato felicissimo di guidare la carovana a livello di line up, che si è rivelata un successone. Mi piacciono le cose semplici, quelle che si concretizzano con una strizzata d’occhio e, in questo mondo diventato talmente complicato, è la cosa che dobbiamo tornare a fare.

Di fatto stanno venendo fuori collaborazioni molto interessanti, dato che sono tutte fuori dalla dinamica del sistema e questo si ripercuote anche a livello produzioni, perché si delineano nuove prospettive sinergiche, uscendo molto volentieri dal circuito digitale, che mi ha fatto capire molte cose sul mondo della musica.

Dal punto di vista musicale le tue produzioni vantano una forte ricerca sonora accompagnata dalla scelta di suoni psichedelici e uno splendido ritmo. Quali sono i tuoi piccoli “segreti “quando scegli di produrre un nuovo pezzo?

Non ci sono segreti, è pura natura. Ultimamente, a differenza di anni fa, parto dalla ritmica. Benché’ abbia una passione per le armonie (mi ritengo un batterista mancato), cerco di compensare con la programmazione delle drum. Avendo poi’ un ricchissimo archivio di campioni, direttamente registrati dai vinili, mi avvalgo di questi cercando di usarli come anima del pezzo, anche se possono risultare quasi impercettibili all’orecchio.

Ti racconto un aneddoto: sabato scorso stavo suonando in back to back con Jane Fitz al Fold di Londra, In occasione del 10 anniversario della label ART of DARKAl momento un cui gira sul piatto la mia ultima uscita su AIRTRANCE, Jane  sorridendo mi domanda, incuriosita, il perché avessi dato come titolo “KEITH” alla traccia. 

Il motivo è che quella traccia è nata da un campione del magico Keith Jarret, che poi si è perso con l’equilibratura dei volumi ed effettistica nell’arrangiamento. L’anima è rimasta, anche se poi il movente principale resta in sordina, ed il titolo non poteva essere che quello.

Ultima domanda. Che consiglio daresti ai nuovi giovani che vogliono intraprendere questo percorso?

Di pensare prima a divertirsi. Molti pensano al successo subito, ma non è la strada giusta. Se l’animo è annaffiato di benessere, mente si svolge la propria passione, il vento a favore poi gira. La fortuna esiste ed è fondamentale, bisogna solamente avere il cuore aperto per far si che ti venga incontro….e…se dovete intraprendere questo cammino,  fatelo per la musica non per sentirvi al centro dell’attenzione ( punto mio di vista ).

Siate DJ , non fatelo…