La seconda edizione di Transumare non è stata semplicemente un appuntamento musicale: è stata un’esperienza collettiva, capace di intrecciare ricerca sonora, cura organizzativa e impegno sociale in un unico flusso. Sullo sfondo, la costa e il vento, a ricordare che le vibrazioni migliori nascono sempre dove si lascia spazio al movimento, al passaggio, all’incontro.
Organizzazione impeccabile, sound system chirurgico, line up dalle mille sfumature
La forza di un festival si vede nei dettagli, ed è proprio ciò che è stato possibile apprezzare a Roseto degli Abruzzi dal 20 al 24 agosto durante la seconda edizione di Transumare: logistica scorrevole, orari rispettati, spazi curati senza essere ingessati. Il sound system ha esaltato ogni set con una definizione rara: bassi profondi e penetranti, medio-alti cristallini, dinamica da club ma immersa in un contesto da infradito – con il mare e la spiaggia a qualche decina di metri – per i DJ set, e da show con impronta internazionale per i concerti.
La line up è stata un viaggio tra sfumature di generi e generazioni: niente programmazioni fotocopia, ma una narrazione costruita per intrecciare generi musicali, epoche e intensità, dimostrando che Transumare non è solo un nome, ma un manifesto: attraversare, contaminare, migrare da un suono all’altro. La scelta dei nomi che ha composto la line up di quest’anno, non ha di certo deluso le aspettative. Ogni artista ha portato sui due stage, Il vulcano e L’origine, la propria firma e personalità, rendendo Transumare un perfetto ecosistema musicale. Tra questi ci sono state rivelazioni e conferme, di cui è impossibile sintetizzare le performance in poche righe, ma vogliamo comunque raccontarvi qui le sensazioni che ci hanno regalato.
Rivelazioni e giovani promesse
Tra i nomi che hanno sorpreso, il duo RIP ha saputo dimostrare un’attitudine rara: il taglio di un diamante grezzo, diretti e pronti per il pubblico che li ha accolti sotto il sole rovente del pomeriggio di venerdì, apprezzando la performance live divisa tra synth e voce, senza fronzoli. Il concept di musica che hanno questi due ragazzi, Pierpaolo e Raffaele, ha dimostrato di essere uno di quelli da tenere d’occhio per il futuro. Nell’attesa di rivederli in giro tra stage e dancefloor, vi consigliamo di cercare e ascoltare la loro musica.

Thanks Mate è un progetto che racchiude le menti di Gordon, Prisma, Patrick Noga e Dixie. Negli ultimi anni hanno colpito diversi dancefloor internazionali e intrapreso la residency all’iconico Club011 di Pescara, ma a Transumare, sarà stata l’aria di casa, è stato davvero speciale. La freschezza e la cura dei dettagli hanno raccontato e trasmesso al pubblico la loro felicità di essere lì: set costruiti con intelligenza, mai scontati, capaci di muovere i corpi e la testa.
Le conferme
Certe presenze non tradiscono mai. A partire dall’icona dell’elettronica DVS1, che giovedì notte ha portato a Transumare la filosofia per vivere il dancefloor – e non solo – che lo accompagna dal 2023, “Enjoy right now”, associata a un logo che vede uno smartphone barrato da un segnale di divieto. È stato proprio questo il suo ingresso sul palco L’origine. Un messaggio chiaro e senza troppi compromessi: divertitevi, cazz*, e mollate sti telefoni! Il suo set è stato il connubio perfetto di esperienza e innovazione, una ricerca spasmodica di suoni densi da proporre al dancefloor, che risuona come un manifesto di integrità musicale.

Unai Trotti ha messo in campo la notte del Day 2 il suo gusto raffinato, portando a Roseto degli Abruzzi l’inimitabile sound che negli anni ha plasmato il suo party londinese Cartulis, cucendo momenti di alta dedizione e passione per un suono progressivo e mai banale, dimostrando ancora una volta di essere uno dei DJ più influenti dell’attuale scena internazionale.

Per ultimi, ma non per importanza, il duo Outransa, composto da uno degli organizzatori di Transumare Nicky Macha e il DJ italiano based in Londra Kensa, ha saputo coniugare la visione artistica con quella curatoriale, esprimendola in un set dal suono ipnotico e avvolgente, in perfetto stile Outransa, storia di anni e anni di amicizia e back2back. Giurerei di aver sentito qualcuno in pista dire che, se non fosse per delle sfumature e peculiarità di mixing che distinguono Nicky da Kensa, sarebbe praticamente impossibile riconoscere quando è uno o l’altro a mettere un disco, tanta è la loro sintonia. Quando chi costruisce un festival sale anche in console, il risultato non può che essere indimenticabile.
L’origine: uno stage dove le visioni hanno preso forma
Lo stage “L’origine” non ha brillato solo per la musica: il progetto di visual che ha accompagnato tutto il festival è stato ideato e curato da Insa Visuals, progetto artistico della designer based in Londra Aurelia Insa Lang, che ha portato la sua visione di percepire e ascoltare la musica attraverso delle composizioni di arte figurativa astratta penetranti e che hanno saputo accogliere rendere l’esperienza del pubblico un viaggio non solo musicale.
L’unicità dello stage “L’origine” è dovuta anche a Luigi Ferretti e Valerio Di Festa, architetti abruzzesi che lavorano per un importante studio olandese. I due hanno sposato il progetto Transumare offrendo la loro visione personale, trasformando l’esperienza di vivere lo stage in qualcosa di più profondo. Proiezioni, luci e animazioni sono state studiate per dialogare con i beat, amplificando l’intensità dei momenti più profondi e creando un’atmosfera che andasse oltre il semplice ascolto.
Un lavoro di design e creatività che ha confermato quanto l’aspetto visivo sia diventato essenziale nei festival di nuova generazione, rendendo la musica un’esperienza totale e multisensoriale.

Una musica che non dimentica il mondo: la partnership con Emergency
Transumare non è stato solo un inno al suono, ma anche alla responsabilità. Grazie alla collaborazione con Emergency e allo slogan “Questo festival R1PUD1A la Guerra”, l’evento ha intrecciato musica e impegno civile.
Il giorno 0 del festival (mercoledì 20) l’ingresso era a offerta libera, e il 10% dell’intero ricavato è stato devoluto a sostegno delle iniziative di Emergency contro ogni forma di guerra nel mondo (info su ripudia.it). Un segnale forte: mentre i conflitti nel mondo si moltiplicano, un festival sceglie di schierarsi dalla parte della pace, usando la cultura della musica come veicolo di coscienza collettiva.

Lo sguardo al futuro: la terza edizione nel 2026
La sensazione è chiara: Transumare non si ferma qui. Sul sito ufficiale è già segnalata la terza edizione nel 2026 indicando con un punto di domanda la line up, segno che il progetto non è un fuoco di paglia, ma una visione a lungo termine. Se la seconda edizione ha consolidato il festival come uno dei format più interessanti della scena italiana, c’è da aspettarsi che il prossimo anno si alzi ulteriormente l’asticella, sia in termini di ricerca musicale che di attenzione al contesto sociale e culturale.
La seconda edizione di Transumare conferma che in Italia anche le piccole località, proprio come Roseto degli Abruzzi, possono ospitare festival dal respiro europeo, capaci di curare il suono quanto il messaggio.
Un evento dove le promesse si fanno spazio, le certezze brillano, e la musica non è solamente intrattenimento: diventa scelta, gesto politico, comunità viva.
I credits delle fotografie che sono parte di questo articolo sono di:
Simone Samuele Taddei
Sergio Rapagnà
Cristiana Quaranta
Luca Parmigiano

