L’isola che ha fatto della musica un culto e del tramonto un linguaggio, quest’estate nasce qualcosa di radicalmente diverso. Si chiama Urusai Sunset Bar, ed è molto più di un bar o di un club: è un’esperienza d’ascolto profonda, un santuario del suono dedicato esclusivamente al vinile, immerso tra le scogliere dorate di Cala Molí, sulla costa ovest di Ibiza.

Ispirato alla tradizione giapponese dei jazz kissa — quei piccoli caffè dove il silenzio è sacro e la musica viene ascoltata con attenzione quasi religiosa — Urusai fonde quell’estetica intima con lo spirito libero e solare della Ibiza anni ’70 e ’80. Il risultato? Un luogo dove il tempo rallenta e ogni traccia diventa un viaggio sensoriale.

Curato da Jaime Fiorito, figlio del leggendario DJ Alfredo e profondo conoscitore della scena Balearic, il programma musicale di Urusai propone selezioni in vinile che attraversano generazioni e geografie: dal jazz spirituale di Alice Coltrane al funk cosmico di Patrick Cowley, passando per perle afro-boogie, soul dimenticato e disco orientale. Il tutto rigorosamente su vinile, suonato da una rotazione di DJ e collezionisti internazionali.

Il cuore pulsante del progetto è il suo impianto audio artigianale: diffusori in legno di betulla baltica, amplificazione separata per ogni unità e un mixer ibrido analogico-digitale che restituisce ogni suono con calore, texture e profondità.

Lo spazio, progettato da Kulapat Yantrasast (già collaboratore di Tadao Ando), è minimale ma ricco di atmosfera. Al centro, una scultura a vortice che sembra attrarre ogni sguardo e ogni nota, invitando all’ascolto, alla connessione e al silenzio consapevole.

E poi c’è l’Urusai Izakaya: un raffinato incontro tra cucina giapponese e ingredienti locali, con piatti come il toro sando, i soba ai gamberi rossi di Ibiza e tempura di verdure dell’isola, accompagnati da sakè artigianale, vini naturali e cocktail d’autore.

Urusai non è un locale alla moda. È un luogo per chi ama scoprire, per chi ascolta con il cuore, per chi cerca qualcosa di più autentico in un’isola spesso sopra le righe. Un rituale sonoro nuovo, dove il tramonto è solo l’inizio