Ci sono artisti che costruiscono il proprio percorso con pazienza, attraversando club, vinili e chilometri prima di trovare la propria dimensione. DJ HORO è uno di questi.
Nato a Caserta e formatosi tra l’underground italiano e l’energia di Ibiza, oggi è parte del progetto Metamorfosi, una delle realtà più influenti della scena techno contemporanea. In occasione dell’uscita di Paradise, la sua nuova release su Metamorfosi Records, Parkett Channel lo ha incontrato per ripercorrere il suo viaggio.
Ciao HORO e benvenuto su Parkett Channel. Ci racconti il tuo percorso dalle origini fino ad oggi?
Grazie per l’invito, sono davvero contento di essere qui. Sono un DJ e producer italiano, vengo da Caserta, una città che ha avuto un ruolo fondamentale nella mia formazione musicale e personale.
Tutto nasce in famiglia: mio padre, appassionato d’arte e musica, mi ha regalato il primo giradischi, che non aveva neanche il pitch. Poi i miei fratelli mi hanno introdotto al mondo dei club e degli eventi. A 14 anni ho iniziato a suonare con i primi vinili house e da lì non mi sono più fermato.
Ho fatto tanta gavetta in Italia e all’estero, dalla residenza al Millaenya di Cassino ai primi set in città come Roma, Milano, Ibiza, Londra e Barcellona. Nella mia città si tenevano alcuni dei migliori festival in un parco sulla riva di un fiume: l’Old River Park. Quel posto e il gruppo International Talent sono stati fondamentali, mi hanno aperto la mente e formato musicalmente tra house, minimal e techno.

Hai anche gestito un club: cosa ti ha spinto a intraprendere questa avventura?
Sì, si chiamava Altavoz ed è nato dopo la mia prima estate a Ibiza nel 2015. L’idea era dare voce ai giovani DJ come me, uno “speaker” per potersi esprimere senza compromessi. Iniziò come spazio da 300 persone su due piani e, con il tempo, diventò un vero club da 1200 presenze. Tra i primi ospiti ci sono stati Joseph Capriati, Luigi Madonna, Industrialyzer, DJ Slugo e molti altri.
Quando hai capito che la musica sarebbe diventata la tua vita?
Nel 2014, durante il mio primo viaggio a Ibiza. Entrai allo Space per il party Enter di Richie Hawtin e, nel giro di un’ora, quasi per caso, mi ritrovai in consolle con Hito e Bella Sarris. Guardando quei vinili girare ho capito che quello era il mio mondo. In quel momento mi sono promesso che un giorno avrei suonato su quella consolle di Ibiza, e dieci anni dopo è successo davvero.

Com’è nato il legame con Metamorfosi e Joseph Capriati?
Io e Joseph veniamo dalla stessa città e l’ho visto crescere artisticamente. È il mio DJ preferito e ho sempre stimato la sua visione e quello che riesce a trasmettere in consolle. Conosco da tanto tempo suo fratello Alessio, che mi ha sempre supportato, e anche amici comuni come Andrea Fusco, Genny Mosca e Tony Esposito hanno rafforzato il nostro legame.
Naturalmente ho dovuto fare molta gavetta: prima a Napoli, poi in Italia e a Ibiza, tra produzioni, top 10 su Beatport e release su Nervous Records. Tutto questo è servito per guadagnarmi la fiducia del team.
Cosa rappresenta per te entrare in Metamorfosi?
Entrare in Metamorfosi è una grandissima opportunità. Joseph sta dando spazio a me e a molti altri producer validi ed è un onore farne parte, soprattutto perché condivido pienamente la sua visione musicale.
Il 4 luglio hai debuttato al Wild Corner dell’Hï Ibiza per l’opening party di Metamorfosi. Com’è andata?
È stato incredibile. Dopo anni di lavoro, vedere il mio nome in line-up nel club numero uno al mondo, è stata un’emozione enorme. Tantissimi amici sono venuti da vari Paesi per supportarmi. Durante il set ho lasciato parlare la musica: vedere il Wild Corner pieno e la gente saltare è stato indescrivibile.

Parliamo di Push It: com’è nato il concept del tuo party. Che tipo di atmosfera e che tipo di scena vuoi costruire con Push It a Ibiza?
Nasce durante il mio primo inverno sull’isola, dal desiderio di portare un clubbing autentico, simile a quello che facevo in Italia. Push It è un party minimal e tech-house che si tiene a cadenza mensile al Sigma, un club underground nel centro di Ibiza che ha ospitato DJ del calibro di Anthony Rother, Janina e molti altri. Invito DJ internazionali per offrire ai clubber qualcosa di fresco e fuori dal mainstream. È un progetto vivo e in continua crescita: presto diventerà anche una label, dando spazio sia a grandi producer che a quelli emergenti.
Arriviamo alle produzioni: cosa puoi anticiparci sulla tua prossima uscita su Metamorfosi Records? Guardando ai prossimi mesi, dove ti porterà la tua musica? E se provi a immaginarti tra un anno, dove ti vedi?
A dicembre uscirà METAMORFOSI 005, un various artists in cui sarò presente anche io con una traccia intitolata Paradise. È nata l’anno scorso, dopo un b2b tra Jamie Jones e Joseph Capriati. Tornato a casa a Ibiza sono entrato subito in studio: dovevo creare una traccia ispirata al sound di quella notte e a ciò che mi hanno trasmesso quei due titani.
Basso dominante, synth acidi e glitch sono le caratteristiche principali del brano, che racconta il sound di una magica notte ibizenca. Nel various ci saranno anche artisti come Squillante, Joe Vanditti e Tropeano. È una release molto importante per me: Metamorfosi Records rappresenta esattamente la direzione musicale in cui sto andando. Joseph ha già suonato Paradise in tutto il mondo, dallo Space di Miami al Loveland Festival di Amsterdam, e sono davvero felice e onorato di poter pubblicare con questa label. Ringrazio tutto il team per la fiducia.
Le prossime date mi vedranno diviso tra Inghilterra, Spagna, Italia, Bulgaria e Dubai. Tra un anno ho intenzione di arrivare a Miami: sto già lavorando per realizzare questo sogno nel cassetto, magari proprio con il mio party.

Grazie HORO per il tempo che ci hai dedicato e per aver condiviso il tuo percorso con Parkett Channel.
Grazie a voi per l’invito e per lo spazio, è stato un piacere.
Il pre-order di “Paradise”, la nuova release di DJ HORO su Metamorfosi Records, è già disponibile QUI.
