Pur non essendosi mai incontrati di persona, i membri del collettivo Qualia stanno già pubblicando su alcune delle migliori etichette del panorama elettronico. Scopriamo insieme come.
Composto da Marco Simioni, Matteo Mazreku e Francesco Pio Nitti, QUALIA è un gruppo di produttori italiani che non si sono mai incontrati di persona. Avendo già pubblicato dischi per Detroit Underground e per l’etichetta di Utrecht 030303, arrivano su U-Trax con il loro EP omonimo, in uscita il 15 aprile 2022, composto di quattro tracce profonde che prendono influenza da una vasta gamma di generi, tra cui acid-techno, ambient e noise.
A guidare l’uscita, “Perception” porta bellissimi archi, batteria funky 808 e toni acidi per un’apertura profonda e commovente. Allungata sull’A2 c’è la beatitudine ambientale di “VV Cephei A”, che porta droni e toni in stile Boards of Canada. Dall’altra lato, la title track “Qualia” porta la braindance al mix, ricordando i primi esperimenti di Aphex Twin con spietati 303 squelch e riverberi lontani. La traccia di chiusura “Until I Break Apart” conduce con archi oscuri e lunatici fino a quando un kick martellante introduce un netto cambiamento di tempo, prima che le profonde atmosfere ambientali inghiottino gli ultimi minuti.
Quest’ultima “Until I Break Apart” è anche la nostra traccia PREMIERE, ascoltiamola in anteprima insieme.
Tracklist Qualia – U-Trax
A1 – Perception
A2 – VV Cephei A
B1 – Qualia
B2 – Until I Break Apart – PREMIERE
Gruppo: Qualia
Titolo: Qualia EP
Label: U-TRAX
Data Release: 15-04-2022
Tutte le tracce sono state masterizzate da Thee J Johanz del Bally Hoo Mastering Studio. Progetto grafico invece è di Marieke Botterman per Botterman Ontwerp.
Inoltre abbiamo anche avuto l’occasione di scambiare qualche idea con i protagonisti in questa intervista multipla. Vi presentiamo Matteo, Marco e Francesco, in arte Qualia.
Ciao Matteo, ciao Marco e ciao Francesco, piacere di conoscervi. La cosa curiosa è che neanche voi non vi siete mai incontrati di persona. Allora mi chiedo come vi siete conosciuti? Come è nata questa idea?
Piacere nostro. Matteo e Marco si sono conosciuti anni fa su Facebook. Da qualche anno condividono la passione per la musica e la costruiscono assieme. Agli inizi, Marco mixava e masterizzava le tracce di Matteo, oltre a contribuire con dei remix. L’anno scorso, per esempio, ha remixato un pezzo che è stato incluso nella prima release in vinile di Matteo su Detroit Underground, un disco intitolato “Rivers”.
Sempre l’anno scorso è nata l’idea di QUALIA tra noi due (Matteo e Marco, ndr) come collettivo Acid. Francesco, invece, è stato il primo ad entrare dopo che abbiamo lanciato il progetto e siamo lieti di averlo al nostro fianco. Come QUALIA, stiamo puntando a espanderci quanto più possibile, cercando di includere sempre più artisti sotto un’estetica acid e braindance.
Allora in che modo riuscite a collaborare a distanza? Ognuno di voi ha dei compiti ben precisi o condividete tutto?
I compiti sono bilanciati, ognuno contribuisce come è necessario. Molti suoni e arrangiamenti dell’EP li ha creati Matteo, Francesco ha creato diverse bass-lines 303, mentre Marco scolpiva meglio i suoni, aggiungeva dettagli, oltre a curare il mix e impostare alcuni aspetti delle composizioni.
Mi ha incuriosito molto il vostro nome “QUALIA” che in latino vuol dire qualità, attributo. Ma è anche un concetto che si riferisce alla filosofia della mente in particolare alle esperienze coscienti. Come si traduce questo termine per voi e come si cala nella vostra musica? In poche parole, perché lo avete scelto?
Il nome “QUALIA” per il collettivo è stato scelto da Marco, e come hai correttamente puntualizzato nella domanda, si riferisce proprio al concetto filosofico del termine, ovvero all’esperienza soggettiva che ognuno di noi vive in maniera distinta da ogni altro individuo. Spiegato in parole povere, è l’esemplificazione del concetto che la mia idea di “rosso” può essere (oppure è) completamente diversa da quella che può sperimentare una qualsiasi altra persona. Questo concetto, inoltre, si riferisce all’esperienza del dolore, del piacere, e qualsiasi altra sensazione puramente soggettiva. Quindi perché QUALIA? Il termine fa riferimento all’esperienza (in questo caso musicale) che ognuno degli appartenenti al collettivo cerca di mettere sul tavolo al meglio delle sue possibilità, cercando di andare oltre al termine più generico di “band”, creando quindi un’entità metafisica che prende forma grazie a persone che, nonostante siano distanti geograficamente, sono vicine a livello musicale.
Quindi, quali sono o quali sono stati i vostri riferimenti in ambiente elettronico?
Matteo — principalmente Aphex Twin, Autechre e Gescom (che sono le principali fonti di ispirazione per questo EP), oltre alla scena Braindance attuale.
Marco — ho diverse influenze e mi risulta difficile inquadrarne solo alcuni, però direi: Brian Eno e la sua filosofia artistica, la musique concrète sinestetica di Bernard Parmegiani, Ryuichi Sakamoto per la sua ecletticità, Future Sound of London per la loro capatità di astrazione sonora, Aphex Twin per il suo genio creativo, Autechre per la loro abilità nel creare ambienti sonori metafisici perfetti, Oneohtrix Point Never per la sua visione artistica e genio musicale indiscusso, Underworld per la loro poetica metropolitana, il leggendario signore dei sintetizzatori Jean Michel Jarre, Tangerine Dream per la loro inesauribile fonte di ispirazione psichedelica e molti altri ancora.
Francesco — I miei riferimenti in questo ambito sono molto vari, prediligo l’elettronica prodotta tra gli anni 50′ e 70′. Partendo dall’elettronica d’avanguardia di Stockhausen, Tristram Cary e Raymond Scott a Jean Michel Jarre e YMO, arrivando fino alla scena di Warp e Rephlex Records degli anni 90′ e 2000, con Aphex Twin, Squarepusher e discepoli vari.
Parlando con voi si capisce che non vi soffermate solo su questo genere. Cosa vi piace ascoltate oltre la musica elettronica?
Matteo — Tanto Rock, Jazz, Pop, Punk, Metal, Hip-Hop.
Marco — Ascolto molto progressive rock come ad esempio Genesis, Yes, Le Orme, Emerson Lake & Palmer, King Crimson. Anche jazz e musica anni 70/80 in generale che varia da pezzi cheesy e molto famosi a dischi oscuri e meno conosciuti, tantissimo City Pop. Mi piace moltissimo anche musica come quella di Yanni, Sarah Brightman, Enya o Black Sabbath, che in particolare rimandano a dei bei ricordi della mia infanzia. Sono anche un grandissimo fan di Philip Glass e Steve Reich.
Francesco — Tendenzialmente tendo ad ascoltare molto i generi al di fuori dell’elettronica, anche se oggi utilizzare il termine “elettronico” risulta molto fuorviante. Preferisco ascoltare la musica antica e quella prodotta tra gli anni 70′ e 90′, qualunque genere esso sia. Mi è difficile scegliere alcuni artisti o generi nello specifico, ma posso dirvi che in questo mese ho avuto modo di apprezzare molto i dischi di Peter Gabriel, Enya, Love Spirals Downwards e Julee Cruise.
Siamo arrivati alla fine. Ma come mia consuetudine, vi lascio uno spazio libero se aveste voglia di condividere con i nostri lettori un pensiero.
Matteo — Come disse Aphex Twin in una delle pochissime interviste che ha rilasciato, “non c’è molto da dire riguardo alla musica elettronica: si ascolta e si balla, con il corpo e con la mente”.
Marco — Penso che avere un sesto senso per la bellezza, intesa come ciò che suscita emozioni, aiuti a vivere una vita più ricca. Per me la musica è lo strumento chiave che allena questo senso, una sorta di connettore metafisico tra l’intenzione dell’artista e l’emozione che viene sperimentata dall’ascoltatore.
Francesco — Secondo il mio punto di vista, attualmente, non c’è una vera e propria scena di musica “elettronica” italiana. Oggigiorno tutte le potenziali scene nascono e si sviluppano nel web, rimanendo quindi nascoste ai più e scoperte soltanto dai pochi avventurieri nei meandri di Bandcamp e YouTube. Per scena intendo una realtà solida, anticonformista e d’impatto. Molte realtà musicali in questo genere, purtroppo, risultano molto frammentate e poco comunicanti tra di loro, forse colpa anche del come e del perché in Italia vengono supportati e diffusi certi artisti mentre altri no. Reputo, infatti, che sia un problema sociale e culturale tipico italiano.
Tutti — In ogni caso, speriamo che il disco piaccia. Abbiamo fatto circa quindici tracce come QUALIA, queste quattro incluse in questo EP sono state selezionate perché si incastrano perfettamente a livello estetico/musicale. Le tracce sono state concepite l’anno scorso, le prossime cercheremo di farle ancora più belle. Un ringraziamento a Richard di U-TRAX per averci pubblicato e a Johanz Westerman per averci connesso.
E noi ringraziamo voi, buona fortuna ragazzi.
Grazie a te Nicola.
(*foto dall’alto Mattaeo, Marco e Francesco)
ENGLISH VERSION
Ciao Matteo, Marco and Francesco, nice to meet you. The curious thing is that you have never met in person either. So I wonder how did you guys meet? How did this idea come about?
Our pleasure. Matteo and Marco met years ago on Facebook. For some years they have shared a passion for music and built it together. In the beginning, Marco mixed and mastered Matteo’s tracks, as well as contributing with remixes. Last year, for example, he remixed a track that was included in Matteo’s first vinyl release on the Detroit Underground, a record called “Rivers”. Also last year the idea of QUALIA was born between the two of us (Matteo and Marco, ed) as an Acid collective.
Francesco, on the other hand, was the first to enter after we launched the project and we are delighted to have him by our side. As QUALIA, we are aiming to expand as much as possible, trying to include more and more artists with an acid and braindance aesthetic.
Therefore, how do you manage to collaborate remotely? Do each of you have specific tasks or do you share everything?
The tasks are balanced, everyone contributes as needed. Matteo created many sounds and arrangements of the EP, Francesco created several bass lines 303, while Marco sculpted the sounds better, added details, as well as curating the mix and setting some aspects of the compositions.
I was very curious about your name “QUALIA” which in Latin means quality, attribute. But it is also a concept that refers to the philosophy of mind in particular to conscious experiences. How does this term translate for you and how does it fit into your music? In short, why did you choose it?
The name “QUALIA” for the collective was chosen by Marco, and as you correctly pointed out in the question, it refers precisely to the philosophical concept of the term, or rather to the subjective experience that each of us lives in a distinct way from any other individual. Put simply, it is an exemplification of the concept that my idea of ”red” can be (or is) completely different from what any other person can experience. This concept also refers to the experience of pain, pleasure, and any other purely subjective sensation.
So why QUALIA? The term refers to the experience (in this musical case) that each of the members of the collective tries to put on the table to the best of his ability, trying to go beyond the more generic term of “band”, thus creating a metaphysical entity that it takes shape thanks to people who, despite being geographically distant, are close on a musical level.
So what are or what have been your references in the electronic environment??
Matteo – mainly Aphex Twin, Autechre and Gescom (who are the main sources of inspiration for this EP), in addition to the current Braindance scene.
Marco – I have different influences and it is difficult for me to frame just a few, but I would say: Brian Eno and his artistic philosophy, Bernard Parmegiani’s musique concrète synaesthetic, Ryuichi Sakamoto for his eclecticism, Future Sound of London for their ability to sound abstraction , Aphex Twin for his creative genius, Autechre for their ability to create perfect metaphysical sound environments, Oneohtrix Point Never for his artistic vision and undisputed musical genius, Underworld for their metropolitan poetics, the legendary synthesizer lord Jean Michel Jarre, Tangerine Dream for their endless source of psychedelic inspiration and many more.
Francesco – My references in this area are very varied, I prefer electronics produced between the 50s and 70s. Starting from the avant-garde electronics of Stockhausen, Tristram Cary and Raymond Scott to Jean Michel Jarre and YMO, up to the Warp and Rephlex Records scene of the 90 ‘and 2000s, with Aphex Twin, Squarepusher and various disciples.
Speaking with you we understand that you do not dwell only on this genre. What do you like to listen to besides electronic music?
Matteo – Lots of Rock, Jazz, Pop, Punk, Metal, Hip-Hop.
Marco – I listen to very progressive rock such as Genesis, Yes, Le Orme, Emerson Lake & Palmer, King Crimson. Also jazz and 70s / 80s music in general which varies from cheesy and very famous pieces to obscure and less known records, lots of City Pop. I also really like music like that of Yanni, Sarah Brightman, Enya or Black Sabbath, which in particular bring back good memories from my childhood. I’m also a huge fan of Philip Glass and Steve Reich.
Francesco – I tend to listen a lot to genres outside of electronics, even if using the term “electronic” today is very misleading. I prefer to listen to ancient music and that produced between the 70s and 90s, whatever genre it is. It is difficult for me to choose specific artists or genres, but I can tell you that this month I have had the opportunity to really appreciate the records of Peter Gabriel, Enya, Love Spirals Downwards and Julee Cruise.
We have come to the end. But as my custom, I leave you a free space if you would like to share a thought with our readers.
Matteo – As Aphex Twin said in one of the very few interviews he gave, “there isn’t much to say about electronic music: you listen and dance, with your body and mind”.
Marco – I think having a sixth sense for beauty, understood as what arouses emotions, helps to live a richer life. For me, music is the key tool that trains this sense, a sort of metaphysical connector between the artist’s intention and the emotion that is experienced by the listener.
Francesco – According to my point of view, currently, there is no real Italian “electronic” music scene. Nowadays all the potential scenes are born and develop on the web, thus remaining hidden to most and discovered only by the few adventurers in the maze of Bandcamp and YouTube. By scene I mean a solid, nonconformist and impactful reality. Many musical realities in this genre, unfortunately, are very fragmented and not very communicating with each other, perhaps also the fault of how and why certain artists are supported and disseminated in Italy while others are not. In fact, I believe that it is a typical Italian social and cultural problem.
All together – In any case, we hope you like the record. We did about fifteen tracks as QUALIA, these four included in this EP were selected because they fit together perfectly on an aesthetic / musical level. The tracks were conceived last year, we will try to make the next ones even more beautiful. Thanks to Richard from U-TRAX for posting us and to Johanz Westerman for connecting us.
Thanks to you Nicola.